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“China Intelligence” di Antonio Teti: l’indagine sullo spionaggio cinese

 La Repubblica popolare cinese è fattualmente al centro dell’attenzione di moltissimi paesi occidentali, a causa dello spionaggio applicato dal Gigante asiatico per sabotare oppure acquisire informazioni utili. Le tecniche di hacking applicate dalla Cina sono state affrontate nel libro “China Intelligence” scritto da Antonio Teti e pubblicato dalla Casa Editrice Rubbettino.

Come indicato nell’opera di cui sopra, il Governo comunista cinese fa leva sul sentimento di etnonazionalismo presente nella popolazione, che chiaramente è soggiogata da una propaganda fortissima e di conseguenza crede fermamente nella causa nazionale.

Durante la lettura si può notare come l’influenza capillare del Ministero per la Sicurezza dello Stato sia fortemente impegnato nel reclutamento di nuove spie: alcuni vengono contattati prevalentemente nelle Università cinesi, in base alle loro skills e propensioni linguistiche generali. Altri invece vengono contattati anche all’estero tramite l’applicazione di LinkedIn, dietro un compenso in denaro, che con il passare del tempo diventa una spada di Damocle sul soggetto in questione, visto e considerato che il rischio di essere scoperti è decisamente alto.

Nel libro ci sono molti nomi appartenenti alle spie cinesi e a tutti coloro che sono deputati all’arruolamento degli individui che potrebbero essere molto utili per la causa  d’intercettazione. Un’inchiesta che ha lo scopo di fornire nuove delucidazioni sulle intercettazioni portate avanti  dall’RPC durante gli anni.

Il metodo utilizzato dalla Cina per accentuare le collaborazioni, riguarda propriamente gli aiuti che verrebbero forniti alle famiglie delle spie ed alle stesse, nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto.

Chiaramente, la Repubblica popolare cinese ha intenzione di tutelarsi dallo spionaggio e dal controspionaggio nel proprio territorio: nel libro è presente  una vignetta che tende a scoraggiare la popolazione cinese a confidare delle relazioni interpersonali con persone di un’etnia diversa, specialmente se il rischio sarebbe quello di confidare informazioni inerenti dati sensibili appartenenti al Governo locale.

La Cina sfrutterebbe inoltre il proprio “Turismo” per accentuare la propria presenza ed il controllo sul suolo estero, al fine di restare aggiornata sugli avvenimenti aldilà della propria sfera nazionale. Viene inoltre affrontato il topic riguardante la teoria del “Mille granelli di sabbia”, che si ricollega al concetto precedente dell’impegno nella sfera estera.

Antonio Teti è riuscito decisamente nell’intento di delineare quali siano le strategie e le tattiche utilizzate dall’RPC per tutelare i propri interessi in base alle azioni compiute dagli altri stati e in generale per organizzare le proprie contro-mosse sul piano politico ed economico. E’ chiaro che conoscere le scelte di un altro esecutivo anticipatamente, può avvantaggiare uno stato concorrente: questo è proprio l’obiettivo a cui punta l’intera Oligarchia comunista cinese.

Un controllo sul resto dei territori limitrofi e lontani, favorisce l’adattabilità delle scelte politiche: di fatto questa sembra essere  una delle indicazioni del Professor Teti, il quale ha proposto una visione generale dei fatti per consentire al proprio lettore di trarre delle conclusioni sul sistema utilizzato dal Partito Comunista cinese per controllare a distanza gli avversari lontani, proprio come farebbe un burattinaio di primo ordine.

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