Maurizio Landini, segretario della Cgil, intervistato recentemente su Radio24 da Maria Latella, ha affermato che le firme raccolte per il referendum contro la legge sull’Autonomia Differenziata chiedevano di cancellare tutta la legge, non solo alcune parti. “La sentenza della Corte Costituzionale, della quale bisognerà leggere le motivazioni, conferma le ragioni della nostre motivazioni. E’ una legge che divide il Paese ed è sbagliata. Raccolto un milione e 300 mila firme per l’abrogazione totale di questa legge e noi sosteniamo la necessità di abrogarla complessivamente non solo in qualche punto”.
L’autonomia differenziata non è altro che il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una regione a statuto ordinario di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive.
Le materie legislazione concorrente comprendono svariati punti, tra i quali: i rapporti internazionali e con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l’alimentazione, l’ordinamento sportivo, la protezione civile, il governo del territorio, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la comunicazione, l’energia, la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, la cultura e l’ambiente, le casse di risparmio e gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
La concessione di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario sono previste dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, che sottolinea come possano essere attribuite “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Questo comma però non è mai stato stato attuato, soprattutto a causa delle grandi differenze economiche e sociali tra regioni, che rendono particolarmente delicata, e potenzialmente dannosa, l’approvazione di leggi in questo senso. Il disegno di legge, fortemente sostenuto dal presidente leghista del Veneto Luca Zaia, è stato anche definito dal Fatto Quotidiano come “la secessione dei ricchi”, perché potrebbe assicurare molti più finanziamenti alle regioni del Nord, che già dispongono di maggiori risorse rispetto a quelle del Sud.
Per contestare la manovra di bilancio, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali, venerdì 29 novembre CGIL e UIL hanno proclamato 8 ore di sciopero generale di tutto il personale del comparto Istruzione e Ricerca e dell’Area dirigenziale, dei docenti universitari e di tutto il personale della formazione professionale e delle scuole non statali. Il sindacato, continua Maurizio Landini, non teme violenze (“nel modo più assoluto”) per lo sciopero generale del 29 novembre: “il movimento dei lavoratori ha sempre combattuto la violenza, ha sconfitto il terrorismo sia rosso e nero e a suo tempo ha sconfitto il fascismo e il nazismo”: così Landini spiega che il sindacato vuole allargare gli spazi di democrazia e che la partecipazione è anche ad una risposta “alla rabbia sociale che si è determinata, perché quando si è poveri lavorando, qualcosa non funziona”.