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“La signora delle merci”: il volto nascosto della logistica

Il sistema di approvvigionamento delle legioni romane, la rete commerciale della Est India Company fino ad arrivare ai meccanismi di distribuzione di Walmart e Amazon. Tali fenomeni storicamente lontani tra loro hanno in comune la gestione della complessità dello spazio, la capacità di pianificazione della geografia e la precisione della scelta di organizzazione, in altre parole la logistica.

Invisibile agli occhi dei consumatori finali, la logistique, termine che utilizzò specificatamente per primo il generale svizzero prima al servizio di Napoleone e poi di Alessandro I, Antoine-Henri Jomini, è la grande rete infrastrutturale che innerva l’economia globale. Marittima e terrestre o digitale, dalle caravelle portoghesi fino alle autostrade sottomarine dell’informazione, la logistica manifesta se stessa, paradossalmente, solo nelle sue criticità, nel momento in cui un tassello della catena viene meno. 

Storicamente antica, la necessità di governare la complessità in termini logistici ha avuto i suoi albori nel mondo militare. Gli eserciti furono le prime grandi organizzazioni umane la cui capacità operativa era strettamente interconnessa con la gestione delle vettovaglie, la conoscenza del territorio e una mirata pianificazione delle tappe.

Basata da sempre sulla necessità di porre un freno alle forze entropiche attraverso meccanismi di standardizzazione ed efficientamento continuo, il Covid in primis poi i cambiamenti climatici, vedi la siccità del canale di Panama, ed infine i disordini bellici nello stretto di Baba al Mandab, hanno rivelato la fragilità delle catene globali, le filiere del valore delle merci.

La logistica contemporanea, come spiega in modo accurato Cesare Alemanni nel suo libro “La Signora delle Merci” pubblicato per Luiss University Press, deve il suo volto attuale al dialogo costante tra l’innovazione tecnologica e sistema produttivo, in un interconnessione continua in grado di sciogliere le catene di Prometeo, citando un fortunato testo dello storico David Landes.



Dal punto di vista del legame tra sistema produttivo e logistica, lo sviluppo della supply chain su scala internazionale si connette con la fine del paradigma fordista-keynesiano e il successivo affermarsi di politiche a stampo monetarista, orizzontali e basate sulla domanda. In tale passaggio, il settore manifatturiero americano ed europeo vede un graduale superamento dell’integrazione verticale dell’impresa: l’affermarsi dei processi di delocalizzazione e la produzione just in time di matrice giapponese diventano pilastri cardini.

Gli ingredienti della logistica: container e computer

Nel nuovo ecosistema produttivo la logistica acquisisce un’importanza strategica fondamentale nel consentire, con la massima precisione, la capacità di approvvigionamento di materie prime e merci. Tale espansione delle catene del valore non sarebbe stata impossibile senza l’introduzione di due strumenti tecnologici fondamentali: il container e il computer.

La containerizzazione dei trasporti è stato il risultato di un processo fondamentale di elaborazione di uno standard unico e condiviso della gestione delle merci, garantendo e consolidando l’intermodalità dei mezzi di consegna e scarico dei prodotti, dalla gomma dei camion, al ferro dei treni fino all’acciaio delle navi. Il sistema di scatole dei container ha permesso non solo una maggiore velocità nelle operazioni portuali ma allo stesso tempo di sviluppare in altezza l’immagazzinamento sulle imbarcazioni pronte a lasciare i moli per nuovi scali.

La crescita della complessità nella catena del valore non sarebbe stata possibile senza la capacità di gestire ingenti quantità di dati. L’elaborazione, gestione e pianificazione di processi sempre più rapidi non poteva trovare un alleato più solido nell’informatizzazione e nella trasformazione delle merce in dato. Tale percorso è stato segnato, ritornando dal macroeconomico al micro, dall’introduzione del codice a barre per l’acquisto dei nostri prodotti quotidiani. Il primo linguaggio di fatto illeggibile per l’uomo senza supporto tecnologico.

L’evoluzione della logistica

Quale sarà l’evoluzione della logistica nel prossimo futuro? In prospettiva si potranno aprire nuovi percorsi di trasporto merci che vedranno come arene inedite da un lato le vie aperte dallo scioglimento dei ghiacciai artici e dall’altro le future missioni spaziali. Sul fronte geopolitico il fenomeno della limitazione delle catene del valore rappresenta, con il reshoring, sempre più una necessità di sicurezza nazionale mentre la Cina continua la sua espansione dell’infrastructure power attraverso il grande contenitore del progetto BRI.

Sicuramente la sfida della riduzione dell’inquinamento e delle emissioni nocive non potrà non richiedere una transizione anche del settore della logistica, chiamato a far fronte anche alle prossime sfide dei cambiamenti climatici.

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