Alan Turing e La Mela Avvelenata: Catarsi Della Vita e Della Morte
Al Teatro Libero di Milano dal 6 al 12 Maggio, ritorna, dopo il successo della scorsa stagione, Alan Turing e La Mela Avvelenata.
Dialogo immaginario tra Alan Turing, matematico, logico e crittografo britannico, e sua madre, entrambi interpretati in maniera sublime da Gianni de Feo per la regia di Carlo Emilio Lerici.
Presentato in anteprima al GAROFANO VERDE 2008 – scenari di teatro omosessuale – rassegna curata da Rodolfo di Giammarco, e nella stagione successiva al Teatro Belli, lo spettacolo ha il potere di entrare nel vivo e di raccontare la vita di un personaggio stravagante, ipersensibile e incompreso, considerato uno dei pionieri dell’informatica.
Siamo nel 1952, Alan Turing ( 1912 – 1942 ) è in procinto di essere processato per essere stato sorpreso in rapporti sessuali con un altro uomo, la scenografia è semplice ma suggestiva: il buio onirico, il gioco di luci, la musica premonitrice di ferventi climax. L’insieme contribuisce a dare un forte impatto allo spettatore. Ci si ritrova ad essere uomini in cerca di una certezza che forse solo i numeri possono garantire, una certezza oscura, che non si sa bene da dove viene ma che rimane pur sempre una certezza. Tutto il resto: l’amore, la guerra, l’amicizia, la vecchiaia, le mille domande della vita fanno da tessuto ornativo a quel che sembra essere l’unica verità: la matematica e la semplicità della soluzione.
Uno spettacolo che regala spunti di riflessione sull’insoddisfazione emotiva dell’essere umano, mettendo in gioco temi come l’omosessualità che suscita il giudizio negativo altrui attribuendo mille sfaccettature pirandelliane ad ogni singolo uomo, anche ad un genio come Alan Turing.
Giudizi che determinano la vita di un una delle menti più brillanti del XX secolo, condannato alla castrazione chimica e poi sucida a 42 anni mangiando una mela avvelenata.
Una lotta ed una coesistenza continua tra razionalità (le macchine e il pensiero) e cuore (le emozioni e l’amore disinteressato) che trovano la risoluzione nella serena morte vista come porta di accesso ad un mondo più interessante, un mondo in cui l’ossimoro tra cervello e passione viene cancellato e superato.
Alessandra Pizzilli
7 maggio 2013