Progetto Fenice: la proposta di Gravina per salvare il calcio

Il calcio, non soltanto in Italia, è indissolubilmente legato ad alcune vicende politiche ed economiche. Basti pensare all’impatto che il Covid ha avuto sulle società e, in maniera ancora più tangibile, sul calciomercato di questa sessione estiva appena conclusa.
Ma sono 12 anni che le casse del calcio italiano, dalla Serie A alle serie cadette, soffrono, non soltanto per via del Covid.
La società di revisione PWC ha raccolto i dati per questi ultimi 12 anni ed i numeri sono spaventosi: perdite per 4,1 miliardi di euro ed indebitamento quadruplicato. Quello che più salta all’occhio però è il costo del lavoro che sale ogni anno del 4,6%.
Non si tratta, dunque, di scelte scellerate da parte di alcuni club, che sicuramente hanno la loro colpa nella gestione delle finanze, ma di un intero movimento che stenta a restare in piedi.
È per questo che il presidente della FIGC Gravina ha messo sul tavolo di Mario Draghi una proposta per rilanciare il Calcio: il progetto Fenice.
Nome più azzeccato forse non poteva esserci, ma vediamo quali sono i punti più importanti di questo documento.

Il progetto Fenice di Gravina: 500 milioni di euro
Il progetto Fenice è una proposta importante, di ampio respiro, che chiede e propone garanzie per i settori giovanili, per il calcio femminile, e non semplicemente denaro liquido per rimpinguare le casse. Salta però all’occhio la richiesta di 500 milioni di euro per permettere un rilancio importante dell’intero settore.
Inoltre si chiede di modificare il decreto crescita dello scorso anno allargandone i vantaggi a tutti i trasferimenti: oggi vale soltanto per i giocatori residenti in Italia da almeno due anni. Questo potrebbe attrarre molti giocatori e top player di altri paesi
Covid e Calcio: i numeri del dossier
Il sistema attuale, secondo il dossier, non è più sostenibile nel breve-medio periodo, soprattutto dopo la stoccata finale inferta dal Covid. I numeri parlano chiaro e sono decisamente preoccupanti: perdita di 302 milioni di euro per gli incassi dello stadio, perdita di 228 milioni di euro da parte degli sponsor e perdita di 334 euro di plusvalenze.
Quanto di sbagliato ci sia dietro il movimento di alcune società è innegabile, ma questi sono numeri insindacabili che coinvolgono l’intero calcio e che sono emersi soltanto dopo due stagioni calcistiche: un vero e proprio fulmine a ciel sereno anche se, economicamente parlando, già non era affatto sereno.
La Superlega e il Salary Cap
Ricordate il trambusto per la Superlega di qualche mese fa? Qualsiasi sia la scuola di pensiero al riguardo la Superlega ci concede un’altra conferma sulla insostenibilità dell’attuale sistema e la Uefa stessa sta mettendo in campo diverse soluzioni come la Conference League e nuove formule per Europa e Champion’s League.
La FIGC dal canto suo propone, nel progetto Fenice, misure di controllo settimanali per verificare l’autosufficienza di ogni singolo club, l’introduzione di un Salary Cap, proprio come accade con la NBA, ma soprattutto una Luxury Tax per quei trasferimenti che ne superano il limite Queste mosse consentirebbero un controllo diretto sulle casse dei club, probabilmente rinunciando all’attuale Fair Play finanziario, da sempre criticato, e che la stessa UEFA sembra voler rivedere.
