L’Anfiteatro della Quercia del Tasso ospita “L’uomo, la bestia e la virtù” di Pirandello
E poi ci sono le belle sere d’estate, quelle in cui Roma ama mostrare il suo lato migliore perché si veste di un’aura gioiosa, di diversa luce, di nuovi profumi. E ci sono quei piccoli ed incantevoli posti che sembrano incarnare maggiormente questa magica atmosfera aprendo il cuore ai sensi, ai sogni, all’immaginazione. Se poi, a condire la serata, si unisce l’amabile rappresentazione di uno spettacolo teatrale, il tutto non può che far sospirare il cuore. D’accordo, ora prendete il Gianicolo ed il suo romanticismo, aggiungete una fresca serata estiva, una briosa commedia pirandelliana dai toni farseschi e scollacciati “ambientata in una città di mare, non importa quale”, e amalgamate il tutto. All’ombra della celebre quercia posta sul Gianicolo si erge, infatti, un piccolo e prezioso anfiteatro. Diventato celebre per le passeggiate che il poeta Tasso si concedeva durante il suo soggiorno capitolino, costituito da una gradinata in cotto e disposto in una cavea naturale che si racconta fosse sede di feste popolari all’aperto, l’Anfiteatro della Quercia del Tasso ospita la 47esima edizione di una rassegna teatrale che quest’anno ha visto protagonista la commedia di Pirandello “L’uomo, la bestia e la virtù“. Per la regia di Sergio Ammirata (che ogni anno, dal 1965, porta in scena migliaia di rappresentazioni di autori classici, da Plauto a Goldoni a Shakespeare), la commedia è interpretata dallo stesso Ammirata, attore e regista teatrale di altissimo livello, e da Patrizia Parisi, che ne sono i principali protagonisti. Paure, equivoci e speranze sono gli ingredienti fondamentali di questa commedia che non venne subito ben accolta da parte di pubblico e critica, riscuotendo, solo più tardi, enorme successo in Italia e all’estero. L’idea pirandelliana, per cui ciascuno si mostra dietro ad una maschera così come imposto dalla società e dai suoi valori, rivive anche in questa pièce dalla pungente e bizzarra ironia. Il protagonista, il professor Paolino, è la prima maschera, quella che cela sotto il suo finto perbenismo. E’ lui l’uomo del titolo, colui che intreccia una relazione con la signora Perrella, giovane e morigerata madre di famiglia, che pure veste la maschera della virtù fingendosi una pudica moglie abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente con la maschera della bestia. Quest’ultimo convive con una donna a Napoli rifiutandosi, nelle rare occasioni in cui incontra la moglie, di avere rapporti con lei. E’ l’inattesa gravidanza della signora Perrella a sconvolgere l’equilibrio della storia, costringendo il professor Paolino a cercare una soluzione ad ogni costo. Ciò che di Pirandello affascina è l’escalation di comica angoscia che travaglia la coppia sfociando in grotteschi e divertenti monologhi. La semplice scenografia accompagna il formidabile talento degli attori che sono perfetta personificazione delle maschere che calzano. “L’uomo, la bestia e la virtù” resterà all’Anfiteatro della Quercia del Tasso fino al 2 settembre 2013 dal martedì al sabato.
Eleonora La Rocca
19 luglio 2013