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Pneumatici, come l’industria del settore sta sviluppando soluzioni più sostenibili

Al pari di altri settori industriali, anche quello degli pneumatici sta attraversando una fase di transizione verso soluzioni più sostenibili dal punto di vista ecologico e ambientale. Di recente, una spinta ulteriore in tale direzione è arrivata pure dall’Unione Europa, che si appresta ad introdurre un nuovo standard normativo per limitare le emissioni inquinanti dei veicoli a motore (Euro 7).

La normativa, in particolare, si propone di limitare le emissioni di particolato provenienti dall’abrasione degli pneumatici a causa del rotolamento; di conseguenza, i produttori, già nell’immediato futuro, dovranno mettere a punto soluzioni tali da rendere le gomme più durevoli e resistenti al consumo senza, al contempo, pregiudicare le performance degli pneumatici e, di riflesso, dei veicoli. Inoltre, la progressiva tendenza verso l’elettrificazione impone ulteriori sforzi in termini di sviluppo e ricerca, dal momento che la propulsione elettrica impone un equipaggiamento ad hoc, in risposta alle caratteristiche prestazionali dei veicoli con motori elettrici. Nel nostro approfondimento, vediamo come le grandi aziende del settore stanno affrontando queste sfide e quali soluzioni sono state già messe a punto o sono in fase di sviluppo

Le strade verso la sostenibilità

Quando si parla di ottimizzare la sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale degli pneumatici, sia di primo equipaggiamento che di ricambio, si fa riferimento a diversi aspetti sui quali i produttori possono intervenire:

Come saranno gli pneumatici del futuro

Le gomme per auto e moto del prossimo futuro dovranno, per forza di cose, essere più ‘green’, nonché conformi ad un quadro normativo sempre più stringente. Oltre all’introduzione dello standard Euro 7, infatti, va tenuto conto dell’irrigidimento delle norme sugli pneumatici invernali in buona parte dell’Europa centro-settentrionale, con diversi paesi che tollerano o impongono soltanto l’utilizzo di coperture contrassegnate dal ‘simbolo alpino’.

Si tratta di una marca distintiva apposta agli pneumatici, invernali o multi stagionali, che hanno superato un ciclo di omologazione regolamentato a livello comunitario; il logo – un fiocco di neve all’interno del
profilo di una montagna a tre picchi – indica che il prodotto è stato progettato e realizzato in maniera tale da garantire il massimo standard di sicurezza anche in condizioni ‘estreme’.

Pneumatici di questo genere sono già largamente disponibili, non solo tramite i canali tradizionali ma anche online, su piattaforme specializzate come quella di Euroimport Pneumatici.

La diffusione e il successo commerciale delle gomme ‘4 stagioni’ è dovuto, in parte, anche a fattori ambientali; avendo caratteristiche ‘intermedie’, gli pneumatici di questo tipo si adattano meglio ai rapidi cambiamenti del clima, garantendo buone prestazioni e ottimi livelli di sicurezza sia su fondi asciutti che bagnati.

Caratteristiche tecniche

Dal punto di vista strettamente tecnico, invece, l’aspetto che è destinato a cambiare maggiormente è la composizione della mescola; la ‘gomma’, ovvero la parte esterna dello pneumatico che entra in contatto diretto con la superficie stradale, è composta da un insieme di elementi diversi. Alcuni produttori stanno sperimentando compund più sostenibili, contenenti quantità variabili di materiali di origine naturale o di recupero; tra questi, sono già utilizzati la lolla di riso (uno scarto di lavorazione) e la gomma naturale in luogo di quella sintetica, oltre a resine di origine biologica.

A questi si aggiungono componenti ‘di recupero’, come ad esempio la plastica riciclata (principalmente PET), la gomma recuperata da pneumatici usati o dismessi e l’acciaio riciclato, impiegato per la realizzazione della struttura interne (composta da una serie di ‘tele’) che sorreggono spalla e battistrada. Nel processo di sviluppo di prodotti ‘green’ rientra anche l’impiego di materie prime di origine chimica o artificiale quali la gomma sintetica, il nero di carbonio e additivi, che possono essere ricavati da fonti rinnovabili o attraverso processi a minor impatto ecologico

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