Gp Messico: Hamilton come Fangio, quinto titolo mondiale per l’inglese

Come Juan Manuel Fangio. Nella gara svolta ieri sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez a Città del Messico, Lewis Hamilton ha conquistato il suo quinto titolo mondiale, eguagliando così il campione argentino. Il pilota inglese è quindi diventato il secondo pilota di maggior successo dietro al solo Michael Schumacher, ancora saldamente in testa con sette titoli mondiali conquistati. Un mondiale dove Lewis ha dimostrato di possedere quelle doti tattiche e opportunistiche che troppo spesso gli avevano fatto difetto. Infatti nel corso di questa stagione Hamilton si è trovato a lottare con una Ferrari allo stesso livello della Mercedes e con un Sebastian Vettel che fino a metà stagione sembrava in grado di riportare il titolo iridato alla scuderia di Maranello. Il punto di svolta è arrivato dopo la metà della stagione, quando il pilota tedesco ha iniziato a commettere una serie di errori buttando al vento due probabili vittorie (in Germania quando è uscito di pista mentre era in testa e in Italia toccandosi con Lewis e finendo in testacoda) e altri tre preziosissimi piazzamenti, dapprima in Francia tamponando Bottas al via e nelle ultime gare in Giappone e negli Stati Uniti toccando le due Red Bull dove ha avuto la peggio girandosi in entrambe le occasioni. Tutte le volte che la Ferrari non riusciva a capitalizzare il suo potenziale di vettura più veloce Lewis era sempre lì pronto ad approfittarne, correndo anche da ragioniere senza rischiare contatti o bagarre inutili, avendo l’imperativo di portare a casa più punti possibili. Alle gare dominate fin dal primo giro e a quelle vinte grazie alla sua determinazione e aggressività si sono aggiunte quindi quelle portate a casa con una condotta di gara guardinga e senza errori anche se meno spettacolare. Lewis Hamilton ha dimostrato di possedere sia le qualità velocistiche degne del miglior Ayrton Senna, come a Singapore, unite a quelle di freddo calcolatore degne del miglior Alain Prost. Una sintesi perfetta, che pochi piloti come Schumacher, il già citato Prost, Niki Lauda e Jackie Stewart avevano dimostrato di possedere. Infatti nel giorno del trionfo, Lewis Hamilton ha conquistato il suo quinto mondiale con una opaca quarta posizione dietro alla Red Bull di Max Verstappen e alla due Ferrari.
Nel corso delle qualifiche del sabato erano state le Red Bull a conquistare la prima fila, con Daniel Ricciardo in pole position, seguite da Hamilton, Vettel, Bottas e Raikkonen. Secondo la matematica, in caso di una vittoria di Sebastian Vettel, a Lewis sarebbe bastato un settimo posto per portare a casa il mondiale, mentre il tedesco era obbligato a vincere. Pronti, via e l’australiano parte male, facendosi infilare dal compagno e dallo stesso Hamilton. Verstappen inizia ad allungare mentre la Mercedes inizia a sviluppare troppa usura sugli pneumatici ed Hamilton a perdere terreno nei confronti di Ricciardo. Dopo la prima sosta ai box Vettel si avvicina a Daniel e lo sorpassa al giro 31 sfruttando l’indecisione di alcuni doppiati, la Ferrari ha un ottimo ritmo e mette nel mirino Hamilton che si trova in difficoltà con le gomme, lo raggiunge e lo sorpassa al giro 39. Stesso sorpasso fotocopia di Raikkonen su Bottas pochi giri dopo per la quarta posizione, con Kimi che inizia a distanziare il connazionale. Al giro 47 Hamilton entra di nuovo nel mirino di Ricciardo e mentre l’australiano lo sorpassa l’inglese va lungo uscendo di pista e rientrando nella via di fuga. Sembrano tutti su una sola sosta ma verso il giro 50 arriva il colpo di scena con Vettel che effettua un secondo pit stop, seguito al giro successivo da Verstappen e dalle due Mercedes mentre Ricciardo e Raikkonen restano fuori e guadagnano posizioni: l’australiano è secondo e il finlandese quarto. Entrambi puntano sulla gestione delle gomme e nonostante l’usura girano su ottimi tempi. Sembra profilarsi un nuovo duello tra la Red Bull di Daniel e la Ferrari di Vettel in rimonta come gomme fresche ma a cinque giri dalla fine, ancora una volta la vettura del pilota australiano si ferma per un problema idraulico, consegnando così un doppio podio alla Ferrari. Max Verstappen vince quindi per la seconda volta sul circuito messicano, autore di una gara condotta con un ritmo veloce e costante e mai impensierito dagli inseguitori. Dietro di lui le due Ferrari che incassano punti importanti per il Mondiale Costruttori e a seguire Lewis Hamilton che conquista il suo quinto titolo mondiale.
A fine gara si è assistito alla stretta di mano e all’abbraccio tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, i due contendenti al titolo, dove il pilota tedesco si è complimentato con il rivale e il pilota inglese ha concesso l’onore delle armi al suo sfidante. Una bella immagine che certifica la stima che intercorre tra i due grandi campioni nonostante l’agonismo e qualche battuta al veleno durante la stagione. La Ferrari è teoricamente ancora in lotta per il campionato costruttori e sulle prossime piste, le ultime in Brasile ad Abu Dhabi, è determinata a lottare ancora più duramente per cercare di portare a casa il trofeo riservato alle squadre. Sarebbe una grande iniezione di fiducia per la squadra che si è dimostrata più veloce durante l’anno che tuttavia non è riuscita a capitalizzare in diverse occasioni. Rispetto alle due prime guide sarà fondamentale il ruolo che svolgeranno i due gregari Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas. Kimi viene da una grande stagione e da una vittoria recente, attualmente è terzo in classifica e si trova in uno stato di forma ottimale. Valtteri è stato spesso sacrificato dalla sua squadra nel corso dell’anno e non è ancora riuscito ad imporsi in nessun gran premio, quindi sarà determinato al massimo per portare a casa almeno una vittoria. Le due prossime gare ci riserveranno quindi ancora molte sorprese.
Ordine d’arrivo:
- Verstappen (Red Bull)
- Vettel (Ferrari)
- Raikkonen (Ferrari)
- Hamilton (Mercedes)
- Bottas (Mercedes)
- Hulkenberg (Renault)
- Leclerc (Alfa romeo Sauber)
- Vandoorne (Mclaren)
- Ericsson (Alfa Romeo Sauber)
- Gasly (Toro Rosso-Honda)
- Ocon (Force India)
- Stroll (Williams)
- Sirotkin (Williams)
- Hartley (Toro Rosso-Honda)
- Magnussen (Haas)
- Grosjean (Haas)
- Ricciardo (Red Bull) ritirato, idraulica
- Perez (Force India) ritirato, freni
- Sainz (Renault) ritirato, batteria
- Alonso (Mclaren) ritirato, pressione acqua