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Immigrazione: Divergenze nell’interpretazione del trattato di Schengen

di Lorenzo Ettorre

La disputa europea sull’immigrazione continua imperterrita. La maggiore controversia in questi ultimi giorni è stata in merito all’interpretazione del trattato di Schengen, che prevede la libera circolazione entro i confini dei Paesi che vi aderiscono. La Francia aveva fin dall’inizio sostenuto che il solo permesso di soggiorno temporaneo non sarebbe stato sufficiente e che i migranti avrebbero dovuto avere con sè quantomeno un passaporto valido e le risorse economiche necessarie al proprio sostentamento.

Tesi ribadita con forza dalla Germania, che promette di intervenire per bloccare l’iniziativa italiana di far passare le frontiere ai migranti verso altri Paesi Ue. Il portavoce del ministro dell’Interno tedesco fa sapere che Berlino considera la decisione dell’Italia di accordare permessi temporanei per motivi umanitari ai migranti tunisini «contraria allo spirito di Schengen» e che il governo tedesco solleverà la questione lunedì alla riunione ministeriale Ue di Lussemburgo. Non sembra dunque essere passata la linea italiana che con i permessi temporanei riteneva di avere trovato la chiave per far sì che anche altre nazioni facessero la propria parte nell’accoglienza ai migranti. Molti dei quali, tra l’altro, hanno espressamente dichiarato di esser sbarcati in Italia per questioni di vicinanza ma di essere in realtà interessati a raggiungere altri Paesi, in primis proprio la Francia, punto di riferimento naturale (a causa del suo passato coloniale) per tutte le popolazioni dell’area maghrebina.
Il Governo italiano appare tuttavia convinto delle proprie buone ragioni. L’interpretazione del ministero dell’Interno italiano è diversa da quella che fin qui Francia e Germania hanno dato. La norma italiana (quella appunto dei «permessi temporanei per motivi umanitari») è stata recepita al momento dell’adesione al trattato di Schengen. Per questo il ministro Maroni ha già sostenuto che per non rispettarla un Paese aderente al patto ha solo due possibilità: sospendere l’applicazione del trattato o uscirne definitivamente. Non solo. L’Italia ha stabilito con un Decreto del Presidente del Consiglio che il permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi per i cittadini nordafricani, giunti in Italia fra il primo gennaio ed il 5 aprile, da richiedere entro il 16 aprile, consentirà «all’interessato, titolare di un documento di viaggio, la libera circolazione nei Paesi Ue, conformemente alle previsioni dell’Accordo di Schengen e della normativa comunitaria». Lo si legge nel Dpcm, pubblicato venerdì sera sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo l’Italia, una volta ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo, l’unico limite per poter accedere negli altri Paesi Ue sarà la titolarità di un documento di viaggio.
La posizione del Governo italiano sembra sostenuta dallo stesso Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha infatti criticato la Ue e ha rivolto un invito preciso: «C’è bisogno di scelte più coese da molto tempo». In Europa, continua il Presidente, “é necessario e possibile parlare con una sola voce anche sui temi dell’immigrazione”. Il capo dello Stato invita a dare risposte a chi arriva sulle coste europee “sulla base delle nostre possibilità “. “Quando dico nostre – spiega il Presidente Napolitano nel corso della conferenza stampa del Gruppo di Arraiolos – non mi riferisco soltanto all’Italia perché il problema non è solo italiano ma di tutta l’Europa”. “Un punto è già stato trovato – sottolinea il capo dello Stato – spero si dimostri nel prossimo Consiglio dei Ministri degli affari interni e di giustizia a Bruxelles”. Forse è il caso che in tale consesso siano presenti più “consigli” e meno “ministri”.

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