di Rossella Bonassisa
Ma siamo davvero sicuri che le donne siano rispettate nella cultura occidentale? Dai fatti sembrerebbe proprio di no.
Mentre la cultura islamica nasconde la donna o la isola socialmente, la cultura occidentale tende a denigrarla, e a farla apparire come oggetto sessuale o merce. In entrambi i casi si tratta di culture maschili e maschiliste, che temono gli aspetti femminili dell’essere umano, come l’intuito, la crescita emotiva e la creatività. Le donne della società contemporanea sono esposte al martellamento mediatico denigrante e mercificante, che le destabilizza e in molti casi provoca disturbi alimentari o scompensi di vario genere. Il martellamento punta a farle sentire fisicamente inadeguate, attraverso modelli perfetti, dotati di magrezza non naturale o di caratteristiche fisiche non comuni.
In Italia 3 milioni di persone soffrono di anoressia o bulimia e nel 95% dei casi si tratta di donne. Queste patologie emergono soprattutto nella fascia d’età che va dai 12 ai 25 anni.
La bambina, fin da piccola, apprende che l’avvenenza sessuale è la cosa più importante richiesta alla donna, e che i modelli estetici proposti dai media sono praticamente irraggiungibili. Una ricerca della Società Italiana di Pediatria ha fatto emergere che già le ragazzine delle scuole medie, per il 60,4%, sono preoccupate per il loro peso, e vorrebbero diventare più magre. Molte di esse, per adeguarsi al modello estetico proposto dai media, intraprendono diete non riconosciute che creano problemi nell’alimentazione.
Le modelle delle passerelle o le ragazze delle copertine delle riviste, spesso hanno un corpo sottopeso e non godono di un’idonea salute fisica, essendo sottoposte a diete non salutari. Esse stesse sono vittime del modello imposto nel mondo della moda e della pubblicità e possono avere conseguenze gravi per la loro salute. Alcune di esse giungono alla morte.
Per uscire dalle patologie alimentari occorrono spesso lunghe cure psicoterapiche, che operino in senso contrario rispetto alla destabilizzazione psicologica dei media, facendo acquisire alle ragazze sicurezza in se stesse e recuperare la loro interezza di persone.
Le donne sono discriminate nel lavoro, nella società e talvolta anche in famiglia. Esse lavorano con salari più bassi e meno possibilità di carriera. Le loro mansioni richiedono nella maggior parte dei casi e alle volte in maniera del tutto esclusiva la cosiddetta “bella presenza”, senza minimamente focalizzare l’attenzione sulle capacità, competenze e conoscenze acquisite attraverso un percorso di studi e una relativa esperienza pregressa.
In Italia proliferano i concorsi di bellezza, e persino la Rai dedica ogni anno molte serate all’elezione di Miss Italia, esaltando l’evento come fosse importantissimo. Gli spettacoli televisivi mostrano donne poco vestite, che vengono utilizzate per la loro avvenenza. Da anni ormai ci siamo abituati all’esistenza di programmi in cui sono presenti una o più figure femminili che si offrono alla vista ma non hanno alcun ruolo né competenze professionali. Le “vallette” in TV, spesso non hanno nemmeno un nome, e subiscono una depersonalizzazione che ha lo scopo di farle apparire, semplicemente, come oggetti sessuali seducenti.
L’Istat ha notificato un’indagine sulla condizione femminile nel nostro paese, rilevando un livello altissimo di violenza contro le donne. I comportamenti di minaccia o persecutori di ex partner riguarderebbero almeno 2.077.000 donne. Le vittime di violenze fisiche o sessuali sono 6.743.000, mentre le donne che hanno subito violenze psicologiche dal partner sono 7.134.000. Negli ultimi 12 mesi, oltre un milione e mezzo di donne sono state vittime di violenza sessuale o fisica. Gli stupri spesso non sono denunciati, e molte donne non parlano con nessuno delle violenze subite. Dall’indagine emerge che ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo. Ogni anno 500.000 donne italiane denunciano casi di stupro, di molestie o di tentata violenza.
La cultura occidentale illude la donna di essere libera sessualmente, ma “mercificare” non significa liberare.
Negli ultimi decenni, i media occidentali puntano a fare in modo che la donna abbassi il concetto che ha di se stessa, fino a ritenere di valere soltanto per le sue qualità estetiche. Sempre più programmi televisivi parlano di interventi chirurgici per modellare il corpo o per eliminare le rughe. L’invasione massiccia di questi programmi e delle pubblicità di prodotti per la bellezza o per il trucco rischiano di farci perdere di vista che prima ancora di essere donne o uomini, siamo persone e come tali abbiamo diritto al rispetto del nostro corpo e della nostra dignità di esseri umani. Le risorse dell’uomo sono sia “maschili” che “femminili” e risulta impossibile un vero progresso culturale e umano se non si integrano tutti gli aspetti e non si diventa capaci di rispettare ogni essere umano nel suo valore di persona.
Fonte articolo: Ventonuovo