Dal rock alla spiritualità di Siddhartha – Intervista esclusiva a Giorgio Adamo
Ormai è imminente il ritorno di Siddhartha – The Musical al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 21 al 24 novembre 2013.
Solo per voi abbiamo intervistato il protagonista dello spettacolo, Giorgio Adamo, interprete del principe Siddhartha.
Eterna anima rock, prende parte a molti gruppi musicali arrivando a calcare numerosi palcoscenici internazionali, arriva nel teatro giovanissimo entrando nel cast di spettacoli come Odissea – The Musical nel ruolo di Telemaco, nel kolossal “La Divina Commedia – L’Opera” di Mons. Marco Frisina interpretando Pier delle Vigne e Arnaut per più di 150 repliche, esperienza che lo porta ad esibirsi nella suggestiva Arena di Verona, successivamente è Romeo in “Romeo e Giulietta Live 3D” per la regia di Claudio Insegno, poi Antonio in “Amalfi Opera Musical”.
Successo dopo successo, lo troviamo alle prese con un ruolo intenso e spirituale: il principe Siddhartha, che decide di abbandonare una vita di lussi e sfarzi per intraprendere il cammino verso l’Illuminazione.
Di seguito, l’intervista a Giorgio Adamo.
D. – Ciao Giorgio! I tuoi esordi ti vedono frontman di fortunati gruppi rock-progressive, perché la scelta di metterti in gioco anche nel teatro?
R. – Sono cresciuto ascoltando le grandi band del passato ed è stato divorandomi quei dischi e canticchiandoli per ore intere che ho scoperto la mia attitudine al canto. Volevo assolutamente cantare quella “ roba “, era la mia massima aspirazione e nel mio piccolo, dopo tanti palchi, ci sono riuscito togliendomi belle soddisfazioni.
Poi come tutti i bei viaggi il percorso diventa ancor più affascinante quando subisce virate improvvise e per me è stato così.
Sui palchi del rock ero totalmente a mio agio, mi sentivo a casa mia e tutt’ora lo è, quando ne approfitto per dei ritorni; ma avvertivo che mancava qualcosa, stava crescendo in me la voglia di esprimermi diversamente, anzi più che diversamente, era la voglia di aggiungere altro a ciò che stavo facendo, cercando ulteriori varchi emotivi attraverso cui canalizzare e tirar fuori le mie energie. Ho incontrato così il teatro e quasi per sfida mi presentai alla prima audizione … andò alla grande!!!
Da quel momento capii che potevo giocarmi delle carte, cominciai a studiare più intensamente, mi presentavo sempre più spesso alle audizioni, ma sono state fondamentali due cose che hanno sicuramente contribuito alla mia crescita:
la prima è stata di accantonare, momentaneamente, quelli che erano gli “ appigli “ che mi rendevano forte nella scena del rock (cosa assai dura a causa di un orgoglio settoriale non indifferente ) per poi reinserirli in seguito, come giusto condimento, facendo riaffiorare la mia oramai consolidata personalità, a servizio del teatro.
Ma cosa più importante in assoluto è stato saper chinare il capo.
Ho ricominciato da zero, allontanandomi da un mondo in cui ero padrone per giungere ad un’altra sponda da perfetto straniero.
Ero sicuramente un buon rocker ma non un ottimo teatrante e ho deciso di trasformarmi in una grande spugna. In questo nuovo mondo, ogni singola persona poteva darmi qualcosa, senza distinzione di età, esperienza e talento. Anche l’artista meno dotato mi insegnava, perché era autoctono, e nonostante camminasse meno spedito di me, avrebbe conosciuto il sentiero più giusto per raggiungere la meta,a differenza mia che ero di altre terre. A questo, ho aggiunto il mio istinto da buon esploratore e tutto ciò mi ha portato a degli ottimi traguardi.
Continuerò a seguire questa ricetta con maggiore consapevolezza, il mio cammino nel teatro è ancora troppo breve, rientro ancora tra i giovani, tra i novelli e farò il possibile per elevarmi interiormente e di conseguenza come artista.
