Detroit Become Human – Recensione

Detroit Become Human
Noi siamo vivi
Questo prodotto è l’ultima fatica di David Cage e dei ragazzi di Quantic Dream, uscita come esclusiva Sony da poco (fine maggio) e che ha ottenuto controverse recensioni. Come ben sappiamo questi sono i creatori di titoli come: Fahrenheit, Heavy Rain e Beyond Two Souls.
Giochi che come ben sappiamo hanno avuto un buon successo e che sono stati accolti molto bene dalla critica e grazie a tutto ciò si attendeva molto anche questo Detroit. Piccola premessa: il gioco è un’avventura grafica moderna e quindi il Gameplay ovviamente è abbastanza scarno quindi compratelo solamente se siete alla ricerca di un’ottima storia da godervi senza troppa complessità.
La trama di Detroit Become Human si svolge a Detroit (non l’avreste mai immaginato eh?) e parla di un futuro non tanto lontano in cui gli Androidi svolgeranno le mansioni di casa e riusciranno a badare anche i figli e quindi fare da baby sitter, ovviamente questa situazione porterà a un crollo vertiginoso dell’occupazione sul lavoro e quindi la crisi economica prenderà il sopravvento su molte famiglie. Il gioco si basa su tre storie diverse che ad un certo punto si incontreranno.
Le tre storie
Il primo personaggio con cui prenderemo confidenza sarà Connor, androide più evoluto della Cyberlife che avrà il compito di riuscire a risolvere un caso in cui si parla di devianti ma facciamo un passo indietro, che cosa sono i devianti? Sono androidi sempre della Cyber Life che sono ritenuti difettosi perché non obbediscono più ai comandi dati dagli umani ma fanno di testa loro come se avessero una coscienza o un cuore, ecco perché Connor viene chiamato in causa, per riuscire a fermare questa epidemia prima che venga spiattellato su tutti i giornali e telegiornali.
Il secondo personaggio è Kara, un androide che è programmato per mettere a posto la casa e fare da Baby Sitter, verrà comprata da un signore che ormai ha perso tutto, non ha più un lavoro e neanche una moglie e nel frattempo per stare un pò meglio si droga, di sicuro non una personalità tranquilla.
Terzo e ultimo personaggio a noi mostrato è Markus, un androide che viene chiamato in causa per fare delle compere fuori e per badare un pittore ricco e di fama. In tutto ciò Markus viene trattato anche molto bene e quindi non gli può mancare niente.
Sono tutte storie che prendono veramente nell’animo con cui ogni scelta che si fa ne cambia veramente la storia, mai prima d’ora una scelta è riuscita ad essere così pesante, complimenti a Quantic Dream. Poi il bello è che mediante le scelte le storie si intrecceranno in modo diverso.
Considerazioni finali
Di certo Detroit Become Human è l’opera più completa complessivamente parlando di Quantic Dream. Il Gameplay seppur non sia la parte principale del gioco è stato rifinito e migliorato per sembrare anche meno legnoso seppur un pò lo sia rimasto. L’aspetto artistico è veramente da incorniciare, con paesaggi resi alla perfezione e ogni minimo dettaglio sembra veramente curato.
Parlando di arte come possiamo non citare le musiche? veramente belle e azzeccate con quello che sta succedendo in-game, raramente abbiamo sentito delle Ost così ben realizzate. Possiamo solamente fare i complimenti ai ragazzi di Quantic Dream, se ci fossero più giochi così ben sviluppati con amore e dedizione, il mondo del Gaming sarebbe un posto ancor più felice e meno cancerogeno.