Il Gatto con gli Stivali e i finali sospesi
Esperimento davvero riuscito quello di Campsirago Residenza che ha presentato in diretta streaming il 23 gennaio 2021, il suo ultimo lavoro dedicato all’infanzia: Il Gatto con gli Stivali. Immaginato e creato da Marco Ferro è stato pensato sin da subito per le tecnologie digitali da Marco Ferro, Stefano Pirovano, Valeria Sacco, Giulietta De Bernardi, Soledad Nicolazzi, Anna Fascendini.
Lo spettacolo non è infatti una trasposizione teatrale o una narrazione recitata della fiaba, ma il tentativo di esplorare i nuovi territori che il digitale, pur non potendo sostituirsi allo spettacolo dal vivo, può offrire.
I materiali sono quelli che gli artisti avevano in casa: tanta colla, argilla, diversi tipi di carta e cartone, forbici, colori, anche per il corpo. Il processo di creazione è stato interamente artigianale: argilla plasmata, creazione di figure in cartapesta, costruzione di silhouette, realizzazione di piccoli teatrini di ombre, ritaglio di tanti tipi di carta e cartoni, impaginazione in formato pop-up.
La fiaba è narrata in diretta da un attore e prende vita davanti agli occhi degli spettatori tra paper theatre, teatro d’ombre, stop motion, disegno animato, pop-up theatre. Sfilano anche immagini di dipinti famosi, come il Pifferaio di Manet, I mangiatori di patate di Van Gogh o figure di Arcimboldo. Da grumi di argilla prendono vita figure. Il gatto, che poi è una gatta in stile Giacometti per esempio, nasce da uno di questi.
La storia del Gatto con gli Stivali è nota. Un padre in punto di morte lascia al figlio maggiore una pentola, al minore un gatto. Il gatto con astuzia e inganno, riesce a diventare amico fidato del re, procura ricchezze infinite al suo padrone che finisce con lo sposare la figlia del re.
La riscrittura di Marco Ferro si ispira principalmente al “Cagliuso” di Basile (Il cunto de li cunti), ambientato in un contesto di grande miseria. Malgrado ciò, resta la memoria atavica del gatto, animale amico e protettore dell’uomo sin dall’antico Egitto e la promessa di emancipazione, propria di quasi tutte le fiaba.
Il Gatto con gli Stivali e i finali sospesi
Permangono nella narrazione anche alcune zone d’ombra, le ambiguità che hanno caratterizzato da subito questa storia. Come l’orco, che è gentile ma che con astuzia viene ucciso dalla gatta perchè il suo padrone possa impossessarsi delle di lui ricchezze; la passività del giovane o della principessa; l’astuzia e l’inganno, che aiutano più della costanza.
Questa riscrittura sarebbe piaciuta a Rodari, perchè non c’è un epilogo risolutivo. Se è vero che il poverissimo giovane arriva a sposare la figlia del re, il senso dell’intero progetto non si esaurisce infatti qui. Altri finali restano sospesi e sollecitano domande dei bambini. Ed è in questo rapporto dialettico che si nutre la fantasia. (Come con Favole al Telefono).
Il Gatto con gli Stivali
Immaginato e creato da Marco Ferro
Realizzato da Marco Ferro, Stefano Pirovano, Valeria Sacco, Giulietta De Bernardi, Soledad Nicolazzi, Anna Fascendini
Sonorizzazione a cura di Diego Dioguardi
Con Marco Ferro, Stefano Pirovano, Giulietta De Bernardi, Soledad Nicolazzi (ogni racconto è interpretato da un attore o un’attrice)
Produzione Campsirago Residenza
Con un ringraziamento speciale ad Alessandra Amicarelli e allo Spazio Laboratorio Fontanili
DURATA 40 MIN TOUT PUBLIC /dai 5 anni