Oltre agli arresti, i militari impegnati nel blitz hanno sequestrato ingenti quantitativi di droga mentre sono tuttora in corso una cinquantina di perquisizioni in varie province italiane.
Le indagini che hanno portato alla scoperta del sodalizio criminale dedito al traffico internazionale di droga furono avviate un anno fa. Secondo gli inquirenti, tra i membri della banda di narcotrafficanti ci sarebbero anche ex affiliati al gruppo di stampo mafioso meglio noto come la mala del Brenta.
I sottoposti a fermo, in base a quanto emerso dall’inchiesta, importavano lo stupefacente dall’estero per poi smerciarlo nelle regioni nel Nord Italia. La cocaina arrivava dal Sudamerica e dall’Asia grazie agli agganci in quei paesi di ex appartenenti alla mala del Brenta, personaggi noti alle forze dell’ordine e legati tra loro da anni e anni di criminalità. Una società compiacente, con sede a Venezia, aveva infine il compito di ripulire il denaro sporco frutto del narcotraffico.
La mala del Brenta – o mafia del Piovese – nacque in Veneto negli anni ’60 per poi estendersi nelle altre regioni limitrofe, fino alla sua dissoluzione, a metà anni ’90. Il gruppo si è reso responsabile di rapine, omicidi, traffico di droga e armi e di clamorose evasioni dal carcere, seminando panico nelle aree coinvolte per circa 20 anni. Il boss dell’organizzazione, Felice Maniero, detto faccia d’angelo, è diventato collaboratore di giustizia nel 1995 ed ha contribuito a smantellare l’organizzazione, e dal 2010 è un uomo libero con una nuova identità.
Davide Lazzini
19 dicembre 2014