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Hezbollah: alla scoperta del “Partito di Dio” con Andrea De Poli

Benvenuto Andrea su 2righe.com, inizio con farti i complimenti per il tuo libro; com’è nata l’idea di scrivere un libro così dettagliato su Hezbollah?

Grazie innanzitutto per i complimenti, ne sono davvero onorato! Questo libro, inizialmente, nasce come tesi di laurea triennale. Avendo studiato la lingua araba durante il percorso universitario, mi è sembrata un’ottima idea scegliere questo argomento per il lavoro conclusivo. L’interesse per Hezbollah, ovviamente, è di ben più lunga data e risale al 2013, quando Hezbollah è passato alle cronache internazionali per il ruolo ricoperto nella battaglia di al-Qusayr, ovvero, il primo ingaggio di Hezbollah nel conflitto siriano. Da lì, è nato questo interesse che mi ha portato ad approfondire tale realtà politica nella propria interezza.

Il conflitto con Israele è tutt’altro che chiuso, basti pensare alle ultime dichiarazioni di Gantz nei confronti di Nasrallah, secondo te ci sarà mai un punto di incontro tra le parti e quindi la parola fine a questo capitolo di storia?

Come è ben risaputo, tra Israele ed Hezbollah non corre affatto buon sangue. Tuttavia, la realtà mediorientale è cambiata parecchio dal 2006, l’anno dell’ultimo scontro diretto tra le due parti. E’ difficile, ovviamente, immaginare una conclusione definitiva della questione, anche se, per quanto mi riguarda, credo ci siano buone possibilità. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito in numerosi casi ad una sorta di comunicazione indiretta tra le due parti, generalmente indirizzata ad evitare una qualsiasi escalation in seguito a vari incidenti avvenuti lungo il confine ed in terra siriana. Molto probabilmente, si rimarrà sempre in una situazione di conflitto retorico, fatto di parole e dichiarazioni stampa, ma di reciproca coesistenza nei fatti. Ormai, credo che entrambi siano ben consapevoli del potenziale distruttivo che potrebbe avere un nuovo conflitto su larga scala. Non ci sarebbero né vincitori né vinti, ma solo distruzione e devastanti perdite economiche.

Il peso del “partito di Dio” in Libano è abbastanza chiaro, basti pensare al rapporto con la Francia di Macron ed il partito nella trattativa per sviluppare e gestire il terminal container nel porto di Beirut per i prossimi dieci anni. Nei prossimi anni su cosa dovrà far leva Hezbollah per arrivare ad imporsi stabilmente anche in politica estera?

I maggiori ostacoli all’espansione di Hezbollah sul piano estero sono due: l’avversione al blocco israeliano/statunitense e le accuse secondo le quali alcune frange del partito siano state coinvolte negli attentati di Buenos Aires del 1994 e di Burgas (Bulgaria) nel 2012. Tuttavia, l’intervento in Siria contro le milizie islamiste salafite e wahhabite di Daesh e delle altre realtà presenti, ha portato numerosi punti a favore di Hezbollah sul piano internazionale. Fatto che, insieme alla riduzione delle ostilità nei confronti di Israele e alla centralità nella vita politica, economica e sociale del Libano, rende l’esistenza del partito un elemento fondamentale per la stabilità del Libano. Sicuramente, al fine di emergere ed essere accettato anche all’estero, Hezbollah dovrà far sempre meno ricorso all’impiego della propria ala armata e dovrà puntare a ridurre al minimo i punti di ostilità nei confronti di Israele e Stati Uniti, così da ridurre le azioni di lawfare e di sanzionamento attualmente esistenti.

Hassan Nasrallah è alla guida del partito dal 1992, la sua figura in Libano è sicuramente legata sia ai successi ottenuti in campo militare che politico. Hai mai teorizzato il futuro della terra libanese senza la sua figura?

