Mercuzio non vuole morire, evento/spettacolo con la Compagnia della Fortezza

La vera tragedia in Romeo e Giulietta sarà in scena il 5 e 6 ottobre al Teatro Menotti di Milano – SPETTACOLO RINVIATO AL 30 NOVEMBRE (VEDI NOTA)
Lo scorso venerdì, presso Palazzo Reale di Milano, si è tenuta una partecipata conferenza di presentazione del grande evento-spettacolo “Mercuzio non vuole morire”, della Compagnia della Fortezza del Carcere di Volterra, che sarà il preludio alla nuova stagione 2013/2014 del Teatro Menotti.
Alla conferenza stampa è intervenuto l’assessore Filippo Del Corno, il quale esprimeva la sua soddisfazione per il ritorno di questa straordinaria Compagnia a Milano, dopo circa due anni di assenza, complimentandosi inoltre con Armando Punzo, che ne è regista e ideatore, per il lavoro che svolge, da 25 anni all’interno del Carcere di Volterra.
Poi direttore artistico del Teatro Menotti, Emilio Russo, ha spiegato alla platea le motivazioni di questa scelta in apertura di stagione, che è la quarta del Teatro Menotti, dicendo: “Lo spettacolo è un manifesto dove troviamo, in una chiave di lettura diversa, un Mercuzio che si ribella alla trama di Romeo e Giulietta e non vuole morire. Questa nuova rilettura di un testo classico è la storia di chi si oppone a un copione già scritto, di chi non vuole accettare la situazione in cui è immerso”. Aggiungendo: “Potrebbe essere la metafora del mondo della cultura oggi, che nonostante tutte le difficoltà, combattendo sempre sull’orlo del un precipizio, non vuole morire.”
E’ toccato quindi ad Armando Punzo prendere la parola per sottolineare la sua gioia nel tornare nella città che ha accolto la compagnia sempre con grande entusiasmo, raccontando come è nata e poi cresciuta la sua passione per la sua esperienza all’interno del carcere di Volterra, che era considerato un dei luoghi di detenzione peggiore d’Italia.
Inizialmente tra i detenuti (tutti napoletani) c’è stato molto scetticismo, ma col tempo è stato compreso che l’obiettivo era fuori dagli schemi di Teatro-Carcere e di Teatro Sociale, ma mirava a divenire un vero e proprio Teatro Stabile, per portare il teatro fuori dal carcere.
Oggi la compagnia è perfino pronta a farsi conoscere all’estero, se si riuscirà ad abbattere le resistenze procedurali dei regolamenti, che male interpretano la legge. La cosa è già avvenuta se si considera l’esperienza a San Marino, in cui grazie alla collaborazione del Ministero della Giustizia italiano e alla Commissione Affari Esteri sanmarinese, si è potuto portare due spettacoli in tournée.
Punzo alla domanda perché il carcere, rispondeva che per lavorare in carcere bisogna non pensare al carcere, ma rimuoverlo. Se il carcere continua a esistere nei pensieri non potrebbe esserci creazione. Perché il carcere è soprattutto una nostra proiezione, un “luogo dell’anima”, non esiste veramente.
Questo conferma che nella nostra quotidianità facciamo tante esperienze di tanti diversi luoghi di detenzione, diverse dal carcere.
Inoltre Punzo ribadiva come lui non si era avvicinato a quella esperienza per fini educativi o sociali, dicendo “non sono una dama di carità”, il caso ha voluto lavorassi dentro quell’edificio, ma poteva essere benissimo un condominio “normale” con famiglie, nonni, bambini, come quello che vedo dalla finestra del mio ufficio.
Subito dopo l’intervento di Aniello Arena, attore storico della compagnia e Nastro d’Argento 2013 come miglior attore protagonista per il film Reality di Matteo Garrone, è servito a raccontare come inizialmente, sentendo le parole di Punzo, fosse rimasto molto scettico. Non era facile – ha detto – cogliere il senso dell’affermazione “in fondo tra chi sta in prigione e chi sta fuori non c’è differenza: siamo tutti privati della nostra libertà”. Sentir declamare un’affermazione così forte, faceva molto arrabbiare i detenuti, ma poi, pian piano questa teoria è stata compresa e accettata.
