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Trump in arresto: i 20 minuti di prigione e di fama

I problemi con la giustizia “collezionati” dal 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non sono una novità. Quello che invece rappresenta “un traguardo” nella storia della politica americana è forse la foto segnaletica dell’ex Presidente con la notizia del suo arresto. Un’immagine che nel giro di poco tempo ha fatto il giro dei principali notiziari del mondo fino a ritrovarsi nei gadget, dalle t-shirt alle tazze, realizzate dai fan dell’ex Presidente repubblicano e andate a ruba in poco tempo.  Ma Trump è stato trattenuto solo 20 minuti, per poi essere rilasciato dalle autorità del carcere di Atlanta, nella contea di Fulton, in Georgia. L’accusa? Aver tentato di ribaltare il risultato delle elezioni dello Stato in questione nel 2020.

L’arresto: le dinamiche

Al momento una cauzione da 200mila dollari sembrano averlo salvato, oltre al divieto di usare i social media per prendere di mira coimputati (che ammonterebbero a 18) e testimoni. La nuova data del processo è stata fissata dal procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, al 23 ottobre, il primo dei quattro processi penali di Trump. Inizialmente si era parlato di marzo 2024 mentre lo stesso imputato aveva chiesto di rimandarlo a dopo le elezioni. Ma l’arresto faceva parte di una procedura programmata dato che il Procuratore Willis, che ha incriminato l’ex Presidente con 13 capi di imputazione legati alle elezioni del 2020, aveva fissato la scadenza per presentarsi all’ufficio dello sceriffo della Contea di Fulton, proprio al 24 agosto. Sempre giovedì, la Commissione giustizia della Camera, guidata dai Repubblicani, aveva aperto un’inchiesta su Willis, intimandole di consegnare tutta la documentazione sull’uso di fondi federali e sulle comunicazioni con il dipartimento di Giustizia per il timore di “azioni politicamente motivate”. Nella stessa giornata Trump, dopo aver declinato l’invito al dibattito dei candidati repubblicani, ha rilasciato un’intervista di 46 minuti con Tucker Carlson:

«quello che è successo qui è una parodia della giustizia. Non abbiamo fatto nulla di sbagliato. Non ho fatto nulla di male e lo sanno tutti. Quello che stanno facendo è un’interferenza elettorale»

Dopo aver definito l’attuale Presidente Joe Biden “corrotto e incompetente” sul suo social Truth, creato a seguito dell’esclusione dei suoi profili sulle altre piattaforme nel 2021, ha riaffermato che “nessuno ha mai lottato per l’integrità elettorale come il presidente Trump” e che sarebbe stato arrestato “con orgoglio”.

Quando la storia giudiziaria di Trump ne ha aumentato la notorietà

Nonostante i problemi con la giustizia, l’ex Presidente ancora è apprezzato da una schiera di fan che lo seguono in ogni sua vicenda. Giovedì, dopo essere partito dalla sua residenza in New Jersey, è stato accolto nel complesso penitenziario di Fulton da un’ondata di sostenitori muniti di cartelli e striscioni con lo slogan che ormai tutto il mondo conosce: “Make American Great Again”. Stessa cosa era successa a New York quando ad aprile aveva lasciato il tribunale a Manhattan con ben 34 accuse legate al caso Stormy Daniels, l’ex attrice pornografica che dopo una relazione clandestina avuta con Trump dal 2006 al 2016, è stata pagata 130 mila dollari dall’ex legale di Trump, Michael Cohen, in cambio del suo silenzio. Tra le accuse del caso, rientrano anche quella di cospirazione e l’aver comprato il silenzio, con soldi provenienti da fondi elettorali, di un’altra donna: l’ex coniglietta di Playboy, Karen McDougal. Dopo essersi dichiarato non colpevole da tutti i capi d’accusa, Trump ora dovrà attendere la prossima udienza di dicembre. Altri problemi con la giustizia sono quelli provenienti da Miami: 37 capi d’accusa per aver sottratto documenti classificati alla Casa Bianca per poi nasconderli nella villa di Mar-a-Lago. Ma il giudice nell’udienza di giugno, decise di non limitare i movimenti di Trump perché “non c’è il rischio che scappi essendo il favorito alla nomination repubblicana” ordinandogli però di non parlare con i testimoni. Ma è di due giorni fa la notizia di un suo ex dipendente della residenza a Miami, che lo ha accusato di aver tentato di cancellare le immagini di video-sorveglianza, sui luoghi di conservazione e sugli spostamenti delle carte classificate.  Anche qui l’ex Presidente non si è considerato colpevole. Infine, ultima ma non meno importante, la storia giudiziaria che lo ha visto coinvolto a Washington, ai primi di agosto, per i fatti di Capitol Hill legati all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021: quattro capi di accusa che però non riguardano solo l’assalto, ma anche al tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. La prossima udienza è stata fissata per fine agosto. Anche in quell’occasione, Trump rilasciò alcune dichiarazioni, la maggior parte di queste riportate sul suo social Truth:

«è un giorno triste per l’America. Questa è una persecuzione. Nonostante il fatto che sono stato arrestato dal mio avversario politico, il “corrotto Joe Biden” che sta perdendo con me nei sondaggi»

I sondaggi

Solo una settimana prima dei fatti di giovedì, secondo il sondaggio Cbs-YouGov, l’ex Presidente raccoglieva il 62% dei consensi tra gli elettori repubblicani contro il 16% di Ron DeSantis e il 7% di Vivek Ramaswamy. L’ex vicepresidente Mike Pence aveva il 5% mentre il senatore del South Carolina, Tim Scott il 3%. Inoltre, dal sondaggio emerge che il 77% degli elettori repubblicani ritiene che Trump sia vittima di persecuzione politica e che non ha violato alcuna legge non volendo riconoscere l’esito delle elezioni del 2020, vinte da Joe Biden. L’aver rifiutato il confronto con gli altri candidati e il voler a tutti costi partecipare ad uno solamente con Biden, rappresenterebbe secondo il New York Times, una sfida al partito repubblicano che da due anni cerca alternative alla Commissione per i dibattiti presidenziali che si occupa dei dibattiti fra coloro che hanno conquistato la nomination dei loro rispettivi partiti.

Il ritorno sui social con X

Dopo la cancellazione del suo profilo Twitter nel 2021 e la creazione di un suo personale social media “The Truth”, Trump fa ritorno su X (il nuovo Twitter targato Elon Musk). Riabilitato nel novembre scorso, l’ultimo post risaliva a due giorni dopo l’assalto a Capitol Hill. Il 24 agosto fa il suo ritorno con la foto segnaletica e una didascalia “interferenze elettorali. Mai arrendersi!” insieme al link del suo sito ufficiale, dove è stata pubblicata la stessa foto segnaletica per la raccolta fondi. A rilanciare il messaggio niente di meno che il patron di X, Elon Musk: “next level” (prossimo livello) scrive il miliardario. Viene da chiedersi allora quale sarà il prossimo livello della politica americana. Le elezioni del 2024 sono vicine e tutti gli occhi del mondo sono puntati sugli Stati Uniti e sul probabile (o improbabile) ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

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