Davide Iodice racconta l’uomo ed i suoi intimi risvolti al Teatro Piccolo Bellini di Napoli
Scritto e diretto da Davide Iodice, “Mangiare e bere. Letame e morte”, andato in scena al “Teatro Piccolo Bellini” di Napoli, è un sottile e poetico viaggio, attraverso il racconto, gli eventi, gli istinti, della protagonista in scena. Un “tour” introspettivo, nei più intimi sentieri dell’animo umano, attraverso l’immagine, i gesti, il corpo, di una donna e del suo particolare percorso di vita.
Attenta e fortemente espressiva, la regia di Davide Iodice, esalta ed intimamente passeggia con l’armoniosa presenza scenica di Alessandra Fabbri, la cui interpretazione, sincera ed audace, sancisce con decisione, l’abbraccio emotivo tra pubblico ed autore.
“Alessandra vive in campagna – racconta Davide Iodice – nella sua casa prima di lei ci abitava un cavallo e ora le anatre; i polli vi hanno libero accesso, alcuni pappagallini vivono nel bagno. Qui, lei – continua – immagina la sua morte, distesa nel fogliame come pasto per le volpi. Prima di approdare al teatro – spiega – volevo fare l’etologo, in ognuno dei miei spettacoli, infatti, ci sono presenze animali, vive o figurate. Un lavoro sull’essere – conclude – colto nela sua singolarità, un poemetto fisico in cui l’animale rivela l’umano e le sue mancanze, in un certo senso, questo lavoro per me è un ritorno all’etologia”.
Autentiche e sfrontate le coreografie, curate da Davide Iodice ed Alessandra Fabbri, indiscusso tratto estetico di uno spettacolo che nasce dal bisogno di “raccontare” l’essenza umana in ogni sua sfumatura e rappresentazione, e per questo disposto a disegnare su un corpo di donna, le smanie, i tormenti, le origini e le animalesche sfaccettature dell’essere umano.
Paolo Marsico
14 aprile 2014