“Improvvisamente l’estate scorsa” al Teatro Bellini di Napoli, regia di Elio De Capitani

Un giardino, insolito, particolare, una trama viva via sempre più nitida, ed un uomo, tanto presente, quanto… improvvisamente mancato. “Improvvisamente l’estate scorsa…” di Tenesse Williams, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino a Domenica 2 Marzo, per la regia di Elio De Capitani, tornato a lavorare sui testi del grande autore americano per questa rappresentazione, e per il debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto 2012, il meno rappresentato “La discesa di Orfeo”.
Sebastian è morto, improvvisamente da un anno, a conoscere di lui e dei suoi ultimi giorni, sua cugina Catherine tenuta in manicomio in via precauzionale da Mrs Venable, sua zia e madre di Sebastian, che mal sopporta l’idea che l’immagine di suo figlio possa essere macchiata dal racconto della nipote, e per questo proverà in tutti modi ad impedirne le capacità mentali, consultando un giovane dottore, per sottoporla ad una nuova cura, in fase di sperimentazione, la lobotomia.
A quasi vent’anni dall’allestimento del Tram chiamato desideriocon Mariangela Melato (1993). De Capitani, delinea finemente i profili dei personaggi in scena, attraverso una perfetta sintonia comunicativa, che consente allo spettacolo di fluire velocemente, ed allo spettatore, di lasciarsi trasportare al punto da immaginare nuovi e numerosi scenari ipotetici, per un finale atteso come pochi.
A dar vita ai personaggi di Williams sul palco, Cristina Crippa nei panni di Mrs Venable, Elena Russo Arman in quelli di Catherine Holly, Cristian Giammarini nelle vesti del Dottor Cukrowicz , Corinna Agustoni (Mrs Holly), Edoardo Ribatto (George Holly) e Sara Borsarelli (Miss Foxhill, sorella Felicity).
Da sottolinerare, la brillante prova di Elena Russo Arman e di Cristina Crippa, personaggi sui quali, più si riversa la presenza di Sebastian, auentica, istintiva, a tratti oscena negli occhi di sua cugina, attenta, brillante, impeccabile in quelli di sua madre.
La storia racconta delle vicende familiari dell’autore, la cui sorella, Rose, fu fatta lobotomizzare per volontà della madre, perdendo ogni capacità di agire in maniera autonoma e finendo rinchiusa in una clinica psichiatrica fino alla morte, all’età di 96 anni.
Williams, che non poté mai perdonare la madre per questo orrore, stigmatizzava in modo estremo quel miscuglio di perbenismo, pruderie ipocrita, sessuofobia paranoica che soffocava la società americana.
Elio De Capitani presenta l’immagine forse più autentica della società americana di quegli anni, bigotta, ipocrita, poco propensa a rendere pubblici, gli eccessi e le “oscenità” che spesso fiorivano in essa.
Paolo Marsico
1 marzo 2014