Una stanza a sud, di Corrado Accordino

Tre protagonisti e una stanza. Una stanza sperduta nel centro di una foresta pluviale, lontana dalla normale vita di città, lontana dal resto del mondo, sola e in una natura misteriosa e selvaggia. I tre viaggiatori in fuga si ritrovano lì, in tempi diversi ma costretti a condividere lo stesso spazio. Quell’unico spazio che li condurrà alla perdita di controllo, all’immaginazione, alla follia più totale. Vite e personalità diverse si intrecciano per un comune obiettivo: capire veramente la propria identità.
Il malvagio Max, rude, aggressivo, che agisce d’istinto. Perde spesso il controllo della situazione. Abituato a vivere in completa solitudine e a non dare giustificazioni delle sue azioni a nessuno ora si ritrova a fare i conti con qualcun’altro. Andrew, il biologo in viaggio da mesi, caratterizzato da una personalità fragile e manovrato dagli altri, e infine Denny il “fotografo”, l’ultimo arrivato che chiede ospitalità ai due fuggiaschi. Sarà davvero un fotografo? Un pittore senza il suo pennello non è un pittore e Denny senza la sua macchina chi è realmente?. Tutti accomunati da caratteritiche comuni: il desiderio di essere diversi, il bisogno di costruire le proprie identità distaccandosi dalla realtà . I tre talenti riescono a trasmettere allo spettatore il loro pensiero con grande intensità ed emozione nelle espressioni.
L’intreccio della trama e delle storie di queste tre figure fa emergere nei protagonisti sentimenti e comportamenti inaspettati da rendere a volte difficile seguire e capire realmente l’intenzione e il volere del soggetto. Tre viaggiatori ma quattro protagonisti. L'”invisibile” Rudy, il ragno assassino, un rarissimo esemplare catturato dal biologo prima dell’arrivo nella stanza. Un personaggio costantemente al centro dell’attenzione, dentro la sua campana di vetro. Questo raro esemplare facilmente mimetizzabile.
Accurati effetti sonori rendono realistica la scena e ci permettono di immaginare tutto quello che succede sia dentro che fuori la stanza. Molto studiato il gioco di suoni e luci, perfettamente in sintonia con il linguaggio del movimento e con la gestualità degli attori. Una trama complicata, intrecciata ma curata nei minimi dettagli anche grazie alla scelta di musiche adatte che ironizzano la drammatica e ingestibile convivenza e il clima di tensione.
La scena è caratterizzata da pochi elementi. I fissi sono quelli tipici dello spazio chiuso di una stanza. Gi altri cambiano posizione a seconda degli spostamenti e dei cambi di scena. La scelta di usare per ogni personaggio e i rispettivi oggetti uno stesso colore rende la scenografia diversa e assai particolare.
Una compagnia che merita di essere vista e applaudita con piacere al Teatro Libero di Milano in scena fino al 9 dicembre. Nella parte iniziale potrete avvertire un sentimento di straniamento ma sarete messi al corrente di tutto con un semplice tuffo nel passato .
INFO SULLO SPETTACOLO:
Una Stanza a Sud
drammaturgia e regia Corrado Accordino
con Alessandro Castellucci, Pasquale di Filippo, Giancarlo Latina
scene e costumi MariaChiara Vitali
assistente scenografa Gilda Esposito
disegno luci Chiara Senesi
tecnico del suono Andrea Diana
assistente alla regia Valentina Paiano
un ringraziamento a Luigi Bertacchi
compagnia La Danza Immobile
spettacolo realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo
Francesca Febbo
2 dicembre 2013