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I retroscena tra Stato e Vaticano: “Linea segreta” di Antonio Preziosi

La Repubblica italiana, le sue istituzioni, le sue figure di riferimento e i papi con i loro principali collaboratori.

Il rapporto tra religione e Stato ha da sempre rappresentato un tema centrale nel dibattito pubblico. La politica, nel corso del tempo, si è spesso servita della forza simbolica e morale emanata dalla religione per alimentare o placare questioni sociali e culturali particolarmente controverse — e viceversa, la religione ha talvolta trovato nella politica un mezzo per rafforzare il proprio ruolo nella società.

Un discorso ampio e globale, che in Italia assume caratteristiche del tutto peculiari. Nel libro Linea Segreta di Antonio Preziosi, edito da San Paolo, questo complesso dualismo viene raccontato attraverso un percorso storico che prende avvio alla fine degli anni Cinquanta e giunge fino ai giorni nostri. Papi, ministri, presidenti della Repubblica, magistrati, uomini e donne del popolo: tutti attori di una trama in cui la fede e il potere si intrecciano in modi sottili e spesso sorprendenti.

Il Vaticano, minuscolo Stato incastonato nel cuore di Roma, rappresenta un unicum nel panorama internazionale: una realtà spirituale e diplomatica che, pur essendo geograficamente contenuta, esercita un’influenza culturale, politica e morale ben al di là dei propri confini. In Italia, tale presenza si traduce in una prossimità — fisica, storica e simbolica — che rende impossibile separare nettamente le due sfere, quella religiosa e quella statale.

Questo legame profondo si manifesta in molteplici ambiti: dalla legislazione su temi etici alle scelte educative, dai dibattiti sui diritti civili alle questioni bioetiche, fino alla gestione del consenso elettorale, soprattutto in momenti di forte polarizzazione. La Chiesa, con la sua autorità morale, è spesso stata vista dalla politica come un interlocutore privilegiato, se non come un alleato strategico. Allo stesso tempo, però, non sono mancati momenti di tensione, in cui lo Stato ha rivendicato con forza la propria autonomia, affermando la laicità come principio fondante della Repubblica.

Il libro di Preziosi illumina queste dinamiche, spesso sotterranee, attraverso documenti, testimonianze e retroscena che svelano quanto il “non detto” tra le due istituzioni abbia inciso sul corso degli eventi italiani.

Il risultato è un ritratto vivido di un’Italia in cui la linea che separa il sacro dal profano è tutt’altro che netta, e dove i protagonisti della scena pubblica si muovono lungo un confine fluido, talvolta invisibile, ma determinante.

Introduzione

Lascio qui scritta l’introduzione del libro che rappresentano al meglio cosa è questo libro:

“Chi conosce Roma sa bene che il palazzo del Quirinale e piazza San Pietro sono divisi da una piccola distanza: si tratta di circa due chilometri e mezzo, facilmente percorribili anche a piedi, per una passeggiata, considerando il buon clima che da sempre può vantare la Capitale d’Italia. Il Quirinale è stato storicamente il palazzo dei papi, poi divenuto residenza reale e infine, dopo il referendum costituzionale del 1946, residenza ufficiale dei presidenti della Repubblica. La straordinaria vicinanza fisica tra l’Italia e lo Stato della Città del Vaticano, che è sostanzialmente una piccola enclave nella città di Roma, fa spesso perdere di vista anche i più esperti commentatori che si tratta di due Stati che, come recita la Costituzione, sono “ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani”. Le loro relazioni vanno quindi inquadrate nell’ambito dei rapporti diplomatici e internazionali…. In questo fazzoletto di alcune centinaia di metri quadrati e di palazzi si dipanano quindi le relazioni e le storie che rendono avvincente il racconto di ciò che unisce e ciò che divide l’Italia della Repubblica e lo Stato dei Papi.”

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