Davanti a 68.145 spettatori in delirio, la Roma ha superato il Milan con un netto 3-1, blindando la qualificazione alle prossime coppe europee e mantenendo vivo il sogno Champions. Ma il risultato sportivo, per quanto importante, è stato solo una parte di una notte che entrerà nella storia del club: l’ultima partita in casa di Claudio Ranieri da allenatore giallorosso è stata una vera e propria celebrazione.
Una notte speciale, per il saluto dell’Olimpico al tecnico Claudio Ranieri nella sua ultima panchina in casa e per una giornata di Serie A che si svolge in contemporanea, alle 20:45, dato che nelle zone calde della classifica è ancora tutto da decidere.
È proprio la contemporaneità del turno che porta l’arbitro Piccinini ad attendere qualche minuto prima del calcio d’inizio. L’occasione perfetta per godersi l’impatto dell’Olimpico sold out (68.145 spettatori) e la coreografia della Curva Sud per Sir Claudio: a sinistra il suo nome, Claudio Ranieri, accanto il simbolo della A.S. Roma, a rappresentare nel modo più semplice il legame dell’allenatore romano con la squadra che ha amato, a cui ha sempre risposto “presente”, e con quella curva di cui faceva parte – come ha ricordato a fine partita – “più di 60 anni fa”.
Roma-Milan 3-1, i senatori trainano i giallorossi
La partita si sblocca dopo appena tre minuti con il colpo di testa vincente di Mancini, che dopo l’inchino ai tifosi va proprio verso la panchina per celebrare Ranieri. Sembra già una notte perfetta.
Al 21′ arriva un episodio chiave: Gimenez colpisce con una gomitata proprio Mancini, l’arbitro viene richiamato al VAR e decide per l’espulsione dopo la revisione al monitor. Nonostante l’inferiorità numerica però, il Milan trova comunque il pareggio con Joao Felix poco prima dell’intervallo.
Nella ripresa è Paredes, con una splendida punizione, a riportare i giallorossi in vantaggio. Un altro dei senatori della Roma, un “monumento” come lo definì Ranieri in conferenza stampa. Era finito in panchina nelle ultime partite e al centro di polemiche per le sue dichiarazioni di amore al Boca Juniors. Nella conferenza stampa prima del big match con il Milan, rispondendo a una domanda di un giornalista proprio sul mancato impiego di Paredes, il tecnico aveva risposto piccato con un’altra domanda: “Cosa abbiamo fatto in quelle partite?”. “Vinto”, risponde una voce dal fondo. Ranieri inarca le spalle e ringrazia. Qualcuno aveva interpretato quella risposta come un attacco al centrocampista argentino, a voler dire “senza di lui vinciamo”. Eppure, mostrando ancora una volta la sua geniale imprevedibilità, mister Ranieri lo schiera fra i titolari, lo lascia all’intervallo nonostante la partita in stallo, e viene premiato con un gol pesantissimo.
Il sigillo definitivo arriva nel finale, firmato dal terzo senatore, Cristante, con un tiro da fuori area, dopo una ribattuta di Maignan su El Shaarawy in quello che sembrava l’ennesimo gol divorato dalla Roma.
Dall’incubo retrocessione a un posto in Europa
E così la festa è perfetta. Claudio Ranieri ha preso la Roma dalle parti basse della classifica, a 2 punti dalla zona retrocessione, e dopo un girone di ritorno da record, con 19 risultati utili, entra nella lotta per il quarto posto e si qualifica matematicamente per una coppa europea. Quale? Dipenderà dall’ultima giornata. Coerentemente con quanto professato in ogni conferenza stampa, il tecnico romanista non pensa al passato o al futuro. Solo alla prossima partita. Nel suo breve discorso ai tifosi della Roma, infatti non fa mancare un accenno al campo e all’ultima sfida col Torino: “Manca l’ultimo passo, domenica o giovedì. Io sono orgoglioso di questi ragazzi, perché mi hanno seguito dal primo giorno”.
Il ringraziamento di Ranieri ai tifosi
Ma ci sono anche parole di ringraziamento, perché comunque vada in ottica Champions, il risultato più importante Ranieri lo ha già raggiunto: riconciliare la città con la sua squadra. Una tifoseria che scioperava e fischiava i suoi giocatori, dopo la cacciata di De Rossi e la disastrosa gestione Juric, che ora mostra nuovamente l’attaccamento alla squadra che la rende unica al mondo. “Più di 60 anni fa stavo là, in mezzo a voi. Io vi ringrazio. Vi avevo chiesto aiuto, in modo tale che potessimo fare qualcosa di buono… avete capito che avevamo bisogno del vostro amore. Infinitamente grazie”, ha detto il tecnico al microfono, prima di essere celebrato dai suoi giocatori e, ancora, dall’Olimpico, in un giro del campo mano nella mano coi suoi nipoti.
Come se non bastasse, la notte vittoriosa dell’Olimpico ha corrisposto con le 500 partite da allenatore in Serie A. Per questo ha ricevuto una targa. Ma, come al solito, non vuole distrarsi: “Datemi ancora qualche giorno e poi è arrivato il giorno di rivedere un pochino la mia carriera”, ha detto in sala stampa dopo la partita.
Chiunque arriverà dopo di lui, dovrà gestire un paragone insostenibile con il tecnico di Testaccio. Per il prossimo allenatore della Roma sarà fondamentale proprio il sostegno del Ranieri dirigente, a cui la fiducia dei tifosi non mancherà mai.