Ficarra e Picone: “Abbiamo riscoperto il vero gusto della commedia”

Ieri sera abbiamo assistito, al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, alla commedia Le Rane di Aristofane, per la regia di Giorgio Barberio Corsetti e con il duo comico palermitano Ficarra e Picone.
Salvo Ficarra veste i panni del dio Dioniso, in viaggio con il suo servo Santia (interpretato da Valentino Picone) attraverso l’Oltretomba, con l’obiettivo di riportare in vita il poeta tragico Euripide, in piena diatriba con il predecessore Eschilo, col fine di stabilire chi dei due sia il più grande poeta tragico. Dopo un intenso agone poetico, Dioniso decide infine di salvare Eschilo, affinché possa risollevare la città di Atene dalla situazione disastrosa in cui si trova.
In occasione dello spettacolo, abbiamo avuto la possibilità e il piacere di fare quattro chiacchiere con Valentino Picone. Ecco la nostra intervista.
Com’è nata la vostra passione per il mondo greco?
L’incontro tra noi e il mondo greco risale a un paio di anni fa, quando dall’INDA di Siracusa è arrivata la proposta di prendere parte a questo progetto per la regia di Corsetti; noi abbiamo accettato con gioia e da lì ha avuto inizio tutto. Io ho frequentato il liceo classico, ma il vero amore e la passione per il teatro greco sono nati in questi anni, portando in scena Le Rane di Aristofane. La scoperta più bella è stata poi vedere che commedie di più di 2500 anni fa possono ancora oggi essere attuali e divertenti.
La vostra è una scommessa culturale, diversa per alcuni aspetti dalle esperienze pregresse. Cosa vi ha spinto ad accettare la proposta del regista Corsetti?
A noi sono sempre piaciute le cose diverse, per cui riuscire ad alternare Striscia la notizia, spettacoli di cabaret, film e teatro è entusiasmante e una vera fonte di divertimento. Per noi è stata davvero una scommessa ed è bello vedere che la gente entra a teatro, consapevole che non sta per assistere a uno spettacolo di cabaret, ma nonostante tutto esce divertita e forse anche avendo appreso qualche cosa dal mondo greco.
In cosa è moderno Aristofane?
Nel creare uno specchio perfetto della società, anche attuale. Per esempio, si parla di politici che cambiano frequentemente casacca e passano da un partito a un altro, si parla di corruzione e di cittadini che spesso danno un voto non prestando molta attenzione a ciò che fanno. Tutto questo veniva detto 2500 anni fa, ma può senza alcun problema essere ribadito anche oggi: in questo è moderno Aristofane.
Cosa vi ha insegnato Aristofane in merito alla commedia e ai meccanismi della comicità?
Abbiamo riscoperto il vero gusto della commedia, imparando che la comicità è sempre stata la stessa, in un perfetto connubio di serio e faceto. È come se ci fossero dei meccanismi universali che stanno alla base di ogni spettacolo comico, facendo da filo rosso nella storia della commedia nel corso dei secoli.
Quali emozioni avete provato calcando il palcoscenico del teatro greco di Siracusa?
È stato davvero bello, come se fossimo all’interno di una macchina del tempo che conduceva direttamente nel cuore della grecità. Siamo tornati indietro di 2500 anni, è stata un’esperienza indimenticabile e indescrivibile.
Al regista Giorgio Barberio Corsetti e al duo protagonista Ficarra e Picone vanno i nostri sinceri complimenti, che si estendono anche al coro a cappella SeiOttavi, ai ballerini e al resto del cast, tra cui si ricordano Roberto Salemi, Francesco Russo, Dario Iubatti, Gabriele Benedetti, Roberto Rustioni e Gabriele Portoghese.
Di seguito riportiamo il link a un’intervista di Pierpaolo Pasolini, notoriamente di sinistra, al poeta americano Ezra Pound, di destra, apparsa ieri sera sul video alla fine dello spettacolo. In quest’intervista, occasione di riconciliazione e di pace, Pasolini si rivolge a Pound con le parole che lo stesso Pound usò nei confronti del poeta Walt Whitman: “Stringo un patto con Te./ Ti detesto ormai da troppo tempo./ Vengo a Te come un fanciullo cresciuto che ha avuto un padre dalla testa dura./ Sono abbastanza grande ora per fare amicizia./ Fosti Tu ad intagliare il legno./ Ora è tempo di abbattere insieme la nuova foresta./ Abbiamo un solo stelo ed una sola radice./ Che i rapporti siano ristabiliti tra noi». Pound risponde: «Bene… Amici allora… Pax tibi… Pax mundi”.