Need For Speed Payback: l’importante è vincere

Non importa se vinci di un centimetro o di un chilometro. L’importante è vincere.
Tyler, Mac e Jess sono i protagonisti di questo nuovo capitolo, ognuno con il proprio stile di guida e le proprie abilità: Tyler predilige le auto da corsa e quelle da accelerazione, Mac quelle da fuoristrada e da drift mentre Jess le auto da fuga. Queste tipologie di auto rappresentano i cinque stili di guida in cui dovremmo cimentarci in NFS:Payback.
Questa crew si riunisce dopo tanto tempo per fronteggiare un nemico comune a Fortune Valley, nemico che ricorrendo alla prepotenza e alla corruzione si sta diffondendo a macchia d’olio nello scenario delle corse automobilistiche e della criminalità : il suo nome è La Loggia.
Durante il corso dell’avventura i tre protagonisti si ritroveranno a fronteggiare le altre crew locali (Lega73, 6 di Silver, La Milizia di Ember, Calaveras, Cambio Radicale, il Club della Rivolta, Rombo di Tuono, il Club dell’ 1%, il Ghota del Diamante e l’Industria del Rischio), ognuna con il proprio stile di guida e ognuna disposta a tutto pur di estirpare La Loggia, al fine di assicurarsene l’appoggio per raggiungere il loro obiettivo.
Piatto ricco mi ci ficco.
Ghost Games ha voluto portare sulla tavola un piatto ricco, divertente e fresco: un connubio di sapori rappresentato dall’unione di passato e presente.
Il gioco offre un open world grande, suddiviso in tre grandi zone principali: città, collina e deserto. In queste zone è possibile svolgere tante attività diverse, suddivisibili “banalmente” in attività che riguardano il fulcro del gioco, ossia le corse automobilistiche (corse sull’asfalto, sullo sterrato, gare di drag e di drift, fughe dalla polizia e dai membri della Loggia), ed attività che fungono da passatempo, quali autovelox, salti, distruzione di cartelloni, zone di derapata e di velocità e raccolta di chip. È in queste attività “secondarie” che si percepisce maggiormente il mix tra passato (Burnout Paradise per quanto riguarda i cartelloni) e il presente (Forza Horizon per i salti, gli autovelox, ecc), mix azzeccato perché trae spunto da giochi molto apprezzati. Un ulteriore aspetto che è stato preso dalla serie Forza Horizon è la presenza di catorci, dove in NFS:Payback non ci si limita a trovare l’auto abbandonata ma bisogna trovare i vari pezzi che la compongono partendo da un indizio (un luogo approssimato di dove potrebbe trovarsi il pezzo).
Poco ma buono.
Il parco auto di NFS:Payback non verrà certamente ricordato per la sua vastità, se paragonato ad altri titoli di recente uscita a tema automobilistico, ma rimane comunque molto variegato e pronto a soddisfare tutti i tipi di palato. Il numero delle auto è buono, si aggira attorno alle 80 vetture, e si passa da quelle più “datate” (Volkswagen Beetle, Nissan Skylan GT-R V-Spec 1993, ecc..) a quelle più moderne (Koenigsegg Regera, Ford Focus RS, ecc..), ognuna con un proprio livello. Tale livello potrà essere implementato durante il corso del gioco tramite l’utilizzo di Speed Cards.
Tuning is not a crime.
La componente tuning è molto curata e interessa sia la parte estetica che quella meccanica.
Per quanto riguarda la parte estetica, si può intervenire sul veicolo in ogni suo aspetto (kit estetico, terminale, specchietti, cofano, cerchioni,ecc.), potendo scegliere tra diverse tipologie di pezzi per ciascuna parte modificabile e potendo aggiungere anche un tocco di stile grazie agli elementi cosmetici (neon, fumo del nitro e degli pneumatici colorato, clacson, sospensioni idrauliche).
Per quanto riguarda la parte meccanica, gli interventi di modifica avvengono attraverso le Speed Card. Esse non sono altro che carte le quali possono essere reperite in diversi modi e forniscono un incremento immediato delle performance del veicolo, andando a migliorare vari componenti come lo scarico, la centralina, il monoblocco, ecc.
Le modalità con cui si possono ottenere le Speed Card sono due: completando le varie gare oppure recandosi presso una delle tante officine sparse per il mondo di gioco. Nel primo caso viene data al giocatore la possibilità di sceglierne, in caso di vittoria, una tra una selezione di tre card, che ovviamente offrirà un potenziamento random. Nel secondo caso è possibile comprarle presso le officine con il denaro accumulato durante l’avventura oppure girando una sorta di “ruota della fortuna” utilizzando dei gettoni di scambio (che possono essere comprati anche con denaro contante). Le modifiche estetiche sono di cinque marche diverse (Americana, Outlaw, NexTech, Carbon e Chidori) ed ognuna di esse è specializzata nel migliorare determinati attributi (salto, velocità, accelerazione, nitro, velocità, ecc..).
Anche l’occhio vuole la sua parte.
Dal punto di vista grafico, il lavoro svolto su NFS:Payback è davvero ottimo e rende omaggio anche alle console che si limitano al Full HD come PS4 e Xbox One. Le auto hanno un livello di dettaglio più che buono, così come il paesaggio che è in grado di regalare panorami meravigliosi. Un valore aggiunto è rappresentato senza ombra di dubbio dalla modalità Foto, che si presenta con un’interfaccia semplice e con la possibilità di applicare vari filtri e regolare diversi aspetti in modo da rendere ancora più uniche e belle le proprie creazioni.
É meglio avere il 50% di qualcosa che il 100% di niente.
Need For Speed:Payback è un gioco di guida arcade divertente, con una buona dose di azione, un sistema di guida semplice e facile da padroneggiare e che mette il giocatore davanti a tante attività da svolgere. L’incremento delle prestazioni tramite Speed Card è un’aggiunta interessante ma può portare il giocatore a dover ripetere più volte una corsa, specialmente all’inizio, al fine di trovare potenziamenti di livello maggiore con la conseguenza di creare una certa ripetitività nel lungo periodo, tanto da arrivare a prediligere l’acquisto tramite moneta o gettoni di scambio per diminuire i tempi.
Questo capitolo vuole seguire la strada intrapresa dal predecessore, facendo del tuning e della narrazione il punto forte e cercando di fare un graduale ritorno al passato ma senza dimenticare il presente. Certamente la strada prima di arrivare ai cari e amati Underground e Most Wanted è ancora lunga, ma direi che siamo sulla strada giusta.