La Onlus opera nella tenuta ‘La Mistica’, alla periferia Sud-Est di Roma, in cui i volontari lavorano per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie che hanno avuto a che fare con la giustizia. In un’intervista concessa dal Capitano Ultimo all’Ansa, De Caprio ha ripercorso le motivazioni che lo hanno spinto a mettere in piedi il nuovo progetto ed ha riassunto il tipo di attività che vengono svolte all’interno della casa famiglia.
“L’idea – ha detto De Caprio – è nata da un profondissimo senso di colpa. Non possiamo delegare ad altri, a specialisti, organizzazioni, l’impegno per la povera gente, per impedire che nel 2000 ci siano ancora persone che non hanno da mangiare, che non hanno da dormire, persone che sono sole e abbandonate: è un crimine contro l’umanità. Le parole sono parole, impegnarsi è un dovere e l’ho fatto perché, insieme ai ‘miei’ carabinieri e alle persone della società civile che collaborano con noi, crediamo che l’impegno sia una preghiera e la nostra lotta”.
“Dobbiamo dimostrare – prosegue De Caprio – che essere poveri non deve limitarci, deve essere un punto di partenza. Essere poveri, essere in difficoltà diventano qui un’opportunità per creare occasioni: qui le famiglie che ci vengono a trovare risparmiano, trascorrono giornate in serenità e ne hanno quindi una convenienza. Questa loro convenienza è creata da persone in difficoltà, da miserevoli. Queste persone, queste famiglie che ci vengono a trovare, fanno a loro volta sopravvivere le stesse persone che creano per loro questa opportunità: è un meccanismo nobile, ed è all’Italia.
I cronisti domandano se l’Arma contribuisca a sostenere in qualche modo l’attività promossa dalla Onlus ma ‘Ultimo’ ha subito precisato che ci sono differenze tra ciò che viene svolto nella tenuta e ciò che i carabinieri in divisa fanno ogni giorno: “L’Arma non deve fare queste cose. L’Arma combatte sulla strada, noi invece dobbiamo dimostrare che essere uomini dell’Arma vuol dire avere anche un impegno sociale, straordinario, unico: sull’esempio di quello che ci hanno insegnato i martiri e gli eroi caduti negli anni sulle strade di tutta Italia”.
In chiusura è stato chiesto quale fosse il filo che unisce l’impegno profuso nella lotta alla malavita organizzata e alle ecomafie con le attività della Onlus. ‘Ultimo’ ha risposto così: “La giustizia. Quello di far parte di un’umanità fatta di poesia, di amore, di bellezza. La bellezza è aiutarsi gli uni con gli altri e arrivare tutti insieme al traguardo della sopravvivenza”.