Paolo Rossi, con “L’amore è un cane blu” al Bellini di Napoli
Viaggio nella vita, nella storia, nei tempi che ci ospitano, con Paolo Rossi. Viaggio in cerca di risposte, di un cane più o meno “assurdo”, di una donna più o meno amata, di un identità, forse certamente smarrita. “L’amore è un cane blu”.. (la conquista dell’est), di e con Paolo Rossi, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 10 Novembre, racconta di un uomo e di un paese, che hanno smarrito la via, tra loro, fatti, storie, leggende, e una ricetta, al limite della follia, per ridare senso e gusto, ad ogni cosa.
Sul palco, ad accompagnare il “timoniere” Rossi, a ritmo di musica, “I Virtuosi del Carso”, ovvero: Emanuele Dell’Aquila (sue le musiche originali dello spettacolo) , Alex Orciari, Stefan Bembi, Denis Beganovic, Mariaberta Blašković, David Morgan. Coautori sono Stefano Dongetti, Alessandro Mizzi, supervisore, Riccardo Piferi. Visto che nei miei lavori – racconta Paolo Rossi – ha sempre governato la troika attore – persona – personaggio, avrebbe potuto intitolarsi “L’uomo che amava le donne”, oppure “L’uomo che non sapeva amare sia le donne che il suo partito”, “Autobiografia non autorizzata”, oppure “L’uomo che raccontava barzellette ai sassi”, pensavo anche “Ti amo ma non sono d’accordo con quello che provo!”, o “Ma cos’è questa crisi?” sottotitolo “ho già i miei problemi”, “Donne contro donne”, “Uomini veri, ma in fuga”.
La scelta finale è poi caduta – continua – su “L’amore è un cane blu”… che sono entrambi animali molto, ma molto difficili soltanto da immaginare, ma come si dice: per incontrarli bisogna non perdersi, e per non perdersi il modo migliore è non sapere mai dove andare. Il mio avvocato mi ha suggerito di aggiungere a questa scheda riassunto la frase: “ogni riferimento a persone o fatti realmente esistiti o accaduti è puramente casuale”.
Si sa arrivano momenti – prosegue – in cui i racconti ascoltati nell’infanzia e i sogni e le visoni dell’adolescenza diventano più vividi dei ricordi di vita vissuta lontana o recente o quantomeno spesso si finisce per confonderli. Qui si narrerà – conclude – di ripartire in ogni trattativa – sia con se stessi, in camera da letto, in piazza o in parlamento – dalla ricchezza di un palpito coraggioso piuttosto che la misera miseria del soldo e della paura (anche se entrambi hanno la loro importanza, soprattutto la seconda). E questo è quanto. “L’amore è un cane blu” è il resoconto malinconico di una vita, e la ricerca smaniosa di una nuova via, un incontro tra passato, presente e futuro ipotetico, fatto di idee, sogni, sconfitte e qualche timido, pallido sorriso.
Paolo Marsico
8 novembre 2013