Storie dal genere umano di Sinnombre Teatro

Continua, con Storie del genere umano, la rassegna Portiamo il teatro a casa tua, ideata da Maria Grazia Inneco a Milano.
Un’idea che è diventata un progetto “esportato” anche fuori dal bel salotto di Piazza Repubblica e che ha visto altre case private aprirsi ad incontri teatrali “ravvicinati”. Per festeggiare un evento particolare, per offrire ad amici una serata insolita, per aprirsi al mondo del teatro, condividendo con gli attori i momenti precedenti o successivi allo spettacolo, o offrendo loro piccole residenze.
A Villasanta, in provincia di Monza, a Reggio Emilia o a Bologna questa idea un po’ insolita di fare/offrire teatro comincia a prendere piede. E Maria Grazia ha un’intelligenza spaziale ed emotiva capace di suggerire il giusto spettacolo per qualsiasi spazio. I privati che si sono rivolti a lei, infatti, sono pronti a ripetere l’esperienza.
Storie dal genere umano compassione e assenza di giudizio
Storie del genere umano, presentato da Sinnombre Teatro, sono sei storie di sei personaggi diversi.
Ma a differenza di quelli pirandelliani, questi non nascono da una disgregazione psichica dell’autore, Danilo Caiano, anche regista. Lui non li abbandona al loro destino, non abdica alla sua responsabilità.
Li crea e con compassione li osserva. Talvolta è divertito, altre volte pietoso, mai giudicante.
Ci mostra le loro storie, attraverso la recitazione della poliedrica e bravissima Gisella Cesari.
Lei è sola in scena. Si guarda attorno, coprendo con imbarazzo la sua nudità. Accanto a lei una valigia. Racchiude abiti diversi, identità, sognate, frammentate, perse, rincorse, desiderate. Ad alcune di quelle dà corpo e voce.
C’è l’attrice semi-fallita e sola che si abbandona all’alcool ; il ragazzo sportivo che si allena in una squadra maschile e non accetta la propria omosessualità. Incontriamo una madre tossicodipendente che tiene la sua creatura appena nata tra le braccia, incapaci di proteggerla. La sua ninna nanna sembra trasformarsi lentamente in una cantilena funebre annunciata.
Muove al riso la storia dell’impiegato della posta che ricorda quella del signor Belluca, lavoratore obbediente, mansueto e preciso in Il Treno ha fischiato, di Pirandello con un riscatto però a lieto fine.
Una rivoluzione dei perdenti sembra essere quella della donna schiacciata da ritmi, imposizioni, dress code. Ha abortito perchè violentata, trovando solo lo sguardo accusatorio della società. Una storia di violenza e solitudine la racconta anche il becchino, che ama rimettere a posto i cadaveri, dare loro una parvenza di vita, con un po’ di trucco sulle gote e sugli occhi. Perchè i cadaveri sono per i vivi.
C’è in questa piccola storia, una sorta di karma: per riparare alla morte che il padre soldato spargeva nel mondo, ora il figlio ricompone i cadaveri.
Storie dal genere umano
Scritto e diretto da
Danilo Caiano
Cast artistico
Gisella Cesari