Incontriamo Fabio Fusco, giovane attore già pronto a ruoli impegnati
Fabio Fusco, nasce ad Adria, (RO) e si diploma presso l’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Stabile del Veneto “ Carlo Goldoni”, diretta da Alberto Terrani. Frequenta seminari con Rossella Falk, Franca Nuti, Ugo Pagliai, Bianca Toccafondi, Riccardo Bellandi. Così come lezioni di canto e impostazione vocale, con Antonella Pavan, Sandra Giuliodori, Marina D’Ambrosio. Numerose le sue partecipazioni teatrali, tra cui: “Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare, regia di G. Marini; “La Locandiera, di C. Goldoni, regia di G. Marini, “La bisbetica domata”, di W. Shakespeare, regia di P. Cigliano; “L’ape funesta: variazioni sul mito di Orfeo”, di F.Mureddu; “Don Bosco il musical”, di P. Castellacci, regia di Piero Castellacci; “L’avaro” di Molière, regia di M. Annesi; “Alice nella casa dello specchio”, da L. Caroll, regia di Emanuele Conter; “Canto di Natale”, da C. Dickens, regia di Lino Moretti e tanti altri. La sua presenza è stata significativa anc ehe nel Cinema con “ Ma tu… mi ami?”, cortometraggio con la regia di Ricky Tognazzi e il “ Il quarto uomo”, cortometraggio con la regia di Giuseppe Nexus. Ma anche protagonista degli spot pubblicitari “Smart forfour DVD” e della campagna pubblicitaria sociale “ Una volta per tutti”. Fabio Fusco è stato Voce narrante per il corto metraggio “Beyond the dooor” e per il documentario RAI-educational “Alla scoperta dei suoni perduti” e nel 2004, al premio Hystrio, ha ricevuto la menzione della critica e della giuria alla vocazione per giovani attori.
Incontrandolo durante la le sue due ultime tournèe teatrali, che hanno fatto tappa nel capoluogo lombardo, abbiamo posto alcune domande per conoscerlo meglio:
Fabio, come nasce la tua voglia di fare l’attore e perchè questa scelta?
“Per me non è stata una scelta ma solo il verificarsi di alcune situazioni famigliari durante la mia infanzia, in cui la voglia è nata naturalmente, e così come nasce la necessità di bere di mangiare, per me è nata la voglia di teatro per esprimere quello che sentivo.
Nella mia infanzia, un ruolo determinante lo ha avuto la radio che ascoltavo spesso per farmi compagnia nei momenti in cui mia madre, a causa di problemi di salute, non poteva seguirmi troppo.
Così, fin da piccolissimo sono stato attratto dal mondo dello spettacolo e ho quindi ho voluto prendere lezioni di canto, perchè nella città dove vivevo, Adria, a quel tempo più di adesso, la lirica era molto importante e seguita.
Più avanti ho frequentato dei corsi di recitazione e poi mentre frequentavo l’Università, laureandomi in Scienze della comunicazione, ho anche frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Stabile del Veneto “ Carlo Goldoni e tanti seminari e stage”.
Qual’è il genere teatrale che più ti piace?
“In realtà non ho un genere teatrale verso cui sono particolarmente attratto, perchè a me piace portare una mia verità in tutto quello che faccio e quindi, mi piace sperimentare qualsiasi genere, perchè comunque sia che io canti o reciti, lo faccio sempre con la stessa passione.
Quindi amo la prosa classica, ma anche il teatro d’avanguardia, sempre tenendo presente il concetto della verità nell’espressione della parola, come base della recitazione.
Sono convinto che l’attore deve essere un canale, attraverso cui possono passare tutte quelle emozioni che un personaggio vuole trasferire al pubblico. Un attore, secondo me, deve essere come uno strumento: se ascoltiamo dei violini, ad esempio, la loro melodia sarà diversa per ognumo sia pure tutti suonino la stessa musica”.
Se ti fosse proposto accetteresti di fare il musical?
“Assolutamente si non avrei problemi a impegnarmi in un musical, cosa che ho già fatto, perchè per me importante è che sia una scelta fatta con passione, perchè solo così si riesce sempre a dare il massimo, sia che sia prosa, che musical. Questo perchè anche attraverso l’interpretazione della canzone si può dare molto al pubblico e la bravura di un attore si misura dalle intensità di emozioni e vibrazioni che riesce a trasmettere e fare penetrare nel pubblico”.
Quali personaggi ti piacerebbe fare?
“Ci sono tanti personaggi che mi piacerebbe rifare o che sceglierei di fare, in generale tutti quei personaggi che ti permettono di tirar fuori la tua emotività, perchè mi definisco un attore emotivo e, attraverso la mia sensibilità, voglio raggiungere il pubblico con la mia intepretazione”.
Avendo visto in scena Fabio Fusco si ha la netta convinzione della sua ottima presenza scenica, come quella, del Principe della Scala, ma soprattutto del servitore Pietro, interpretato in Romeo e Giulietta, in cui da vita al personaggio rendendo bene l’attenzione particolare che Shakespeare aveva per le maschere. Questo attore, visto anche nel nel ruolo di Ortensia, nella Locandiera di Goldoni, altro personaggio caricaturale, ibrido e al di sopra delle righe, in cui Fabio Fusco ben riesce ad insinuarsi con eleganza nel gioco perverso, di pericolose relazioni del capolavoro goldoniano, dove all’amore vero, si sostituisce la finzione dell’amore, tra calcolo e opportunismo.
Fabio Fusco ha il dono autentico di colpire il pubblico, grazie alle sue capacità estremamente comunicative, che lo fanno essere sicuramente pronto ad affrontare anche ruoli principali.
Sebastiano Di Mauro
16 marzo 2013