Kao The Kangaroo – Un simpatica avventura d’altri tempi

Quest’oggi la serie di Kao The Kangaroo è pronta per tuffarsi nuovamente tra le braccia dei videogiocatori sulle console di nuova generazione. Dopo alcuni rinvii e qualche incertezza iniziale sulla finestra di lancio, il titolo sviluppato da Tate Multimedia è ufficialmente pronto per essere giocato.
Abbiamo avuto la fortuna di poter mettere le mani in anteprima sul gioco per potervene parlare oggi dopo averlo finito (e quasi completato al 100%). Un adventure platform colorato e divertente, che per tutta la sua durata ci ha fatto respirare quella strana aria di nostalgia ed amore per i tempi passati ed i giochi di un tempo, con un occhio di riguardo ad un’atmosfera sempre fanciullesca e leggera.
Cosa voglio dire? Andiamo a scoprirlo insieme.
Kao The Kangaroo, tra semplicità e scioltezza
La primissima cosa che un qualsiasi giocatore noterà iniziando l’avventura di Kao The Kangaroo è la semplicità con la quale la storia viene raccontata. Quasi come in un racconto per bambini, ci si ritroverà a vestire i panni di Kao, un simpatico e giovane canguro australiano, pieno di energie e pronto a tutto per aiutare i suoi cari.
Questo si trasforma di fatto in un ottimo incipit per lanciare il giocatore in un livello tutorial dove, grazie agli insegnamenti ed alla guida del maestro, si impareranno le basi di combattimento e si faranno propri i comandi del gioco. Non che questi ultimi si discostino molto dai classici comandi di un qualsiasi platform in 3D, ma è bene non dimenticare la natura fanciullesca di quest’opera.
Una volta completato l’addestramento infatti, la storia prenderà una piega da racconto creepy adolescenziale: il mondo di gioco è stato in qualche modo corrotto da alcuni misteriosi cristalli e l’incontro tra il protagonista ed un paio di guantoni magici servirà come nota di partenza per lanciare il giocatore nell’esplorazione dei livelli dell’avventura.
Come mai questi semplici guantoni da boxe conoscono il passato del padre di Kao?
Cos’hanno a che fare con il potere misterioso dei cristalli e perché reagiscono al loro potere?
Ma soprattutto, come mai parlano?

Colori ed ispirazione in un mix classico
Vi faccio un piccolo spoiler: all’ultima domanda del paragrafo precedente non avrete mai risposta. Ma dopo tutto sappiamo che a noi videogiocatori piace farci trascinare nei mondi di gioco senza porci troppe domande.
Tornando al viaggio del nostro Kao in Kao The Kangaroo, i primi livelli risultano essere un tripudio di colori e luce, in pieno stile esotico e sgargiante dell’esordio di un altro grande classico dei platform, ed anche il gameplay ne ricorderà spesso alcune movenze, se non fosse per il moveset particolare di Kao incentrato principalmente sui suoi pugni.
Un mix di ispirazioni creato dai più grandi esponenti del genere adventure platform, condito con una buona dose di collezionabili da sbloccare all’interno dei diversi livelli proposti dal gioco e ad una narrazione simpatica e frizzate.
Ed è proprio la componente collezionabile ad avermi incuriosito durante la nostra avventura in Kao The Kangaroo, perché se durante tutta la run il livello di sfida ci era sembrato abbastanza basso, la ricerca dei collezionabili ci ha fatto rallentare la nostra corsa in favore di un’esplorazione serrata di ogni piccolo anfratto del gioco.

Difficoltà, collezionismo e..
Purtroppo però, non è tutto oro quello che luccica e se da un parte la dolcezza e fanciullezza di questa avventura ci aveva scaldato il cuore facendoci pensare alla bellezza di questo genere di giochi abusati nella nostra infanzia, dall’altra abbiamo dovuto fare i conti con alcune difficoltà tecniche e con un livello di sfida relativamente basso.
Come anticipato ad inizio articolo abbiamo avuto il piacere di giocare a Kao The Kangaroo in anteprima e ci siamo dovuti scontrare con alcune imperfezioni tecniche che speriamo vengano appianate nell’amata/odiata patch del day-one.
Presentando un livello di sfida abbastanza accessibile, è facile sentire la voglia di tuffarsi all’interno del completismo di questo titolo tentando di recuperare tutte le rune, i cristalli, le pergamene e ogni moneta presente nel gioco. Una scelta che ci ha fatto scontrare ancora maggiormente con alcune imperfezioni nei comandi di Kao (soprattutto nelle zone più ricche di nemici) o nella struttura del gioco.
I collezionabili sono molteplici ed alcuni richiedono un’esplorazione paziente ed attenta dei vari livelli di gioco, nonché un certo tempismo e tecnicismo per alcuni puzzle ambientali. Ed è proprio in questi frangenti che il gioco mostra alcune delle sue lacune, sottolineando una gestione non ottimale di telecamere e comandi che talvolta rendono più difficili del dovuto alcuni puzzle.
Nulla che influisca troppo sull’esperienza complessiva del titolo, ma che ci sentiamo in dovere di sottolineare per una maggiore chiarezza con il voi lettori.

Cosa aspettarsi da questo nuovo Kao The Kangaroo?
Kao The Kangaroo si presenta quindi come un ottima favola per bambini travestita da videogame. Un gioco semplice e lineare, con una progressione costante della difficoltà sia nelle sezioni di platforming che negli enigmi ambientali, pensato forse principalmente per un pubblico giovane che si approccia per le prime volte a questo genere di titoli.
Una progressione lenta e costante, talvolta impercettibile, che porterà il giocatore a far sue le meccaniche di gioco senza quasi accorgersene e che lo accompagnerà per tutta la durata dell’avventura fino alle sezioni finali del gioco.
Un mondo colorato e spensierato, con una mascotte simpatica e piena di battute al passo con i tempi e capaci di estorcere un sorriso al giocatore, in un racconto semplice e senza troppi risvolti inaspettati nella trama.
Una buona dose di collezionabili arricchisce questa avventura spensierata, aumentando lievemente il livello di sfida e suggerendo un approccio lento e meticoloso al giocatore completista. Un toccasana quasi, in questo mondo di videogiochi sempre di corsa e veloci.
Purtroppo però, alcune imperfezioni tecniche ed alcune sbavature nel game design hanno minato il risultato della nostra avventura in anteprima. Nulla di così influente da valutare negativamente il titolo, ma speriamo che gli sviluppatori limino questi difetti con eventuali patch in modo da rendere più fluida e scorrevole l’avventura di Kao.
In conclusione Kao The Kangaroo è stato quel tuffo nel passato che ci saremmo aspettati dal suo trailer iniziale. Un’avventura semplice, senza troppi fronzoli e troppe sfaccettature, ma capace di regalare qualche ora di spensieratezza tra colori, simpatia e, perché no, anche un po’ di nostalgia per i tempi passati a quei videogiocatori di vecchia data come siamo noi.