Trionfo per i “Jersey Boys” al Teatro Olimpico

“New York era incinta negli anni Cinquanta” queste sono le parole di Bob Crewe, produttore discografico indipendente dell’epoca nonché autore delle liriche di questo spettacolo, per descrivere la ricchezza artistica di quel periodo. “Jersey Boys” in scena dal 22 novembre al 4 dicembre al Teatro Olimpico di Roma. La produzione è del Teatro Nuovo di Milano che nella figura del direttore artistico, Lorenzo Vitali, ha dato vita a questo straordinario spettacolo.
La storia è quella del gruppo musicale che ha dato nuova linfa alla musica pop americana degli anni ’60 i “Four Seasons” e del loro incredibile cantante Frankie Valli. Uno spettacolo importato direttamente da Broadway dove ha conosciuto uno straordinario successo di pubblico nei suoi undici anni di repliche partendo dall’August Wilson Theatre di New York dove ha debuttato nel 2005. Il testo è di Marshall Brickman e Rick Elice già autore, quest’ultimo, della pluripremiata commedia ai Tony Awards “Peter and the Starcatcher”. Le musiche sono di Bob Gaudio uno dei fondatori e membro dei “Four Seasons”. Oltre il favore del pubblico, questo spettacolo si è guadagnato anche quello della critica aggiudicandosi 54 premi tra cui il Laurence Olivier Awards, i Grammy Awards e i Tony Awards.
Veniamo ora alla versione italiana: la regia è affidata a Claudio Insegno che riesce a imprimere uno straordinario dinamismo alla immutabile, elegante e sobria scenografia di Roberto e Andrea Camotti, grazie anche all’uso sapiente e abile delle luci di scena il cui disegno è a cura di Alin Theodore Pop. È proprio la sobrietà una delle peculiarità di questo spettacolo, che dietro un’apparente semplicità cela un minuzioso e attento utilizzo di tutti i mezzi espressivi mostrandone tutto il potenziale. Senza dover ricorrere, quindi, a ingombranti e didascaliche scenografie, inefficaci effetti pirotecnici che a volte affollano i nostri musical, niente di tutto questo; basta un pannello di legno montato su delle rotelle per trasportare lo spettatore da un vicolo buio del New Jersey, ad uno studio discografico fino ad arrivare alla Rock and Roll Hall of Fame e un cambio luci per passare da un concerto della mitica band a una situazione più intima di una camera da letto.
Sono gli stessi membri dei “Four Seasons” a raccontarci la loro storia interpretati meravigliosamente da 4 bravissimi performers: Claudio Zanelli che interpreta Nick Massi, Flavio Gismondi nel ruolo di Bob Gaudio, Marco Stabile in quello di Tommy DeVito e infine un grande Alex Mastromarino nei panni di Frankie Valli di cui riesce a ricreare, dando prova di straordinarie capacità, il leggendario falsetto. Lode anche a Brian Boccuni e al camaleontico Andrea Carli che non mancano di strappare al pubblico sincere risate e meritati applausi.
Uno spettacolo che fa ridere, che fa sognare, che ci riporta alla gloriosa epoca del boom economico in cui tutti i desideri erano realizzabili; musiche che fanno riaffiorare ricordi di tempi ormai andati e che sembrano destinati a non tornare mai più; “Jersey Boys” ci appare come una piccola oasi in un deserto di aridità creativa e culturale, un’oasi salvifica e purificante. Ecco perché bisogna vederlo.
In America ha avuto 2.500.000 spettatori. Sarebbe ingenuo pensare di eguagliare una simile cifra; ma non possiamo fare altro che augurarcelo.