Di figure come Nasrallah ve ne sono poche, soprattutto in Medio Oriente. Non solo è stato capace di guidare il partito negli anni, ma anche di sviluppare l’intero sistema sociale ed economico che gira attorno ad Hezbollah. Al momento, gode di grande popolarità sia all’interno del Libano sia in molti altri paesi mediorientali ed islamici. Tuttavia, bisogna ricordarsi che è anche la figura centrale di un partito che, ora, ricopre diversi ruoli istituzionali. Tenendo conto delle enormi difficoltà interne del paese, sotto ogni aspetto, non è da escludere che tutto ciò possa in futuro ritorcersi contro Nasrallah al punto tale da imporre un cambiamento di leadership. E, negli ultimi vent’anni, abbiamo visto che le grosse organizzazioni politiche mediorientali abbiano la tendenza a disgregarsi rapidamente dopo la morte o la destituzione di un leader carismatico. Credo che Hezbollah debba lavorare parecchio al fine di garantire una continuità stabile e duratura del partito dopo l’era Nasrallah, così da evitare un crollo – anche parziale – dell’economia e del sistema sociale libanese.

Guerra Russia-Ucraina: come si colloca Hezbollah e di conseguenza il Libano sul possibile panorama bellico?

Sul posizionamento di Hezbollah in merito alla crisi russo-ucraina c’è una grandissima confusione al momento. Sui social si legge praticamente di tutto, ma in genere si tratta di falsità ed interpretazioni scorrette. Al momento, Hezbollah non ha preso posizioni particolarmente nette sul conflitto, ma si sta limitando ad osservarne gli sviluppi. Per quanto Hezbollah si sia trovato al fianco della Federazione Russa nella guerra in Siria, ora rischia di trovarsi seriamente in difficoltà a causa del nuovo conflitto europeo. Infatti, il Libano – insieme a numerosi altri paesi mediorientali – fa largamente affidamento sull’importazione di prodotti alimentari (soprattutto grano) provenienti da entrambi i paesi. Considerando il divieto di esportare qualsiasi bene primario e strategico attualmente in vigore, il Libano rischia di trovarsi alla fame. Fatto che, alla fine, non farebbe altro che peggiorare incredibilmente le condizioni del paese, già affetto da una grave crisi economica, sociale ed energetica.

Tornando a noi, hai altri progetti in cantiere per il futuro?

Certamente! Di idee ce ne sono a decine, così come di spunti. Il problema vero è trovare il tempo da dedicare alla scrittura di nuovi testi, anche se punto a realizzare vari progetti nel corso dei prossimi anni. Al momento, mi sto dedicando – insieme ad un amico di vecchia data – all’elaborazione di un saggio storico incentrato sugli eventi militari dell’ultimo anno di guerra in Italia, tra l’agosto del 1944 ed il maggio 1945. E’ un lavoro piuttosto ambizioso ed impegnativo, ma alla fine siamo sicuri di riuscire a completarlo nel giro del prossimo anno. In questo caso, puntiamo anche ad arricchire il testo con materiale fotografico, storie personali e documenti ancora inediti al grande pubblico.

Com’è nata la collaborazione con Passaggio al Bosco?

La collaborazione con Passaggio al Bosco è nata per merito di un amico, che non solo mi ha messo in contatto con Marco Scatarzi – il responsabile della casa editrice – ma che mi ha anche incoraggiato a trasformare una semplice tesi universitaria in un saggio storico meritevole di pubblicazione. All’epoca, conoscevo già la casa editrice e gli ottimi lavori che avevano pubblicato nel corso degli anni, ma mai avrei potuto immaginare di poter lavorare direttamente insieme a loro. Alla fine, Marco ed io ci siamo trovati subito in sintonia. Sono piuttosto sicuro che questo sia solamente l’inizio di una lunga collaborazione destinata a durare negli anni, in qualità di lettore e di autore.

Ti ringraziamo per il tempo dedicatoci e ti auguriamo un grande in bocca al lupo per tutti i progetti futuri

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