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Racconti in Nero di Maupassant.

Version 1.0.0

I racconti presenti nella raccolta Racconti in nero rappresentano una delle vette artistiche della narrativa di Guy de Maupassant, figura centrale nella letteratura francese del XIX secolo e considerato l’inventore del racconto moderno. Questa raccolta edita da Ares Edizioni , composta da sei racconti, si distingue per la sua esplorazione dei recessi più oscuri dell’animo umano, affrontando temi di morte, follia e mistero, temi che rispecchiano una profonda riflessione sull’esistenza e le sue contraddizioni.

Maupassant, allievo e amico di Flaubert, il quale fu un punto di riferimento fondamentale nella sua vita e carriera, riesce a tradurre in parole la complessità dell’esistenza umana con una maestria unica. La figura di Flaubert, con la sua rigorosa attenzione ai dettagli e la sua visione realistica, ha plasmato l’approccio narrativo di Maupassant, ma quest’ultimo si distacca dagli eccessi del Naturalismo, trovando una sua voce distintiva: mentre Flaubert manteneva la fede nell’Arte come ultima ancora per l’uomo, Maupassant, discepolo del filosofo Schopenhauer, abbraccia una visione più cupa e disincantata.

Schopenhauer, definito “il più grande distruttore di sogni che sia mai passato sulla terra”, ispira Maupassant a scagliarsi contro qualsiasi cosa possa ispirare fiducia nella vita, presentando la religione come un inganno e negando la Provvidenza. Questo approccio filosofico porta l’autore a riflettere sull’assurdità dell’esistenza e sull’inevitabilità della morte, temi che risuonano in ogni pagina della raccolta.

Una prosa incisiva con un occhio acuto


La scrittura di Maupassant è caratterizzata da un’eleganza sobria, capace di evocare immagini vivide senza fronzoli superflui. La sua prosa incisiva e il suo occhio acuto per i dettagli creano un’atmosfera di inquietudine che pervade ogni pagina. Egli è un vero etnologo dei cimiteri, abituato a frequentare la dimensione orrifica, e riesce a descrivere il montare della paura, che nei suoi racconti si trasforma in autentico terrore. La sua abilità nel creare suspense e nel rendere palpabile l’angoscia è ciò che rende la sua scrittura così potente e duratura.


La visione pessimistica di Maupassant emerge chiaramente nei suoi scritti, in cui l’uomo, celebrato come il vertice della Creazione, è in realtà ridotto a “una bestia di poco superiore alle altre”. L’autore attribuisce questo pessimismo generalizzato alla sua lucidità di scrittore, rivelando come il progresso, al quale tanti intellettuali positivisti del XIX secolo avevano bruciato incensi, sia solo una chimera. L’osservazione della “sciocca bestialità umana” suscita in Maupassant un profondo senso di orrore; persino l’amicizia, nei suoi scritti più pessimisti, appare come un inganno odioso, poiché gli uomini sono impenetrabili gli uni agli altri, chiusi nella loro corazza di egoismo.


Questi racconti sono un autentico sberleffo alla sacralità della morte e vergati con il consueto elegante cinismo: Maupassant utilizza un’ironia che sfocia nel sarcasmo e una sbrigativa pragmaticità, ispirando l’azione di molti dei suoi personaggi. La sua prosa, pur essendo intrisa di una vitalità istintiva, rivela anche l’oscura e terribile fascinazione della morte. Ogni racconto è un invito a esplorare la fragilità della condizione umana, a confrontarsi con le proprie paure più intime e a riflettere sulla transitorietà della vita.
La capacità di Maupassant di evocare il terrore attraverso episodi quotidiani è ciò che rende la sua opera così potente. Egli riesce a delineare personaggi e situazioni con poche, incisive pennellate, creando una tensione emotiva che tiene il lettore incollato alla pagina. L’elemento della paura è sempre presente, e Maupassant sa come utilizzarlo per rivelare le verità più scomode sulla natura umana e sulle sue debolezze.


Racconti in nero non è solo una semplice raccolta di racconti; è un viaggio nell’abisso dell’animo umano: Maupassant, con la sua prosa incisiva e il suo sguardo penetrante, offre una visione disincantata della vita. In un’epoca in cui la letteratura tende spesso a rifugiarsi in narrazioni superficiali, quest’opera si erge come un faro di introspezione e riflessione, invitando a un confronto onesto con i lati più nascosti della condizione umana. Attraverso questi racconti, Maupassant non solo racconta storie di paura e angoscia, ma ci invita a riflettere sul nostro stesso esistere, su come affrontiamo la vita e la morte, e su come, in ultima analisi, la nostra umanità possa emergere anche nel contesto più tenebroso.

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