Patrimoni d’Italia: continua lo scontro

di Luca Bolli
Non sembra placarsi in Umbria la polemica scaturita dall’assegnazione del titolo di “Patrimonio d’Italia” a 34 manifestazioni della penisola. Agli amministratori locali non pare proprio andar giù il mancato riconoscimento della Quintana di Foligno tra il novero delle manifestazioni tradizionali lodevoli di nomina: una schiera di polemiche – per una volta tanto, politicamente trasversale e compatta – sembra, infatti, essersi levata a difesa dell’evento. In questi giorni, più volte, si è assistito ad un botta e risposta tra il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e vari esponenti della politica regionale e locale dell’Umbria, tra cui il vicesindaco di Todi Moreno Primieri, il sindaco di Foligno Nando Mismetti, l’Assessore Regionale alla Cultura, Fabrizio Bracco, ed ora anche due esponenti della politica regionale come Carla Spagnoli e Sandra Monacelli. Le ultime due esternazioni degli amministratori, che forse poco amministrano e molto polemizzano ultimamente, sono scaturite in risposta ad una lettera aperta che il Ministro ha voluto inviare a tutti gli umbri tramite un giornale della regione.
Qui di seguito il testo:
«Nei giorni scorsi, certi amministratori ed esponenti politici locali hanno riempito le pagine della stampa umbra, cercando di inscenare una inesistente e strumentale polemica con il Ministro del Turismo. Tale comportamento rifletteva una loro disperata ricerca di visibilità per se stessi e per le proprie manifestazioni, in particolare la Quintana. Essi sembravano volere raggirare i propri elettori litigandosi lo scettro di chi meglio difende la tradizione locale. Liberi di farlo, ma sarebbe opportuno che gestissero tali schermaglie tra loro, senza tirare in ballo il Ministro. Certo, il palio di Siena ha fatto scuola e comprendo bene che, attaccando me, speravano di guadagnare spazio anche sui media nazionali. Ma ormai dovrebbero essersi accorti che certe manifestazioni salgono agli onori delle cronache solo quando perde la vita un cavallo. La ragione é molto semplice: si è finalmente creata una nuova coscienza di amore e rispetto per tutte le creature viventi ed i loro diritti, della quale occorre prendere atto. Il mio incarico istituzionale mi impone di presentare al mondo la migliore immagine del paese e di interpretare il sentimento e le aspettative della maggioranza degli italiani che – se ne facciano tutti una ragione – censurano lo sfruttamento degli animali e la loro morte per divertimento. Sarebbe quindi opportuno che certi esponenti politici comprendessero che la loro battaglia in difesa dei palii o di simili manifestazioni va contro il sentimento di milioni di persone. E che sarà già persa in partenza se non rivedranno le loro tradizioni in una chiave più adeguata alla moderna sensibilità.
Infine, per quanto riguarda il riconoscimento “Patrimonio d’Italia per la tradizione” (venti ogni anno) che il Ministero del Turismo ha recentemente assegnato a due bellissime manifestazioni umbre – “Coloriamo i cieli” di Castiglion del Lago e la “Festa dei Ceri di Gubbio”- preciso che la selezione si è svolta seguendo i criteri contenuti nel relativo decreto ministeriale. Essi prevedono, tra l’altro, che possano ambire a ricevere tale importante titolo le manifestazioni in grado di diventare attrattori turistici nazionali che “tra un’edizione e l’altra si siano innovate e potenziate per ciò che attiene la capacità di reinterpretare la tradizione, adeguandola ai tempi e alle nuove sensibilità” e che “favoriscono la cultura del rispetto dell’ambiente e della biodiversità , evitando l’impiego di animali a qualsiasi titolo”. Perché non vi può essere nulla di culturale e condiviso a livello nazionale nello sfruttamento di un animale e nella sua morte.
E per quanto riguarda la promozione che il Ministero del Turismo intende garantire all’Umbria, ricordo che “Patrimonio d’Italia” presenta tre ulteriori categorie di eccellenza. A breve, infatti, assegneremo le prime decine di riconoscimenti anche per quanto riguarda il “Patrimonio d’Italia” per “l’innovazione e la creatività”, per “i luoghi d’incanto” e per “l’arte e la cultura”. Sono certa che gli amministratori e i politici che hanno aperto questa inutile polemica potranno mostrare altrettanto attivismo candidando da subito le loro realtà locali ad ottenere questi importanti riconoscimenti, che godranno della massima promozione da parte del Ministero del Turismo. Proprio come i due magnifici eventi, espressioni della migliore tradizione umbra, che abbiamo premiato lo scorso mese di luglio e quelli altrettanto significativi che premieremo nei prossimi anni.»
In risposta a queste parole Carla Spagnoli (Movimento per l’Umbria), con (decisamente) poco savoir faire, ha polemizzato dicendo che «la serie di allucinazioni che permeano la lettera aperta indirizzata agli umbri dal ministro Brambilla, più che il frutto di una profonda riflessione, sembra determinata – almeno così ci auguriamo – da un “colpo di sole” ferragostano. […] Ministro Brambilla, metta da parte il suo integralismo ed eviti di suggerire agli amministratori ed agli organizzatori di “rivedere le loro tradizioni in una chiave più adeguata alla moderna sensibilità”. Cosa intende? Che i fantini, invece dei cavalli, dovrebbero cavalcare le moto. Oppure sostituire i cavalli con le “puledre” dell’Olgettina?!»
Sulla stessa linea di pensiero la Monacelli (Udc): «l’irresponsabilità del Ministro del Turismo che spaccia i propri, personali, fanatismi come fossero inconfutabili valori universali, non mortifica le comunità umbre, orgogliose delle proprie tradizioni e della propria storia, cresciuta ed esaltata da manifestazioni come la Quintana, i Giochi de le porte, il Calendimaggio, la Corsa dell’anello».
Per ora ad esultare e godere sembrano essere solamente le organizzazioni animaliste (Enpa su tutte), le quali continuano a gustarsi questa “simpatica” querelle estiva, ma siamo quasi certi che, se dovesse venire un riconoscimento diverso, magari ad hoc, per le manifestazioni umbre lasciate fuori dal novero dei “Patrimoni d’Italia”, tutti sarebbero più felici e potrebbero magari concentrarsi sui problemi veri della regione e del paese. In fondo basterebbe rendere in qualche modo fruibile il finanziamento messo a disposizione dal Ministero…