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Il Family Act è legge: ecco le novità

Con il sì definitivo del Senato, la riforma organica per le famiglie diventa realtà in Italia. Un pacchetto di principi e misure generali che era stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 18 novembre 2021, raccogliendo grande consenso. Anche al Senato i favorevoli hanno raggiunto 193 voti (solo 10 contrari e 15 astenuti).

«non è un provvedimento risolutivo, ma da qui cominciamo un percorso che ci deve portare a costruire un sistema strutturale equilibrato che non costituisca solo un sostegno al reddito»

Così la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. La Legge è infatti un punto di partenza che, grazie ai decreti attuativi, servirà a ridisegnare e migliorare tutto il sistema del welfare. In particolare ciò che riguarda l’occupazione femminile e dati preoccupanti come il tasso di natalità, la povertà infantile, materiale ed educativa.

I congedi parentali

Tra le misure attuate quelle riguardanti i congedi parentali con la possibilità per i genitori lavoratori di usufruirne fino al compimento d’età del figlio non superiore ai quattordici anni. Inoltre si introducono modalità flessibili nella gestione dei congedi, in relazione alle forme stabilite dai contratti collettivi applicati al settore e stipulati dalle organizzazioni sindacali, tenendo conto della specificità dei nuclei famigliari monogenitoriali.

Si introduce anche un permesso retribuito non superiore a cinque ore per ciascun figlio, per i colloqui con gli insegnanti e la partecipazione attiva al percorso di vita del figlio oltre all’obbligatorietà di un periodo di congedo per il padre lavoratore nei primi mesi di vita del nascituro, di durata superiore a quella stabilita dalla legislazione vigente, estendendola anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti oltre al favorire l’aumento dell’indennità obbligatoria per il congedo di maternità.

Il sostegno delle spese per i giovani

Tra le novità più importanti è prevista una detrazione fiscale per le spese sostenute dalle famiglie, relative al contratto di locazione di abitazioni per i figli maggiorenni iscritti ai corsi universitari, con particolare riferimento agli studenti fuori sede e l’adozione di misure volte a promuovere l’autonomia dei figli maggiorenni (agevolazioni per l’affitto o il mutuo). Oltre a ciò, sono previste agevolazioni per le giovani coppie d’età non superiore ai 35 anni per l’acquisto della prima casa.

Tra le altre misure anche quelle riguardanti l’accesso a corsi di formazione per le nuove professioni legate all’innovazione. Nell’ambito delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), vengono stanziati fondi anche per la creazione e diffusione di centri e servizi di supporto nelle diverse fasi della vita famigliare e di sostegno alle scelte dei genitori, mediante attività di mediazione familiare che vanno ad integrare le competenze dei consultori familiari in materia.

Inoltre, l’Assegno unico e universale, che è già in vigore, può essere richiesto dai nuclei famigliari di cittadini italiani o con permessi di soggiorno con a carico un figlio minore a partire dal 7° mese di gravidanza ai 21 anni d’età e sostituisce le detrazioni Irpef sui figli a carico.

Il lavoro femminile: dall’incentivazione dell’occupazione ai tempi di vita e lavoro

Nell’ambito riguardante il lavoro delle donne, la Legge prevede una modulazione graduale della retribuzione percepita dal lavoratore nei giorni di assenza nel caso di malattia dei figli oltre a prevedere forme di agevolazione a favore delle imprese per le sostituzioni di maternità, per il rientro delle donne al lavoro e per le attività formative destinate a quest’ultime. Tra le novità più importanti gli interventi di rafforzamento per incentivare il lavoro femminile nel Mezzogiorno e ulteriori incentivi per favorire l’emersione del lavoro in ambito domestico, con particolare riferimento alla condizione delle lavoratrici. Infine una quota della dotazione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, sarà destinata all’avvio delle nuove imprese femminili e al sostegno della loro attività per i primi due anni.

I dati statistici: la posizione delle donne

Nel Report del 2021 del Global Gender Gap (World Economic Forum) l’Italia ha ridotto il suo gap del 63%. I risultati migliori sono quelli raggiunti nell’ambito educativo che considera elementi come le iscrizioni alle scuole primarie, secondarie e terziarie insieme al tasso di alfabetizzazione ma i punti più critici sono quelli che riguardano proprio la partecipazione economica: il divario è più alto in ciò che riguarda la copertura di incarichi manageriali, di dirigenza e nella legislatura (coperti per il 27,8% da donne e per il 72,2% da uomini) e la parte riguardante il livello di stipendio stimato tra uomo (72,2%) e donna (29,4%).

A livello globale invece, le donne rappresentano la metà dell’offerta di lavoro e circa il 70% della domanda di consumo mondiale. Nonostante uomini e donne siano quasi alla parità quando si tratta di istruzione e salute, la parte femminile della popolazione continua a rimanere indietro rispetto agli uomini (-15-25%) anche nelle società più eque di genere. In tutto il mondo solo la metà delle donne in età lavorativa è impiegata, con uno stipendio di tre quarti di quello degli uomini, anche quando hanno lo stesso livello di istruzione e lo stesso tipo di occupazione. Non stupisce inoltre, che la maggior parte dei lavori part-time, temporanei o informali siano ricoperti in maggioranza da donne. Tra le caratteristiche del lavoro femminile vi è dunque: bassa produttività, retribuzione bassa, nessun beneficio e opportunità limitate di avanzamento. Infatti, a livello dirigenziale, le donne ricoprono solo il 24% delle posizioni: su 3000 aziende di diversi settori e paesi, le donne occupano in media solo il 13% delle posizioni dirigenziali (CEO). Il tasso più alto è quello del Nord America pari solo al 15%. (fonte: Credit Suisse Research Institute (CSRI)).

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