Ecco chi è Carlos Sainz, il nuovo pilota della Ferrari

L’annuncio è arrivato nella giornata di ieri, Carlos Sainz ha firmato un contratto biennale per le stagioni 2021 e 2022 ed è quindi il nuovo pilota della Scuderia di Maranello che andrà ad affiancare Charles Leclerc. Una notizia che gli addetti ai lavori davano per certa dopo l’annuncio del divorzio tra Sebastian Vettel e la Rossa. Oltre al pilota spagnolo, l’unico altro candidato era l’australiano Daniel Ricciardo, ma l’annuncio del passaggio di quest’ultimo dalla Renault alla Mclaren ha confermato indirettamente l’ingaggio dello spagnolo nella sua nuova squadra.
Carlos Sainz è nato a Madrid il 1 settembre del 1994. Figlio dell’ex due volte Campione del Mondo Rally 1990 e 1992 Carlos Sainz Senior, è prossimo alla soglia dei 26 anni e milita attualmente nella scuderia Mclaren. Il giovane iberico ha vinto il campionato di Formula Renault 3.5 Series ed è stato a lungo un membro del vivaio Red Bull. La scuderia austriaca ha creduto da subito nel potenziale del giovane madrileno, facendolo debuttare in Formula 1 nel 2015 con la Scuderia Toro Rosso, team junior di proprietà della Red Bull. Con la scuderia di Faenza ha disputato quasi tre stagioni di cui due come compagno dell’allora ancor più giovane debuttante Max Verstappen. Il confronto tra i due è andato a favore dell’olandese che è stato promosso già nel 2016 come titolare della scuderia madre Red Bull, team in cui milita ancora oggi. Il miglior risultato di Sainz con la scuderia italiana è stato un quarto posto al Gran Premio di Singapore 2017, approfittando del caos al via che vide coinvolti proprio Verstappen e le due Ferrari. A poche gare dal termine del campionato passò alla Renault, con la quale disputò le ultime quattro gare e guadagnò un contratto da titolare per il 2018 al fianco di Nico Hulkenberg. Con la scuderia francese ottenne un quinto posto al Gran Premio dell’Azerbaigian 2018 e il rapporto durò solo poco più di un anno poiché la Mclaren lo scelse come titolare per il 2019 per sostituire nientemeno che Fernando Alonso, il quale aveva da poco annunciato il suo ritiro dalla Formula 1. Con il glorioso e storico team britannico, Sainz si è rivelato una costante presenza in zona punti, culminando col il suo primo podio al terzo posto nel Gran premio del Brasile 2019. Insieme al compagno Lando Norris, i due hanno riportato la Mclaren al quarto posto nella classifica costruttori come la migliore scuderia nei team di seconda fascia e il madrileno ha riportato alla squadra un podio che mancava dal 2014. Con l’arrivo alla Mclaren si è anche definitivamente interrotto il legame che Carlos aveva da diversi anni con il mondo Red Bull e con il suo vivaio. Se il passaggio in Renault aveva imposto un accordo tra la Red Bull e la casa francese, dalla Mclaren in poi Sainz è un pilota totalmente slegato dalla casa austriaca e ciò ha permesso indirettamente il suo approdo in Ferrari.
La scelta della scuderia di Maranello è il frutto di una politica di affiancare ad un pilota velocissimo e punta di diamante della squadra, un pilota affidabile e costante. Nei fatti è un ritorno alla mentalità degli anni Schumacher-Barrichello (o Schumacher-Irvine che dir si voglia). Sainz è un pilota molto veloce, costante e volitivo ma non possiede l’estro e la velocità pura di Leclerc. L’impressione è quindi che la Ferrari abbia voluto cambiare la politica cosiddetta a due punte, ovvero quella di avere due campioni alla pari senza gerarchie di sorta come è stato fino a quest’anno con Vettel e Leclerc. Probabilmente lo scontro e l’incidente tra i due in Brasile che si sono buttati fuoripista ha avuto un peso nella decisione del futuro pilota. Daniel Ricciardo infatti è quella che viene definita una prima guida, che difficilmente avrebbe fatto da gregario a Leclerc, come già dimostrato nella sua coabitazione sia con Vettel che con Verstappen. Ovviamente avere due campioni alla pari è molto avvincente e nel caso la vettura sia molto veloce è quasi una certezza per il mondiale costruttori, poiché due campioni con una vettura al top portano sempre più punti a fine gara, ma gestire due prime guide è un affare molto complicato. Se in alcuni casi ci sono stati degli esempi di successo come la coppia Hamilton-Rosberg (Mercedes), dove anche loro hanno avuto i loro autoscontri e disastri, come quando si buttarono fuori a vicenda in Spagna 2016, oppure la meno prolifica ma efficiente accoppiata Raikkonen-Massa (Ferrari) tra il 2007 e il 2009, passando per il binomio Hamilton-Button (Mclaren) dei primi anni di questa decade, sono altrettanto numerosi i casi di coppie che scoppiano. Basta citare quello di Ayrton Senna e Alain Prost (Mclaren), ma anche Fernando Alonso e Lewis Hamilton (Mclaren), Gilles Villeneuve e Didier Pironi (Ferrari), fino ad arrivare a Sebastian Vettel e Charles Leclerc e potremmo continuare con ulteriori ed illustri esempi. Lo scorso anno, prima del disastro in Brasile, vi erano stati forti momenti di tensione nelle gare precedenti e si ha quindi il sentore che la Ferrari abbia optato per un candidato non troppo scomodo per Leclerc, ormai diventato la prima guida della Ferrari. Certo, se Vettel avesse accettato di rimanere in Ferrari, la squadra avrebbe proseguito nello schierare due punte, ma dal momento che non è stato così si è scelta una formazione da capitano e gregario. Magari ci stiamo sbagliando e domani scopriremo che Sainz è ancora più veloce di Leclerc, ma la sensazione è quella di aver scelto una formazione più tranquilla come fa la Mercedes affiancando a Hamilton un solerte Bottas.