Da tre giorni ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma per una grave bronchite, la situazione sanitaria di Papa Francesco ha sollevato preoccupazioni in Vaticano, soprattutto considerando le sue precedenti problematiche respiratorie. Sebbene il Papa abbia recentemente affrontato altre infezioni polmonari acute, la combinazione di età e malattie minori ha creato allarmi in alcuni ambienti vaticani, con ripercussioni anche sulla prospettiva di un eventuale Conclave. Ciò che ha attirato maggiore attenzione, tuttavia, non sono solo le sue condizioni di salute, ma anche i preparativi per un futuro Conclave, in un momento geopolitico delicato dove la Santa Sede gioca un ruolo sempre più strategico.
In un contesto di crescenti disordini internazionali, la Santa Sede è spesso vista come un punto di equilibrio nelle trattative diplomatiche, e la sua capacità di influenzare i processi decisionali globali risulta cruciale. In questo scenario, l’organizzazione del prossimo Conclave diventa un tema di rilevante importanza per la Chiesa. A tal proposito, nei mesi scorsi sarebbero già cominciati a muoversi alcuni passi preparatori. Un’importante svolta si è verificata all’inizio di febbraio, quando Papa Francesco ha prorogato la carica di Giovanni Battista Re alla guida del Collegio Cardinalizio, con il vice Leonardo Sandri. Entrambi ultraottantenni, non potranno partecipare fisicamente al Conclave, ma a guidare le delicate trattative sarà il Cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato vaticano.
Nel contesto di questa preparazione, si segnala che Papa Francesco ha cercato di favorire la creazione di legami più stretti tra i cardinali eleggibili al Soglio Pontificio. Durante i Concistori che ha presieduto, ha incoraggiato incontri informali tra i porporati di tutto il mondo, creando occasioni di conoscenza reciproca che mancavano dopo le dimissioni di Benedetto XVI e la lunga malattia di Giovanni Paolo II. Oggi, infatti, il numero dei cardinali eleggibili è impressionante: ben 138, un record assoluto rispetto ai 115 del Conclave del 2013, che riflette la crescente pluralità e diversità tra i futuri possibili eletti. La necessità di ottenere due terzi dei voti per l’elezione del Papa rende ancora più evidente l’importanza di ampliare il consenso tra i porporati.
Tra i nomi che circolano come possibili candidati al papato, emerge il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, noto per la sua presenza e testimonianza di fede in una delle regioni più delicate del mondo. Altri nomi citati includono il Cardinale Parolin, il filippino Luis Tagle, l’italiano Matteo Zuppi, il cardinale Ranjith dello Sri Lanka e Charles Bo dal Myanmar, ma anche i nomi di alcuni esponenti europei come Erdo, Eijk e Arborelius. Tuttavia, è ancora prematuro parlare di “toto-nomi”, poiché la situazione è in continua evoluzione e le dichiarazioni ufficiali da parte del Vaticano insistono sul fatto che le attuali condizioni di salute del Papa non destano particolari preoccupazioni.
L’approccio che Papa Francesco ha adottato per favorire un “pre-Conclave sano”, basato sull’ampliamento della conoscenza reciproca tra i cardinali, rappresenta un elemento di novità significativo rispetto al passato. Questo approccio, avviato sotto la sua guida, mira a evitare le divisioni che hanno caratterizzato i periodi precedenti, quando la Chiesa non fu sufficientemente preparata alle sfide poste dalla malattia di Giovanni Paolo II o dalle dimissioni di Benedetto XVI. Con un numero record di cardinali eleggibili e una preparazione strategica più matura, la Chiesa cattolica potrebbe affrontare con maggiore solidità le sfide future, sia in ambito spirituale che politico.