Il contesto geopolitico odierno è segnato da numerosi conflitti e pericolose escalation. Dal Medio Oriente alla Russia, passando per l’Ucraina, il mondo sembra vivere una fase di instabilità crescente. In questo scenario, le alleanze internazionali giocano un ruolo fondamentale: gli Stati Uniti guidati da Donald Trump e l’Europa sotto la leadership di Ursula von der Leyen sono i principali attori sulla scena o meglio, due puntini più luminosi rispetto ad altre costellazioni.
Gli USA chiedono all’Unione Europea di investire di più nella difesa, mentre gradualmente si defilano da conflitti che non considerano di loro competenza, pur mantenendo una posizione apertamente favorevole a Israele. L’Europa, da parte sua, si risveglia dopo anni di letargo e si rende conto che difendere l’Ucraina significa, in realtà, difendere i propri confini.
L’incidente dei droni russi in Polonia
Notizia degli ultimi giorni è l’abbattimento di 18 droni russi in territorio polacco. Mai si era registrato un numero così elevato di ordigni in uno Stato membro della NATO. La Russia parla di “errore”, ma l’Europa alza la voce, puntando il dito. Gli Stati Uniti osservano con attenzione, mentre in Bielorussia, proprio oggi, ha inizio una missione di addestramento militare ai confini con la Polonia. Un gesto, quello di Putin, che appare più come un test nei confronti delle forze NATO che come un vero e proprio attacco.
Nel frattempo, in Ucraina, si continua a combattere. Diversi fronti restano aperti, con le forze russe che avanzano lentamente. Attraverso finte aperture diplomatiche e dichiarazioni fuorvianti, Mosca cerca di guadagnare quanto più terreno possibile. La Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Layen parla di un nuovo pacchetto da circa 6 miliardi da donare all’Ucraina per la produzioni di droni, armi e addestramento.
I nuovi protagonisti
Sia in attacco che in difesa, è interessante notare come la sicurezza dei confini – e delle cosiddette “zone cuscinetto” – sia sempre più affidata ai droni. L’Ucraina è tra gli Stati che ne ha prodotti e utilizzati di più negli ultimi anni. Anche in Medio Oriente, in particolare durante l’attacco dei “12 giorni” di pochi mesi fa, Israele e il Mossad (il servizio di intelligence israeliano) hanno impiegato droni specifici per colpire figure politiche e sociali di spicco legate al governo iraniano.
Letali, precisi e veloci, i droni permettono di combattere a distanza, riducendo drasticamente il rischio di perdite umane sul campo. Ma il loro utilizzo non è limitato al solo ambito bellico.
Il termine “drone” indica qualsiasi veicolo aereo senza pilota controllato da remoto. Esistono diverse tipologie, oggi impiegate in una vasta gamma di settori: dalla mappatura alla protezione delle foreste, dalle attività agricole alla pesca, dall’energia alla geologia, fino all’edilizia. Senza dimenticare, infine, i modelli destinati semplicemente all’intrattenimento.
Il focus, negli ultimi mesi, porta a concentrarsi soprattutto sull’utilizzo militare. Nuovi scenari di guerra, nuovi mezzi, meno uomini.
Droni e AI
Altro tema è il legame droni e intelligenza artificiale (IA). Una combinazione tecnologica potente che sta rivoluzionando molti settori, rendendo i droni più autonomi e capaci di svolgere compiti complessi attraverso tecnologie come la visione computerizzata e il machine learning. L’IA permette ai droni di analizzare l’ambiente, identificare oggetti, evitare ostacoli, prendere decisioni in tempo reale e persino apprendere e migliorare le proprie prestazioni nel tempo.