Il quarantenne, incensurato e ritenuto al di sopra di ogni sospetto, era riuscito ad adescare in rete una tredicenne di Trento: creando una falsa identità virtuale, comprensiva di dati anagrafici non rispondenti alla sua vera età, il soggetto ha teso la trappola ed è riuscito a ingannare una ragazzina e a conquistarne la fiducia. Dopo vari messaggi scambiati con l’inconsapevole vittima, il quarantenne avrebbe forzato la mano passando a richieste sempre più esplicite e convincendo la giovane a scambiare in video chat atti espliciti di erotismo, che hanno portato la minore a compiere anche atti libidinosi su sè stessa.
Le richieste dell’uomo nei confronti della ragazzina sono divenute nel tempo sempre più insistenti e si sono protratte per più di un anno – dal 2012 al 2013 – fino a quando la giovane, probabilmente turbata per gli atteggiamenti dell’amico virtuale, ha avuto il coraggio di confidare tutto alla madre che si è immediatamente rivolta alla Polizia Postale. Attraverso l’intervento dell’Ufficio ‘indagini pedofilia’ è stato possibile avviare immediatamente un’indagine approfondita che ha permesso di porre fine al sistema architettato dal quarantenne pratese, il quale si trova attualmente rinchiuso nella casa circondariale ‘La Dogaia’ di Prato, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.
Davide Lazzini
29 agosto 2014