AL PICCOLO BELLINI EPOCHE’: UN SOGNO PER COMPRENDERE LA REALTA’…

Un viaggio tra passato e presente, la Napoli monarchica e quella repubblicana, un sogno, una visione, l’incertezza di una partenza, e la consapevolezza che niente è come dovrebbe.
“Epochè”, di Giovanna Pigneri, con Paola Bocchetti, Ivana D’Alisa. Daniela Ioia, Lella Lepre e la partecipazione di Salvatore Esposito, per la regia di Lella Lepre, in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 3 Novembre, è la storia di cinque donne, ed occasionali altri personaggi, tutti legati da un unico , splendente, lacerato filo conduttore, Napoli. “Sarebbe buono si mo ‘a guagliona se scetasse” esclama una delle protagoniste – dichiara la regista Lella Lepre – all’epilogo di un sogno che ogni notte ricorre nella mente di una giovane meridionale che cerca risposte sul suo futuro attraverso il tempo storico passato e presente. Lo fa attraverso le affascinanti figure di Giovanna II Durazzo D’Angiò, Maria Carolina D’Austria, Matilde Serao solo per citarne alcune e la neo-inquilina, l’assessore alle pari opportunità del Comune di Napoli – continua – che ogni notte danno vita a un salotto tutto al femminile dove si discute con ironia e romanticismo sulle sorti della giovane sognatrice.
Ed è proprio lì – spiega – che si posa lo sguardo registico: “sul sogno”, interpretato nei suoi molteplici significati di onirico, visione, desiderio, speranza…la speranza che la condizione presente possa essere migliorata dalle esperienze del passato e che il viaggio verso il futuro si arresti per rimanere legati alle proprie radici, alla propria città….Un’atmosfera illusoria – conclude – accompagna il tutto:danze, pantomime e un velato romanticismo, un sogno, un viaggio mentale controtempo, il risveglio, la realtà..”.
Surreale, amara, ma sincera, è la trama di quest’opera, memoria e specchio di una città, vittima dei suoi governanti e del suo popolo. Irresistibili i dialoghi tra i protagonisti, ispirati, gli attori in scena, guidati da un Salvatore Esposito sopra le righe. “Epochè”, è il racconto di un sogno, di un incubo, della ricerca di una dignità, che non per forza debba passare per un triste inesorabile addio.
Paolo Marsico
31 ottobre 2013