Professionista dal 1941 al 1957, Alfredo Martini è stato un grande uomo squadra, capace di impreziosire la sua carriera con la vittoria di una tappa al Giro d’Italia del 1950 e la soddisfazione di indossare, per un giorno, il simbolo rosa del primato. La sua personalità è emersa ancora di più durante i 23 anni passati alla guida della Nazionale, con la quale ha raccolto 6 successi grazie a Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Moreno Argentin, Maurizio Fondriest e Gianni Bugno, due volte iridato, nonché 7 argenti e altrettanti bronzi. Al mondo della bicicletta ha dedicato la sua intera esistenza, e la sua saggezza e generosità emergono anche da alcune pagine del suo libro “La vita è una ruota”, edito da Ediciclo, in cui Alfredo Martini confessa, con umiltà, quasi di “sentirsi in debito” con la bicicletta: “Ho sempre pensato che avrei potuto fare di più. Se guardo indietro, penso che la bicicletta e il ciclismo mi abbiano dato più di quello che io ho dato a loro. Avrei voluto dare il doppio, ma bisogna saper accettare i propri limiti, con onestà.”
In molti hanno voluto ricordare, anche solo con un semplice tweet, il grande Alfredo Martini. Davide Cassani ha scritto, con grande rammarico: “Ho le lacrime agli occhi. Avrei dato chissà cosa per farmi vedere sull’ammiraglia che è stata tua per 23 anni. Ciao Alfredo, mi manchi già.” Anche Matteo Renzi si è unito al cordoglio: “Un pensiero commosso per Alfredo Martini. Ha onorato l’Italia, come ct del ciclismo. Ma soprattutto ha mostrato i veri valori dello sport.”
Giacomo Di Valerio
26 agosto 2014