MINETTI NICOLINA: come ti erudisco le “pupe”
Solo venticinque anni, già consigliera comunale, già maitresse. Una carriera fulminante da un fronte all’altro, dall’istituzione pubblica agli approfondimenti di costume… o viceversa.
Infatti, sa approfondire tanto bene certi argomenti da essersi guadagnata la fiducia dell’ex Premier, che bastava un paio di labbra gonfiate al botox per aprire i cordoni della borsa. Nicolina, all’anagrafe Nicole, sa il fatto suo. Tre anni di laurea in Igiene Dentale dimostrano come abbia saputo coronare con 110 e lode la sua naturale, innata predisposizione in discipline del cavo “orofaringeo”.
Perché Nicolina è brava, perché Nicolina è bella… Ha dunque tutte le carte in regola, lato A e lato B, per la scalata della vita. Sa infischiarsene delle cattive lingue. Una che riesce ad entrare nelle grazie di un personaggio tanto importante, si sente in una botte di ferro, come nel posto fisso. Non si pente un attimo di ciò che lei non ritiene una colpa. Cosa significa “colpa”? Roba che si mette nel portafogli? Ed eccola giocare coi fotografi in linguacce birichine, mimando boccucce maliziose, gonfiando i pettorali protesizzati. Le piace aggiungere, sottolineare, provocare, mettere bene in evidenza la sua identità già ben identificata.
Le intercettazioni l’ hanno messa a nudo, togliendo veli che non esistevano. Sono conversazioni con le sue ‘educande’ a livello di salone da parrucchiere, consigli pratici alle inesperte debuttanti, furbetterie varie tese solo a strizzare il più possibile il portafoglio generoso di “papi”. Quando poi si intrattiene al telefono con il suo “vecchio”, la conversazione di Nicolina non riesce proprio a discostarsi dalle banalità del suo modesto quoziente intellettivo, quello di una fanciulla ferrata in ben altri argomenti e quasi annoiata dalle preoccupazioni contingenti di ‘monsieur le president’.
Lui avverte certi suoi silenzi, certe sue pause che sottintendono il vuoto del ‘nulla’, ma continua ad illudersi e si premura di rassicurarla promettendole un posto “al Parlamento”. Esclamazioni di gioia infantile, “ma che bello, che bello!”. E poi “hai visto Fini che scandalo con la casa di Montecarlo? E quell’altro, e l’altro ancora,.. che schifosi!”. Poi, Nicolina, si aggiusta la minigonna e chiama le olgettine per il fine settimana ad Arcore, ma il conversario è di tutt’altro tenore. Quello che chiamava “my love” diventa “ quel pezzo di m….”.
Già, ha saputo prodigarsi con onore alle feste di Arcore, dimostrando come, oltre alla laurea accademica, poteva ben disbrigarsela anche in ‘comunicazione privata’. Eccola alle cene: Nicolina in veste di prodiga infermiera, Nicolina in divisa di poliziotta intransigente, Nicolina da odalisca o da suorina con la tonaca di santa maria adoratrice… Ma che carina… e quante cose sa fare!
Non manca nelle cene il risvolto culturale… Ed appare allora una statuina mitologica che si chiama Priapo e che era un dio partorito in modo ‘strano’ e che lei sicuramente non ha studiato ai corsi di igienista dentale… Va a sapere!…. Nicolina lo addita alle convitate, lo porta in giro come un trofeo, invita le più timide e riottose ad improvvisarsi ‘adoratrici’ della divinità tanto superdotata… Si rinnova così una specie di rito sacrificale cui nessuna vestale può rifiutarsi, pena l’espulsione dal tempio. E non se ne pentiranno perchè Nicolina ha in serbo per loro cofanetti preziosi ricolmi di anelli, spille, collanine.., tutto a 18 carati. Ci sono poi buste con ricche prebende, secondo la buona volontà dimostrata dalle convitate. Involontaria omissione, le fanciulle pilotate da Nicolina in casa Arcore devono possedere la freschezza della prima gioventù, altrimenti non si concede il ‘pass”.
Così, anche Nicolina è stata inclusa nella nostra piccola galleria di ritratti contemporanei, che da un po’ di tempo ci diverte tanto collezionare. Ci eravamo chiesti se non era il caso di lasciarla nell’indifferenza dell’oblìo o se fare un piccolo disperato tentativo nel caso s’imbatta tra le nostre righe. E’ il tentativo di riuscire a colorire quel bel viso di bronzo della Nicolina con un benché minimo rossore verso tutta la categoria delle Donne, quelle che, nessuna esclusa, hanno da riempire il confessionale con i sussurri dei loro legittimi peccati sì, ma‘privati’, quelle che lavorano con sacrificio, se il lavoro lo trovano, contando le ‘millelire’ per comprarsi un vestituccio, ma che non hanno mai ‘svenduto’ per avidità di denaro e di successo quella cosa che si chiama dignità.
Chissà se quel piccolo broncio che traspare dalle foto pubbliche di Nicolina sia un segnale di resipiscenza o soltanto quello di una bambina cui è stato tolto dalle mani un bel giocattolo. Ma un grazie da parte di tutte le donne a questa femminuccia che, ancora una volta, ci conferma relegate nell’oggettistica maschile di arredamento.
Angela Grazia Arcuri
14 maggio 2012