Su una proposta di legge sul salario minimo si stava trattando già da giorni ma l’annuncio ufficiale è arrivato nella giornata di venerdì, con una nota congiunta dei firmatari: Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Pd) e Riccardo Magi (+Europa):
«la necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni»
Dunque, arriva un primo segnale dall’opposizione sul “fare squadra” ma questa volta a rimanere in panchina è Matteo Renzi e la sua Italia Viva che all’ultimo si è tirato indietro. Secondo fonti vicine all’ex Premier, ciò sarebbe avvenuto dopo un contatto con Calenda. Il leader di Azione invece, avrebbe dichiarato tramite tweet: “tutte le opposizioni hanno un raggiunto un accordo sul Salario Minimo. È un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo Polo.” chiedendo infine alla Premier, Giorgia Meloni, di aprire un tavolo di confronto “di merito e senza pregiudizi”. Non passa poco tempo che viene subito bacchettato da Riccardo Magi, per aver pubblicato l’annuncio prima della nota congiunta. Immediata la risposta di Calenda: “Quando il Pd ha confermato invio agenzia ho fatto il tweet. Evitiamo polemiche inutili” ribadendo di non essere alla Camera, in quanto senatore e di aver quindi delegato Matteo Richetti come firmatario per Azione, aggiungendo: “eravamo rimasti d’accordo con gli altri che sarei uscito in contemporanea per evitare che sembrasse un disimpegno”.
Troppo presto quindi per parlare di “campo largo”. Stando inoltre a quanto dichiarato da Angelo Bonelli “ci sarebbe dovuta essere una conferenza stampa congiunta ma Conte e Calenda non hanno voluto stare insieme in foto e restano distanze siderali su nucleare ed energia”. Un testo comune su cui in tanti rivendicano la primogenitura: Giuseppe Conte ha preteso di essere il primo firmatario, Elly Schlein la vede come una prima personale vittoria, all’insegna della sua “estate militante” mentre è più discreto Andrea Orlando, che ci aveva già lavorato da ministro. A ribadire che la proposta non è un segnale di campo largo è anche la stessa Italia Viva in una nota, che ha fatto sapere che alle elezioni aveva presentato un testo diverso e che dunque proporrà degli emendamenti e voterà a favore solo dei punti su cui è d’accordo. Smentite su un probabile ritorno del campo largo anche da Calenda:
«anche Macron ha alzato il salario minimo. E l’unico campo largo era quello del Conte 2 con Pd, 5S e Italia Viva, da cui Azione si è tenuta alla larga. E così continueremo»
I contenuti della proposta
Stando alle dichiarazioni dei firmatari, il testo proposto persegue l’obiettivo di “dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione” che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata “alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia”. Un obiettivo che secondo l’opposizione è raggiungibile tramite un testo che garantisca, al lavoratore di ogni settore, un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative ma “salvo restando i trattamenti di miglior favore”. Inoltre, a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, la soglia minima inderogabile viene stabilita a 9 euro all’ora, in modo tale da tutelare soprattutto i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro dove il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali è più debole. Ma si richiede che la soglia retributiva sia estesa anche ai lavoratori autonomi e ai parasubordinati. Qualora la proposta venisse approvata, sarebbe infine istituita anche una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario, oltre alla richiesta di riconoscere un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro, qualora questo adeguamento risulti più oneroso.
Ma arrivano le prime critiche dalla maggioranza, contraria allo stabilire una paga oraria fissa a 9 euro per tutti i settori economici e per tutto il Paese, dove il costo della vita varia di zona in zona. In attesa di comprendere anche se i 9 euro saranno lordi o netti, bisognerà aspettare il testo completo della proposta per tirare le somme e capire quali saranno nello specifico gli emendamenti presentati, oltre a verificare se si riuscirà a trovare un accordo tra opposizione e maggioranza per risolvere un problema importante in Italia come il lavoro sottopagato.