“Visita al padre” al Piccolo Teatro Studio di Milano: è successo!

Sera dopo sera continua ed è in arrestabile il successo di “Visita al padre” di Roland Schimmelpfennig con la regia di Carmelo Rifici, debuttato il 18 gennaio per rimanere in scena fino al 16 febbraio 2014.
Lo spettacolo rappresenta una sfida per il regista Carmelo Rifici che dopo il grande successo di Giulio Cesare torna al Piccolo con una nuova produzione, mettendo in scena questo autore tedesco, Roland Schimmelpfennig, che con Visita al Padre racconta la storia drammatica di un padre che scopre di avere un figlio ormai ventenne, frutto di una relazione occasionale, che pensava invece fosse morto.
Un testo niente affatto semplice ma nello stesso tempo affascinante e coinvolgente, fa riflettere e richiama epoche storiche scomode, come il nazismo, fascismo ed il comunismo, sia pure tutto si svolga all’interno di una grande casa dispersa nella campagna tedesca, dove il padre Heinrich vive insieme alla moglie Edith, due figlie, di cui una nata da un altro matrimonio e la nipote della moglie, una professoressa che arriva insieme alla propria figlia.
Heinrich è un intellettuale, impegnato da anni nella traduzione del “Paradiso perduto” di Milton e passa le sue giornate attorniato da sole donne, forse sarà per questo o forse perchè non non è di una grande levatura morale, che finisce per allacciare una relazione amorosa con la giovane nipote.
Ma l’arrivo del figlio Peter, venuto dall’America per conoscerlo, sconvolge gli equilibri e tra le quattro donne si innesca un pericoloso senso di rivalsa per conquistare il nuovo maschio, che tenta, maldestramente di scalzare il padre dal ruolo di “maschio dominante”.
Questo il pretesto per far venir fuori tutto il peggio tra i due uomini, nei cui dialoghi ed azioni si consumano drammatici momenti di scontro, mettendo in risalto tutti i problemi legati alla contrapposizione tra le due generazioni, che quasi mai ha un vero vincitore, ma che segue un copione uguale a tutte le latitudini in cui i figli spesso replicano gli errori dei padri.
Il padre è Massimo Popolizio, che da grande prova attoriale nell’incarnare un antieroe, che non eccelle per esempio nei confronti del giovane Peter, che in scena è interpretato da Marco Foschi, capace di dare vita al suo personaggio, delineandolo con forza e carattere.
Ottima la perfomamce artistica dell’intero cast al femminile: la moglie Edith è Anna Bonaiuto, la figlia Marietta è Mariangela Granelli, Isabel è Sara Putignano e Sonja è Alice Torriani.
La scenografia è sorprendente e valorizza il palco dello Studio Melato che è incastonato tra la platea che con il pubblico gli fa da cornice come in un mini anfiteatro romano. Sullo sfondo, in lontananza, si intravede uno studio, attraverso due grandi vetrate, separate da un patio sui cui scende la neve creando un’atmosfera suggestiva, che ben rende l’idea dell’ambientazione geografica dell’opera.
La storia raccontata è a tratti dolorosa, provoca spontanei sentimenti di pietas, ora per l’uno ora per l’altro personaggio, fino a dei veri colpi di scena, che provocheranno attimi di suggestione e spavento.
Da segnalare le scelte registiche d’impatto, come il nudo femminile in scena, il sangue nell’eviscerare l’anatra cacciata ed il rito di scalfire sui muri i vari momenti della pièce, per meglio chiarirne le varie fasi allo spettatore, che segue in religioso silenzio i dialoghi serrati fino alla fine, quando si lascia andare in scroscianti e meritati applausi.
Sebastiano Di Mauro
26 gennaio 2014
Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza)
dal 18 gennaio al 16 febbraio 2014
Visita al padre
di Roland Schimmelpfennig
traduzione: Roberto Menin
regia: Carmelo Rifici
scene: Guido Buganza
Fotografie: Attilio Marasco