Nei mesi scorsi i “Fantastici 3” si sono sfidati a battute e frecciatine e adesso, come navigati giocatori di poker all’ultima mano, evitano i fronzoli per andare al sodo. Facce consumate da “Ancora una mano grazie”.
Beppe Grillo, da sempre restio ai salotti televisivi, è stato il primo a presentarsi nel salotto televisivo per eccellenza “Porta a Porta”. Trasmissione vivace e scambi di battute sono stati gli elementi fondamentali di due persone che, pensando ai futuri plus ereditati dalla trasmissione, si sono dati una mano reciprocamente senza farsi del male: Vespa è stato il primo ad intervistare Grillo e quest’ultimo, attraverso atteggiamenti pacati, guadagnerà qualche voto. Se a qualche volto televisivo aggiungiamo i voti delle folle che riempiono le piazze il conto è presto fatto.
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, punta al clima oceanico delle manifestazioni in opposizione ad un Partito, il proprio, ancora troppo basato su figure inamovibili. Il Matteo di Firenze sta svecchiando un partito nato con la pensione. Si impegna a girare senza scorta (“La mia scorta siete voi”) e mette in vendita auto blu. Aiuta con ottanta euro le famiglie più in difficoltà e twitta i suoi pensieri e riflessioni. Evita “La partita del cuore” per la par-condicio e rilancia, nelle Regioni in cui si vota per i consigli, figure di caratura come Chiamparino a Torino, definendolo “compagno.
Infine, non poteva mancare, Silvio Berlusconi. Dopo essersi allontanato da Alfano (una separazione voluta da Lui o dal suo Delfino?) propone, nuovamente, l’unione dei democratici. Unisce nella stessa coalizione la Lega e schieramenti del Sud-Italia senza che questi si accorgano dei conflitti naturali che esistono tra loro. Come una vecchia volpe astuta fa il giro delle trasmissioni Mediaset (le sue) e lancia la sua ennesima candidatura. Poi, all’improvviso, a rovinare tutto arriva un giornalista straniero della BBC che, con molta calma, chiede le motivazioni del famoso insulto alla Merkel. E Berlusconi, da sempre abilissimo davanti alle televisioni, mima con la mano un semplice no, sottomesso quasi, come se non si aspettasse che qualche giornalista potesse arrivare a tanto. Un silenzio goffo, non da lui. Una caduta non degna di un ex cavaliere.
Alessio Giaccone
21 maggio 2014