Tra discese (in campo), salite (sul tetto d’Europa col Milan) e bunga-bunga, proviamo a riassumere il trentennio politico berlusconiano con queste dieci parole-chiave
Il politico più controverso, influente e divisivo degli ultimi trent’anni (almeno) ci ha lasciati lunedì. Un imprenditore di enorme successo, un leader di grande carisma: Berlusconi ha certamente ridefinito i confini e cambiato (se non alcune volte stravolto) la società e la politica italiana, prima con il suo impero mediatico-televisivo, poi con una gestione aggressivo-carismatica del consenso pubblico. Vi presentiamo di seguito le dieci parole-chiave per comprendere meglio la sua figura.

Discesa
…in campo. 26 gennaio 1994. Iniziamo così il nostro excursus nella vita di Silvio Berlusconi, giorno in cui fu reso noto attraverso un messaggio televisivo pre-registrato che Berlusconi sarebbe entrato ufficialmente in politica. Ad appena due mesi da questo annuncio, alla guida di Forza Italia, Berlusconi vinse le elezioni politiche del 27 e 28 marzo. L’espressione “discesa in campo” è un’esplicita metafora calcistica, come “entrare in campo” ed “entrata in campo” e, anche per via del nome stesso del partito (“Forza Italia”), esso riprende esplicitamente lo slogan dei mondiali di calcio del 1982, vinti proprio dalla nazionale italiana in Spagna. È un punto ritenuto fondante dell’inizio della cosiddetta “Seconda Repubblica” italiana.
Televisione
Era il 1978 con TeleMilano. La televisione per Silvio Berlusconi ha rappresentato la sua massima illusione e aspirazione perfetta. L’avventura televisiva, con il suo avvento, cambiò in modo determinante l’Italia. Non ha portato le tv locali-private in Italia, le ha imposte. Ha schiacciato tutte le altre reti, imponendo un nuovo linguaggio e nuovi desideri.
Milan
I successi maturati dalla squadra rossonera di Milano sotto la presidenza Berlusconi sono senza precedenti: 8 Scudetti, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 titoli mondiali per club, 6 Supercoppe italiane, 5 Supercoppe europee ed 1 Coppa Italia. 28 trofei. Un record totale.
Ad personam
Dal primo Decreto Biondi, alla Tremonti, passando per la Maccanico, il Lodo Rete4 e i vari Gasparri, la storia politica di Silvio Berlusconi è stata costellata dai provvedimenti ad personam: decreti grazie ai quali il premier si è giovato personalmente o ha fatto uscire da pericolose sabbie mobili una delle sue aziende. Due esempi: il già citato Decreto Biondi, approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vietò la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, mentre per Lodo Rete4 si fa riferimento all’insieme delle sentenze pronunciate e di leggi emanate dal parlamento italiano riguardanti l’emittente televisiva Rete 4, relative alla disputa circa l’occupazione delle frequenze analogiche necessarie a trasmettere il segnale. Un vero e proprio trentennio di terremoto nel mondo legislativo italiano.
Ruby
L’allora diciassettenne marocchina Karima El Mahroug (nota giornalisticamente ai più come “Ruby Rubacuori”) fu sospettata di furto e priva di documenti di riconoscimento. Il legame con Silvio Berlusconi avvenne poiché, la prostituta brasiliana Michelle Conceição, che ospitava Ruby nella sua casa, decise di telefonare all’allora Presidente del Consiglio Berlusconi per avvertirlo. Berlusconi, quindi, telefonò al Capo di Gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, per chiedere che Ruby fosse affidata a Nicole Minetti (al tempo consigliera regionale del PdL), invece che a una comunità per minorenni. La questura affidò dunque la minorenne Ruby alla consigliera regionale, il che portò, il 21 dicembre 2010, Silvio Berlusconi ad essere indagato dalla Procura di Milano per concussione, in quanto, secondo l’accusa, abusò della sua “qualità” di Presidente del Consiglio per esercitare una indebita pressione sui funzionari della Questura di Milano per il rilascio di Ruby, al fine di coprire il più grave reato di prostituzione minorile.
La vicenda si chiuse il 21 ottobre 2021, giorno in cui Berlusconi venne assolto dal tribunale di Siena. Di tutta risposta, neanche un anno dopo, la procura di Milano chiese sei anni di reclusione per Silvio Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari. Nel febbraio di quest’anno, il processo (il noto Ruby-ter) si è concluso con l’assoluzione in quanto “il fatto non sussiste”, ma si è trattato, in realtà, di un errore giudiziario dovuto alla mancata indagine dei testimoni.
P2
“Con la P2 avevamo l’Italia in mano. Con noi c’era l’Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate dagli appartenenti alla P2”. Così Licio Gelli intervistato da Klaus Davi. L’iscrizione di Berlusconi alla loggia massonica P2 avviene il 26 gennaio 1978 nella sede di via dei Condotti a Roma, all’ultimo piano del palazzo che ospita il gioielliere Bulgari, insieme a Roberto Gervaso (giornalista). Come dimostra la tessera 1816, sequestrate ai capi della loggia. Berlusconi ha sempre negato la sua partecipazione alla P2, ma ha ammesso in tribunale di essere stato iscritto. Nell’autunno del 1988 (nel corso di un processo contro due giornalisti accusati di averlo diffamato celebrato dal tribunale di Verona), Berlusconi dichiarò: “Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. […] Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata chiesta”.
Bunga bunga
Il famosissimo termine noto in tutto il mondo, sta per ricordare le feste a sfondo sessuale organizzate da Berlusconi per intrattenere i suoi amici più potenti. Fu proprio Berlusconi a usare il termine per primo, per via di un’intercettazione. L’espressione sarebbe derivata proprio dal dittatore della Libia Gheddafi, per indicare orge subacquee in piscina o uno spettacolo di molte donne nude per spettatori maschili.
Duomo
Era il 13 dicembre 2009 quando Massimo Tartaglia, un perito elettrotecnico, aggredì a Milano l’allora premier Silvio Berlusconi al termine di un comizio, colpendolo al volto con una statuetta raffigurante il Duomo. Il video di Berlusconi col volto insanguinato fece il giro del mondo, ispirando la Curva del Cosenza a esporre il controverso striscione “Siamo tutti Tartaglia”. L’aggressore venne assolto nel 2010, giudicato incapace di intendere e volere.
Editto bulgaro
Una delle dichiarazioni più famose di Berlusconi, datata 18 aprile 2002, durante una visita ufficiale a Sofia, capitale della Bulgaria. Il particolare nome, che poi sarebbe passato alla storia, fu proposto dal giornalista de L’Unità Simone Collini, poiché si basava sulla denuncia di Berlusconi di quello che, a suo dire, era stato un “uso criminoso” della TV pubblica da parte dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro e dal comico Daniele Luttazzi, affermando successivamente che sarebbe stato “un preciso dovere della nuova dirigenza” Rai non permettere più il ripetersi di tali eventi. L’affermazione venne interpretata dall’opposizione e da una parte dell’opinione pubblica come un auspicio per l’allontanamento dei tre dalla Rai, cosa che poi, dopo poco, effettivamente avvenne.
Comunisti
Decisamente tra le parole preferite e più usate da Berlusconi durante tutta la sua carriera, rievocata anche ieri, durante il suo funerale, dai fedelissimi di Forza Italia. Fu uno strumento importante per sollevare allarmismo e creare un clima di terrore alla vigilia delle elezioni del 1994 e, successivamente, venne impiegato per indicare chiunque fosse più a sinistra di Umberto Bossi, che agli inizi della sua Lega Nord aveva ancora qualche afflato socialista.