Nuova Ferrari SF71H, rosso totale per la nuova monoposto

Finalmente è arrivata anche lei. In contemporanea alla presentazione della sua rivale a Silverstone, la nuova Rossa di Maranello è stata presentata nel corso della stessa giornata, giovedì 22 febbraio, in streaming sul sito internet della scuderia con la presenza dei piloti Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, del team principal Maurizio Arrivabene, dei progettisti Mattia Binotto e Simone Resta, oltre a tutto lo staff della scuderia.
Le prima cose che colpiscono della nuova Ferrari sono due: il sistema HALO e la nuova livrea. Il primo è una specie di gabbia al di sopra del casco del pilota ancorata in tre punti alla vettura e serve a proteggere la testa in eventuali incidenti e soprattutto da detriti volanti. Il sistema è obbligatorio per regolamento a partire da questa stagione ed è stato oggetto di notevoli critiche per la sua dubbia efficacia unita al peggioramento estetico. La seconda è la nuova colorazione della vettura. Dal 2010 tutte le monoposto Ferrari avevano nella loro livrea una consistente quantità di bianco. Ciò accadeva a causa di esigenze di sponsor, come con l’ingresso di Santander nel 2010 durato fino allo scorso anno ma anche ai tempi di Schumacher quando uno degli sponsor principali era Vodafone. Con il ritiro della Santander si è quindi tornati ad una livrea interamente Rosso Ferrari, con una piccola spruzzatina di bianco minima alla fine del cofano motore, molto simile a quella tenuta tra il 2007 ed il 2009 ai tempi di Raikkonen e Massa.
Andando oltre alle novità, le aspettative per questa stagione sono alte. A Maranello si punterà a riportare il titolo mondiale a casa dopo l’ultimo campionato vinto nel 2007 con Kimi Raikkonen. I piloti sono entrambi ottimisti ed hanno dichiarato di credere nella competitività della nuova macchina pur non avendo ancora potuto guidarla. Vettel e Raikkonen verificheranno quindi le qualità della nuova vettura la prossima settimana nel corso dei test a Barcellona. La scorsa stagione, pur non avendo vinto il mondiale, si può considerare positiva: vittoria alla prima gara, leadership di campionato fino a inizio settembre, cinque gare vinte e mondiale sfumato alla terzultima gara. Ciò che ha privato la Ferrari del mondiale non è stato, come detto da alcuni, l’incidente di Singapore, variabile impazzita non prevedibile, ma il doppio kappaò tecnico nelle trasferte asiatiche: la rottura del motore elettrico in Malesia per Vettel in prova e Raikkonen in gara unita alla candela che ha fermato Vettel in Giappone hanno pesato come macigni sui punti persi poiché in quel momento lo stato di forma della vettura era al massimo e probabilmente quelle gare potevano facilmente essere convertite in vittorie o addirittura doppiette. La stagione che si profila all’orizzonte dovrà quindi essere affrontata con la stessa determinazione e propensione al rischio dello scorso anno lavorando però maggiormente sull’affidabilità.
Per i piloti, questa è la quarta stagione insieme e problemi tra i due nel corso di questi anni non ne sono mai sorti. Sebastian Vettel viene da una stagione buona, dove però si è lasciato andare un po’ troppo in alcuni frangenti, vedi Baku, anche se provocato in maniera manifesta. Il suo comportamento non ha pregiudicato il mondiale, tuttavia un po’ più di serenità come ai tempi in cui dominava in Red Bull potrebbe fargli solo che bene. Il tedesco è stato anche più volte criticato per le sue lamentele nei confronti di Max Verstappen, e anche qui si parla di provocazioni con manovre ottimistiche da parte del pilota della Red Bull, alle quali Seb ha tutte le armi con cui rispondere per rimettere al suo posto il giovane olandese. Probabilmente in seguito al clamore mediatico suscitato dalla sportellata con Hamilton, il tedesco ha esagerato nella sua moderazione, magari per evitare guai con la federazione ma siamo sicuri che se alle provocazioni il tedesco risponderà con la sua determinazione senza sportellate, allora non ce ne sarà per nessuno. Ha tutte le carte in regola per battere Lewis Hamilton e questo lui lo sa.
Kimi Raikkonen dovrebbe invece affrontare, il condizionale è d’obbligo visti i precedenti, la sua ultima stagione in Ferrari e in Formula 1. Il pilota finlandese viene da una stagione piuttosto buona dove ha concluso al quarto posto finale con una pole position, sette podi e nessuna vittoria. Certo, ha perso il confronto con il connazionale Bottas, capace di portare a casa tre successi e del terzo posto in classifica generale, ma questa è stata la migliore stagione dal rientro in Ferrari. La sua seconda vita con il team di Maranello è stata un crescendo costante, culminata nella pole position di Monaco dalla quale non partiva da nove anni e nella strenua difesa del suo capitano Vettel in Ungheria. Se il trend si confermerà lo stesso e Kimi non dovesse essere confermato o non volesse continuare, ci piace pensare che a 38, quasi 39 anni suonati, chiudere la carriera con qualche vittoria potrebbe essere un bellissimo modo per congedarsi. In fondo l’ultimo eroe vestito di rosso è ancora lui.