Mister Ranieri aveva avvisato: “Giocare contro il Como è come andare dal dentista. Senza anestesia”. E così è stato per la Roma, costretta a una faticosa rimonta per portarsi a casa la quarta vittoria consecutiva in campionato, 11° risultato utile consecutivo (27 punti nelle ultime 11 gare di campionato).
Il primo tempo si chiude con un gol di vantaggio, allo scadere, per il Como. Un gol di Da Cunha su assist di Perrone, su ripartenza. Eppure Ranieri lo aveva detto dopo il passaggio di turno in Europa league con il Porto: “Lo sanno i muri di tutti gli stadi d’Europa che subiamo gol sulle ripartenze.” Questo resta il punto debole della Roma, che però oggi è una squadra, è unita e consapevole delle proprie qualità, in grado di ribaltare con freddezza i risultati e con una panchina lunga e adeguata ai ritmi ai quali è chiamata a giocare.
Ranieri, che aveva saputo analizzare l’avversario e le sue insidie nella preparazione del match, ha saputo, ancora una volta, leggere la partita in corso. Durante l’intervallo sostituisce Pellegrini e Shomurodov, artefici di una prova poco brillante, con El Shaarawy e Dovbyk. Poi, senza aspettare troppo, al 60esimo inserisce Cristante e Saelemaekers. Proprio quest’ultimo, non fa ancora in tempo a bagnarsi gli scarpini sul prato dell’Olimpico, che infila il gol del pari. Il belga, nelle 12 partite con Ranieri in panchina, ha collezionato 6 reti e 3 assist. Un dato che supera i numeri realizzati col Bologna in tutta la scorsa stagione. Non è un caso che la Roma stia cercando con tutte le forze di riscattarlo dal Milan.
L’inerzia della partita è cambiata, Kempf riceve il secondo giallo e il Como resta in dieci. La Roma, come contro il Porto, nonostante la superiorità numerica gestirà poco le energie: questo sarà uno dei rimproveri di Ranieri ai suoi a fine partita.
Le mosse di sir Claudio portano puntualmente i loro frutti. Al 76′ altri tre subentrati dalla panchina costruiscono il gol del vantaggio: Cristante lancia, Rensch fa uno splendido assist e Dovbyk la butta in rete. Nell’esultanza l’ucraino si sfoga con uno schiaffo contro la bandierina dell’angolo. Dybala, forse anche per evitare l’ammonizione del compagno, la raccoglie e la sistema.
I minuti che restano sono di sofferenza. Un palo salva la Roma dal tiro di Vojvoda e Svilar fa la il suo salvataggio quotidiano sul successivo tentativo di Cutrone. Proprio Dybala negli ultimi dieci minuti guarda la panchina implorante per un cambio. Non ha avuto il tempo di fare i conti, i cambi sono finiti eppure Ranieri ne avrebbe fatti altri. A fine partita rivelerà: “A un certo punto avrei voluto togliere Dybala, ma poi si è fatto male Celik. Avrei messo Baldanzi.”
I giallorossi hanno dato tutto. Uno sforzo fisico che deve essere recuperato in tempo per giovedì, quando incontreranno in Europa league l’Athletic Bilbao, reduce da una sconfitta per 1-0 con l’Altletico Madrid, in una partita faticosa, sotto una pioggia battente, dalla quale pure loro escono provati. Dopo un inizio stagione che non dava speranze europee alla Roma per il prossimo anno, ora le strade aperte sono due, quella della coppa e anche quella del campionato, complici i risultati altalenanti delle avversarie. Ranieri sta compiendo una nuova rimonta nella Capitale e chissà che il suo collega, ed ex giocatore della Roma come lui, Carlo Ancelotti, non abbia ragione nel dire di non credere al suo ritiro. Eletto allenatore del mese in Serie A, artefice della resurrezione di una stagione disperata della Roma, e senza successori designati, tantomeno individuati – come confermato nel prepartita da Ghisolfi – come si fa a non pensare a lui per la panchina giallorossa del prossimo anno?