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Intelligenza artificiale: Elon Musk rende accessibile a tutti il software Grok

La decisione presa da Elon Musk è dovuta alla necessità di avanzare nella competizione con OpenAI, sviluppatore di ChatGPT, ad oggi il chatbot più famoso di tutti. 

Il CEO di Tesla e fondatore della società xAI, ha deciso di rendere pubblico il codice sorgente del suo software Grok, altra chatbot utilizzata per simulare conversazioni e ottenere informazioni; un’intenzione resa pubblica il 15 marzo e realizzata nei giorni seguenti.  Le azioni di Musk hanno un connotato maggiormente “democratico”, per cui mirano a rendere accessibile a tutti coloro che lo desiderano, l’utilizzo del software, evitando così costi eccessivi. 

Una possibilità offerta soltanto a coloro che sono iscritti alla versione Premium di X, ovvero la vecchia piattaforma Twitter, acquistata dall’ideatore di Grok nell’autunno 2022. Secondo tali termini la versione ufficiale della chatbot sarà riservata esclusivamente ai clienti premium, ma comunque, buona parte del codice è stata fornita a tutti attraverso GitHub, uno dei siti che ha riscosso una maggiore popolarità per la diffusione e gestione di dati e software. 

La rivelazione del codice come un senso di dovere

Rendendo open source il suo software, Elon Musk consentirà a ricercatori e sviluppatori di usufruire del proprio modello come un punto di riferimento, ponendo una competizione aperta con le altre tecnologie rivali come OpenAI, Meta e Google, utilizzando a proprio favore la trasparenza. Il mondo dell’intelligenza artificiale è diviso totalmente a metà, tra coloro che credono che questa debba essere pubblica e chi ritiene, invece, che sia degna della protezione migliore che si possa offrire. 

La scelta di Musk è strategica, visto il suo appello al trasparentismo, piuttosto questo non vuol dire evitare totalmente i rischi. Il suo operato, infatti, offrirà a tutti la possibilità di utilizzare il codice sorgente in piena libertà, perfino modificandolo e creando nuovi chatbot. 

La decisione del CEO di Tesla può essere intesa come un’arma, uno strumento utilizzato in una guerra asimmetrica dove, per ora, la vittoria è nella sola prospettiva di OpenAI, ma soprattutto emerge come tale scelta sia intesa come un senso del dovere. 

Tali constatazioni acquisiscono senso in virtù della denuncia predisposta da Elon Musk ad OpenAI per non aver rispettato i termini e gli obiettivi che si era predisposta inizialmente, ovvero, di agire in nome della “mission”: un’attività no profit per incentivare la ricerca e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Grok e le infinite possibilità di applicazione

Grok era stato presentato dalla società xAI durante il novembre dello scorso anno, rappresentando una valida alternativa di Chatbot a ChatGPT. 

Un sistema realizzato da Elon Musk e che aveva come scopo principale quello di comprendere la vera natura dell’universo. In virtù dell’analisi esposta, rispetto a tale software, dal fondatore di xAI emerge come Grok detenga tutte le caratteristiche per essere superiore allo stesso ChatGPT, dato che possiede le capacità di rispondere a qualunque tipo di quesito, anche quelli posti con un certo grado di ironia, azione non consentita alle altre Chatbot. 

Non ci si pone meraviglia, quindi, di fronte al fatto che Grok non sia stato impostato su nessuna funzione specifica, ma anzi, offre infinite possibilità di applicazione soddisfacendo così le diverse richieste. 

Un impiego commerciale, ma con dei limiti…

La diffusione di Grok è avvenuta con una licenza di tipo “Apache 2.0”, che consente di impiegare il codice perfino commercialmente, ma vi sono comunque delle limitazioni. In virtù di tale impostazione, xAI non ha condiviso i dati utili per far allenare il sistema di intelligenza artificiale, comportando, una limitata applicazione.

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