Aniello Arena, inoltre diceva come Punzo avesse le qualità di “capobranco”, e attraverso il suo carisma era stato capace di imporsi su uomini così segnati dalla loro storia. Ci riesce così tanto da tentare quello che è può sembrare una follia e cioè mettere in scena il classico dei classici Romeo e Giulietta, cercando nel testo shakespeariano una diversa prospettiva.
Vinta l’iniziale ostilità dei detenuti-attori, man mano che si leggeva il testo si è riusciti a non avere più al centro della storia i due innamorati, due adolescenti ignari di tutto, ma Mercuzio, il poeta e il sognatore.
Solo dopo aver dato al personaggio il nuovo ruolo, la compagnia si è ricreduta partecipando attivamente alla creazione dello spettacolo. Infine Aniello concludeva dicendo “Armando il personaggio te lo cuce nell’anima. Quando stai in difficoltà lui fa uscire il meglio, tira fuori quello che hai dentro”.
“La Leggerezza! La Leggerezza! La Leggerezza pensosa! Urla gioioso Mercuzio ferito a morte per le strade della bella Verona. Nella morte di Mercuzio c’è la morte di un mondo, di una parte fondante e fondamentale senza la quale l’uomo scivola inevitabilmente verso la tragedia.
Gli artisti e i poeti vengono schiacciati e sacrificati in democrazia come sotto un qualsiasi totalitarismo. A nulla serve l’illusione della libertà d’espressione, quando sono tagliati “culturalmente” tutti i ponti verso chi dovrebbe essere il destinatario ultimo della libertà che solo la cultura può dare. Cambiano i tempi e le stagioni politiche, ma non cambia il rapporto di sudditanza che il potere instaura con i gli uomini di cultura non allineati. Sono troppi gli esempi che testimoniano questa consuetudine, di sudditanza dell’arte alla politica, tanto che ormai si è fatta regola”.
Importante: Al pubblico dello spettacolo viene richiesto di portare due semplici oggetti che serviranno alla realizzazione di alcune scene collettive: un libro (che abbia un valore simbolico e rappresenti qualcosa di importante per la propria vita), un guanto rosso (di cotone, di lana o anche di gomma).
Sebastiano Di Mauro
28 settembre 2013
AVVISO URGENTE DELLA COMPAGNIA DELLA FORTEZZA
A causa di un improvviso problema di salute dell’attore Aniello Arena lo spettacolo MERCUZIO NON VUOLE MORIRE in programmazione al Teatro Menotti per sabato 5 e domenica 6 ottobre è rimandato al 30 novembre e 1 dicembre.
Gli spettatori che hanno acquistato i biglietti per sabato 5 ottobre potranno assistere allo spettacolo di sabato 30 novembre, chi ha acquistato per domenica 6 ottobre potrà vedere lo spettacolo il 1 di dicembre. Per info ed eventuali rimborsi 02/36592544 dal lunedì al sabato 15-19 – biglietteria@tieffeteatro.it
INFO:
TEATRO MENOTTI
via Ciro Menotti 11, Milano – tel 02 36592538
Orari Spettacolo: Sabato 5 ottobre ore 21 e domenica 6 ottobre ore 17
Orari biglietteria: dal lunedì al venerdì dalla 15v alle 19 – sabato dalle 16 alle 19
www.tieffeteatro.com
CALENDARIO 2013-14
5 e 6 ottobre 2013 – RINVIATO 30 novembre e 1 dicembre
MERCUZIO NON VUOLE MORIRE
dal 10 al 20 ottobre 2013
ALL’OMBRA DELL’ULTIMO SOLE
dal 5 novembre all’1 dicembre 2013
DON CHISCIOTTE – OPERA POP
dal 5 al 31 dicembre 2013
AGNES BROWNE
dal 9 al 26 gennaio 2014
LO ZOO DI VETRO
31 gennaio e 1 febbraio 2014
CHISCIOTTIMISTI
dal 4 al 9 febbraio 2014
RICORDA CON RABBIA
dall’11 al 23 febbraio 2014
PRETTY – UN MOTIVO PER ESSERE CARINI
dal 25 febbraio al 9 marzo 2014
SIK SIK – L’ARTEFICE MAGICO
dall’11 al 23 marzo 2014
ALICE
al 25 al 29 marzo 2014
IL FLAUTO MAGICO
secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
dal 6 al 18 maggio 2014
IL TRAMONTO SULLA PIANURA
dal 5 al 22 giugno 2014
BENNISUITE