L’inghilterra dice “lo voglio” ai matrimoni egualitari: e l’Italia?

Dal 29 marzo sono legali in tutto il Regno Unito i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La legge è stata fortemente voluta dal premier David Cameron, nonostante le scissioni all’interno del suo partito, i Tory, rispetto alle quali ha commentato: «Proprio in quanto conservatore credo nell’istituzione del matrimonio, per tutti»; stando però a ciò che dicono alcuni media britannici, questa sua posizione avrebbe indebolito la sua leadership interna e infatti il provvedimento è passato grazie ai deputati Labour, il centrosinistra britannico. Diversa invece la reazione dell’opinione pubblica: secondo alcuni sondaggi il 68% della popolazione è favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e le, poche, contestazioni sono arrivate da gruppi religiosi. In controtendenza a queste però l’arcivescovo di Canterbury –massima carica religiosa della Chiesa anglicana- ha parlato di possibili aperture mentre, molto più diretto, è stato il commento del vescovo di Salisbury: «il matrimonio tra coppie gay incarna un impegno ad essere fedeli, amorevoli e per la vita. Queste sono le virtù che la Chiesa d’Inghilterra vuole vedere esaltate nella società. ».
Il Marriage Bill, così si chiama questo provvedimento, va a modificare le civil partnership già in vigore nel 2005 e che, di fatto, equiparavano i diritti delle coppie omosessuali ed eterosessuali compresa l’adozione. Da oggi in poi le unioni civili invece diventano matrimoni a tutti gli effetti. Per l’occasione sono state issate su due edifici del governo a Londra due bandiere arcobaleno, simbolo della comunità LGBT. Un bel passo in avanti per il Regno Unito che, fino al 2000, aveva lasciato in vigore una norma voluta dalla Thatcher negli anni 80 che si scagliava contro la “promozione dell’omosessualità” e “l’uso di immagini positive in riferimento ai gay”.
In un’intervista Cameron ha dichiarato: « Non sarà più importante in Gran Bretagna sapere se sei eterosessuale o omosessuale: lo Stato riconoscerà il rapporto nello stesso modo». E in Italia?
Nel nostro paese nello stesso giorno in cui nel Regno Unito si celebravano i primi matrimoni gay, si svolgeva in diverse città la manifestazione del movimento “Sentinelle in Piedi”. I militanti, che manifestano rimanendo in piedi in silenzio con un libro in mano, si dicono schierati in difesa della libertà di espressione. In realtà le Sentinelle si stanno opponendo alla proposta di legge contro l’omofobia presentata da Ivan Scalfarotto (PD): secondo il movimento la legge sarebbe una limitazione della libertà di espressione, in realtà sarebbe l’estensione della già esistente legge Mancino che punisce la discriminazione razziale e religiosa. Altra istanza di questo movimento è il timore che in Italia si stia sviluppando una “propaganda gender” lesiva del diritto di poter esprimere la propria contrarietà alle unioni omosessuali.
Con un curioso parallelismo proprio in Inghilterra, fino al 2000, era rimasta in vigore una legge voluta da Margaret Thatcher contro la “propaganda omosessuale”; nel giro di cinque anni il Regno Unito ha abrogato la legge e equiparato legislativamente le coppie gay a quelle etero. Oggi tutti i cittadini di Inghilterra, Galles e Scozia sono considerati uguali a prescindere dal loro orientamento sessuale. Oggi in Italia questo non accade.
Eliana Rizzi
5 aprile 2014