Gran finale ad Abu Dhabi: Rosberg in pole, Hamilton subito dietro
Undicesima pole position contro le sette del compagno. Così Nico Rosberg inizia il weekend decisivo per l’assegnazione del titolo mondiale, con quattro decimi di differenza per partire dalla prima posizione. A separare i due piloti della Mercedes in classifica sono 17 punti, 334 per Hamilton e 317 per Rosberg, non tantissimi ma con la nuova (e deleteria) regola dei doppi punti per l’ultima gara diventano ancora di meno. Per essere campione del mondo ad Hamilton basterebbe arrivare secondo alle spalle di Rosberg e conserverebbe ancora tre punti di vantaggio. In caso di defaillance di Hamilton quindi avremmo un campione del mondo con sole sei vittorie stagionali contro le undici dell’avversario, risultato che è come un pugno negli occhi dal punto di vista sportivo poiché azzera quasi completamente i risultati precedenti ottenuti durante la stagione e azzera anche la fatica e la dedizione di entrambi i piloti (e anche delle squadre) che sono riusciti ad arrivare all’ultima gara per contendersi la vittoria finale e facendo di un solo appuntamento, cioè l’ultimo, l’arbitro del mondiale, quando invece un mondiale dovrebbe essere deciso ed è stato sempre deciso da venti gare durante l’anno e non da una sola alla fine della stagione. Ci si augura che la regola dei doppi punti all’ultima gara verrà abolita a partire dalla prossima stagione e infatti da vari piloti e vari addetti ai lavori sono già arrivate proposte e considerazioni proprio in questo senso.
Nico Rosberg viene da cinque vittorie stagionali, di cui l’ultima conquistata proprio nella scorsa gara in Brasile, e da ben undici pole position. Il suo rendimento nella stagione è stato molto regolare e ha subito meno guasti e meno rotture di Hamilton pur essendo meno veloce. Ha dato il meglio durante l’estate, più o meno dal Gp di Monaco al Gp del Belgio, dove è stato saldamente in testa al campionato pur avendo meno vittorie, poi dal Gp d’Italia è andato calando subendo il ritorno del compagno. E che ritorno! Un Hamilton da rullo compressore, capace di vincere cinque gare di seguito: Italia, Singapore, Giappone, Russia e Stati Uniti. Tutte con un ritmo sensibilmente superiore rispetto a Rosberg, il quale ha reagito con una vittoria bellissima in Brasile la settimana scorsa. Ora entrambi possono vincere, ma quello che più ha da perdere è Hamilton poiché con undici vittorie suonerebbe proprio male arrivare secondi in campionato e poi anche perché in passato ha spesso dimostrato di non reggere la pressione nei momenti decisivi, vedi contro Raikkonen nel 2007, graziato contro Massa nel 2008 o nella lotta contro Alonso e Vettel nel 2010. Hamilton ha più pressione mentre Rosberg deve solo pensare a vincere la gara, cosciente che molto dipenderà da cosa farà il compagno e sarà quindi fuori dal suo controllo.
Il Gran Premio di Abu Dhabi 2014 è anche l’ultima gara di Fernando Alonso in Ferrari. Due giorni fa è arrivato il comunicato ufficiale della Ferrari che annunciava l’ingaggio di Sebastian Vettel con un contratto triennale fino al 2017 e Fernando (oggi decimo in griglia, dietro al suo compagno Raikkonen, nono) ha aggiunto che da lunedì “sarò un semplice tifoso Ferrari”. Alonso lascia quindi dopo cinque stagioni con il team di Maranello, dove arrivò nel 2010. Cinque stagioni dove ha sfiorato la vittoria finale nel 2010 e nel 2012 con concretissime possibilità di vincere e chiudendo secondo in classifica finale con una vettura di molto inferiore alla Red Bull. Secondo posto anche nel 2013 ma con un distacco abissale mentre nel 2011 arrivò solo quarto con una Ferrari non all’altezza. Poi il 2014 con soli due podi e nessuna vittoria, delle cinque stagioni sicuramente la peggiore e per demeriti sicuramente non suoi. Ora l’annuncio in Mclaren non dovrebbe tardare (a proposito, a fianco di chi?) e dovrebbe arrivare in settimana.
Ultimo gran premio in Red Bull per Sebastian Vettel (oggi sesto in griglia dietro al compagno Ricciardo,quinto). Sebastian lascia la Red Bull dopo sei stagioni con la scuderia anglo-austriaca, dove arrivò nel 2009 dalla Toro Rosso, squadra satellite e per giovani promesse della Red Bull. Su sei stagioni Vettel ha vinto il campionato ben quattro volte di seguito nel 2010, 2011, 2012 e 2013 raggiungendo una simbiosi perfetta con la vettura e con gli ingegneri. Completano i sei anni il 2009, dove arrivò secondo, battuto da Jenson Button con la Brawn GP e mortificato da troppi errori in pista, e il 2014, la sua unica stagione senza vittorie, fino adesso diciamo la peggiore, in crisi per tutto l’anno contro il compagno Ricciardo. Dall’anno prossimo sarà in una squadra nuova, soprattutto dal punto di vista dell’approccio e della mentalità e con un compagno di squadra, Kimi Raikkonen, con il quale è sempre andato molto d’accordo anche fuori dalla pista e scoprirà presto che guidare per la Ferrari è una cosa totalmente diversa rispetto a guidare qualsiasi altra monoposto, come hanno scoperto tutti i grandi campioni prima di lui.
di Alessandro Cristiano
22 novembre 2014