Mamadou Dioume, regista di “Che la terra vi sia leggera”, ci parla del suo lavoro teatrale
Lo scorso 3 ottobre, al Teatro Elfo Puccini di Milano è stato presentato uno spettacolo eccezionale, dal titolo “Che la terra vi sia leggera“, superbo esempio di una drammaturgia che trova pochi esempi nel suo genere, e grazie a Kossi Efoui, esponente di spicco del teatro francofono contemporaneo ha preso vita sul palco a cura della compagnia Atelier Teatro, con la regia di Mamadou Dioume, attore senegalese , che è anche direttore artistico dell’Associazione, che si rivolge alle giovani generazioni con l’obiettivo di gettare un ponte che consenta la condivisione di esperienze e percorsi umani apparentemente lontani.
A spettacolo ultimato, noi di 2duerighe, curiosi come sempre di conoscere di più di questo lavoro teatrale, abbiamo voluto porre al regista Mamadou Dioume, alcune domande alle quali ha accettato di rispondere con molta disponibilità:
D. – Da dove è nata l’esigenza di scrivere questo testo e quanta difficoltà c’è stata nel farne un adattamento teatrale?
M. – Nessuna difficoltà per i ragazzi. Sono sensibili ai temi universali, hanno sete di scoperte, fame di sapere cosa sta succedendo nel campo delle culture e delle espressioni teatrali.
D. – Pensa che il messaggio trasmesso sia un linguaggio universale, capace di comunicare cose diverse a seconda della localizzazione geografica in cui viene rappresentato?
M. – “Che la terra vi sia leggera” racconta una storia umana, del teatro e dell’essenza universale, popolare, che non ha colore. Per quanto riguarda la storia, è atemporale e appartiene a tutti coloro che sognano la pace e l’amore.
D. – Nel panorama dell’offerta teatrale italiana, cosa vuole comunicare questo genere di teatro, crede che il pubblico sia pronto a livello culturale a capirlo e soprattutto ad apprezzarlo?
M. – Per il pubblico non ho pregiudizi perché un pubblico maturo, colto e che ha conosciuto la dittatura, è sempre pronto a vedere tutti i tipi di espressione teatrale perché hanno sete e fame di scoperte.
D: – Le musiche sono parte integranti dello spettacolo oppure pensa che i testi siano capaci da soli a veicolare il messaggio che si vuole trasmettere?
M – Il testo e la musica devono essere insieme, la musica racconta la storia, così come le luci. Il teatro, come mezzo di comunicazione, deve riprendere il suo posto partecipando allo sviluppo di ogni società, anzi civiltà. Il teatro permette di vivere qualcosa e porta alla riflessione.
D. – Cosa potrebbe comunicare questo lavoro all’attuale situazione politica europea ed italiana in particolare?
M- Che la terra vi sia leggera” parla a coloro che vivono il presente e si proiettano nell’avvenire. Viva la vita, viva il teatro, viva Bacco, Dante, Ahmadou Hampathe Ba, Kocc Barma,W.Shakespeare, Goethe, Leopold S.Senghor, Aimee Cesaire…etc…
Ancora qualche parola per parlare del messaggio di questo che è un vero capolavoro di narrazione, dove ritroviamo le figure universali che si incrociano sotto la luce fredda e tremolante dei lampioni, che rischiarano gli amori e le speranze tradite, i delitti e le violenze del regime, i tentativi disperati di vivere la vita giorno per giorno senza crollare e senza perdersi nell’illusione. Non ci sono più sole né stagioni.
Se vi capita ancora di vederlo in programmazione non perdetevelo perrchè vi farà assaporare delle emozioni che raramente possono provenire da un normale spettacolo teatrale, dandovi nel contempo la possibilità di approfondire alcune tematiche di grande attualità e stimolare una riflessione sulle libertà reali e apparenti della società in cui viviamo.
A Milano CHE LA TERRA VI SIA LEGGERA”, sarà in scena al teatro Officina il 15 e 16 marzo 2014
Sebastiano Di muro
19 ottobte 2013