D. – Sei stato protagonista di moltissimi musical e ora lo sei in Siddhartha, in quale ruolo ti sei riconosciuto/ti riconosci di più?
R. – Ho toccato alcuni ruoli emotivamente molto forti. Ma al momento mi sento di dire con convinzione che Siddhartha mi abbia totalmente catturato. Mi ritrovo tanto nel personaggio e sono sicuro che avrò modo di farlo crescere sempre più.
D. – Com’è stato preparare un ruolo così importante come Siddhartha?
R- Non semplice ma stupendamente stimolante. Inserire un personaggio così elevato all’interno di un contesto “ pseudoleggero “ è ardua impresa. Ho cercato di non sottovalutare nulla e mi sono dedicato seriamente alla questione dal primo istante. Pensa che quando ho saputo di dover affrontare questo ruolo, preparai un borsone di sopravvivenza, Siddharta di Hesse e con la bici scappai per un po’ nella natura. In totale solitudine dormivo in montagna, sui fiumi, nei pascoli, fino a raggiungere il mare. Mangiavo quel che pescavo e se la pesca mi andava male, un pugno di riso.
Questo è stato il primo step verso il profondo incontro con il personaggio, da qui poi si è aggiunto il percorso tecnico in sala prove, che mi ha condotto a ciò che oggi sono in scena.
D. Dopo la preparazione del personaggio della passata stagione, ora come lo rivivi e c’è qualcosa in particolare che fai prima di andare in scena ad ogni replica?
R.- Lo vivo con serenità perché il personaggio si è radicato in me. Ci sono le giuste preoccupazioni e apprensioni dei riallestimenti, caratterizzati dal classico fiato sul collo per il tempo che stringe ma ahimè sono SIDDHARTHA e devo riuscire a mantenere la calma.
Prima dello show è mia consuetudine fare esercizio fisico. Non è raro vedermi in platea che corro come se facessi dei giri di campo da scuola calcio, cerco poi il mio angolo per un po’ di allenamento a corpo libero, talvolta mi unisco allo stretching del corpo di ballo e non manca mai la mezz’oretta di meditazione. Mi cerco un rifugio lontano da tutti, che sia la buca dell’orchestra o l’ultima galleria del teatro (dipende dall’orario) e mi rilasso con profonde respirazioni ossigenando la mia mente, il mio corpo e quindi la mia voce. Non è una cosa che faccio perché legata al personaggio ( Certo casca a pennello ) ma sono dei semplici mantra che mi porto dietro dall’adolescenza grazie al mio primo maestro di canto.
D. Siddhartha arriverà nei teatri di tutto il mondo, cosa ti aspetti da questa grande esperienza?
R- Sono felice di questa chance e ringrazio vivamente la EDV e Gloria Grace Alanis, produzione che sta facendo mille sforzi per questo grande passo. So di avere una grande responsabilità, in questo momento c’è davvero tutto me stesso in questo progetto e sono orgoglioso di contribuire a portare un prodotto tutto italiano a New York. Eppure non guardo avanti, ciò non significa non avere aspettative, ma non avere l’ansia dell’aspettativa, l’ansia del futuro… bada bene, i miei occhi si proiettano sempre oltre, sono un sognatore, ma tiro dritto facendo del mio meglio godendomi oggi, perché domani sarà un altro “oggi” da vivere al 100% … tutto ciò non è per nulla racchiuso in una bolla di cinismo, perché il mio “attimo” lo vivo sempre con infinita poesia, così da non perdermi nei sogni bensì vivere appieno il mio sogno quotidiano.
Un saluto affettuoso alla redazione e a tutti i lettori … il Principe Siddhartha Vi aspetta a teatro!
Ringraziamo Giorgio per la disponibilità, riconoscendo in lui il grande lavoro che ha fatto su se stesso e la crescita non indifferente che dimostra, cosa che sicuramemte non sfuggirà al pubblico e noi non possiamo che fargli un grosso in bocca al lupo per il debutto, ma soprattutto per la tournè mondiale!
Ci ripromettiamo di risentirlo al suo ritorno per farci raccontare tutte le emozioni che raccoglierà nel suo percorso.
Paolo Marco Rimmaudo
4 novembre 2013